See – Stagione 3: recensione della serie sci-fi con Jason Momoa
Una stagione finale spettacolare ed esplosiva, con un Jason Momoa strepitoso.
See 3, il dramma fantascientifico con Jason Momoa ideato dallo showrunner di Peaky Blinders, Steven Knight, giunge alla stagione finale e debutta il 26 agosto 2022 su Apple TV+ con il primo episodio, seguito da una nuova puntata settimanale ogni venerdì (sono otto in totale). La serie post-apocalittica ambientata in un futuro terribilmente spietato e primitivo: centinaia di anni dopo che l’umanità sopravvissuta ha perso il primo dei suoi cinque sensi. Nella terza stagione di See troviamo, al fianco di Momoa, Sylvia Hoeks, Hera Hilmar, Christian Camargo, Archie Madekwe, Nesta Cooper, Tom Mison, Olivia Cheng, Eden Epstein, Michael Raymond-James, David Hewlett e Trieste Kelly Dunn. È passato quasi un anno da quando Baba Voss – il leader guerriero della tribù degli Alkenny, marito di Maghra e padre di due gemelli nati dopo secoli con la mitologica capacità di vedere – ha sconfitto Edo e detto addio alla sua famiglia per vivere nella foresta, quando uno scienziato trivantiano sviluppa una nuova e devastante forma di armamento in grado di minacciare il futuro dell’umanità. A questo punto Baba è costretto a tornare a Paya per proteggere di nuovo la sua tribù da una regina disperata ma potente, che crede che i bambini siano il frutto di una stregoneria.
I Trivantiani hanno nelle mani un’arma segreta che intendono usare per conquistare il mondo, decimare i Payan e distruggere chiunque si metta sulla loro via
L’intreccio riprende 256 giorni dopo la grandiosa battaglia di Greenhill Gap. I Trivantiani e i Payan giungono a un trattato provvisorio. Il successo del colpo di stato per spodestare Sibeth Kane (Sylvia Hoeks) ha lasciato sua sorella Maghra con una corona che non desidera e con poche opzioni su come affrontare le crisi che minacciano di riportare il conflitto nel mondo. Accanto a lei c’è Tamacti Jun (Christian Camargo) bloccato tra la vita violenta del passato e la nuova che lo ha fatto rinascere. In mezzo a tutto ciò ci sono i bambini vedenti di Baba Voss e Maghra il cui destino da adulti si fa sempre più incerto. Haniwa è attratto dalla conoscenza del vecchio mondo e desidera condurre una vita propria, mentre Kofun si fida meno di sua sorella e sta affrontando la paternità. Tutto ciò che i personaggi hanno imparato a conoscere e ad amare sta per esplodere….All’inizio di questa stagione veniamo a conoscenza del fatto che alcuni dei Trivantiani hanno nelle mani un’arma segreta che intendono adoperare per la conquista del mondo. Usando i saperi della scienza, infatti, hanno iniziato a fabbricare bombe che consentiranno loro di decimare i Payan e chiunque li ostacolerà. Baba Voss è uno dei primi a venirne a conoscenza, perché sopravvive per miracolo a un attentato pianificato con questi mezzi esplosivi. Il nuovo pericolo sarà sufficiente a tirarlo fuori dall’isolamento e a farlo agire con gli obiettivi principali di mettere in guardia e salvare la sua famiglia, e di scongiurare la catastrofe.
See 3: un finale di stagione spettacolare ed esplosivo, con Jason Momoa che si muove con una rapidità e un’aggressività selvaggia che balzano fuori dallo schermo
La stagione terza prosegue sulla traiettoria emozionante e positiva dei primi due cicli, con una seconda tranche di episodi il cui sguardo è rivolto all’approfondimento dei personaggi mentre si approssimano a vedere la fine della storia, e con un finale ricco di sequenze action. La parte viva e imponente di tutto questo lavoro non può che risiedere nell’esemplare performance di Jason Momoa nel ruolo di un brutale guerriero, ma soprattutto di un leader, di una guida. L’attore americano riesce a trasferirsi idealmente nella situazione emotiva del suo personaggio e a infondere a Baba Voss intensità: un appassionante senso di malinconia. Vero, la storia continua a ruotare su tutti quelli che provano a rimanere a galla nel duro mondo in cui vivono, ma il personaggio principale, interpretato dalla star di Aquaman, rimane il centro avvincente di tutto, con la sua grande presenza dovuta per lo più alla performance fisica che realizza nelle scene di guerra meno concitate, e in quelle in cui invece si dimena come un ossesso in preda a un dolore rabbioso per proteggere la famiglia che ama, ma con una ferocia e una velocità che balzano fuori dallo schermo. Anche se questo non è stato sempre sufficiente, come nel frenetico finale di See 2 quando, contro la sua volontà, Baba ha dovuto uccidere il suo nemico e fratello Edo Voss. E, malgrado il trascorrere del tempo, le sue ferite riprendono a sanguinare. Ora vive quasi completamente da solo nei boschi e alle prese con il senso di colpa; funge da fulcro della restante storia che contribuisce a segnare una stagione esplosiva e con uno sviluppo intrigante, ben diretto: con molti campi che abbracciano porzioni di spazio molto estese che permettono allo show di svolgersi spettacolarmente (seppure non ci faccia ritrovare sequenze come la grande battaglia finale del capitolo 2). Qui la storia, che ci regala persino momenti di umorismo, è incentrata sui disperati tentativi di Baba Voss di evitare la morte e la distruzione: si adoperano modi terribili, si consumano tradimenti, ma il tono rimane incentrato sul terrore e la storia diventa più violenta che mai.