Sex Education – stagione 4: recensione della serie TV Netflix
In Sex Education 4 la parola d'ordine è inclusione!
Ci sono storie utili e necessarie che fanno bene al cuore e sentire meno soli, è questo il caso di Sex Education. La serie ha raccontato in maniera tenera e delicata ma anche molto sincera quanto sia bello, multiplo e vario il mondo ed anche soprattutto quanto gli esseri umani siano infiniti nelle loro infinite possibilità, dunque nessuno si sente perso, solo, sbagliato mentre assiste ad uno show ricco di storie e di persone. Sex Education arriva, il 21 settembre 2023, su Netflix con la sua quarta e ultima stagione, composta da 8 episodi, per narrarci a che punto sono arrivati i personaggi creati da Laurie Nunn. La terza stagione ha lasciato lo spettatore in un momento cruciale, Maeve è partita per gli Stati Uniti per realizzare il suo sogno, frequentare una scuola importante per poi diventare una scrittrice, lasciando così Otis da solo. Sex Education in questa quarta stagione riflette non solo sul rapporto di questi due giovani adulti pronti a diventare grandi ma anche su tutti gli amici e le amiche del protagonista che lo spettatore ha imparato a conoscere lungo le stagioni.
Sex Education 4: Otis e Maeve lontani ma vicini
Otis (Asa Butterfield) e Maeve (Emma Mackey) sono in due continenti diversi e il primo episodio si apre proprio con loro, lontani eppure vicini, bisognosi l’uno dell’altra. Si dicono ciò che si dicono tutte le coppie che hanno vissuto/vivono un rapporto a distanza, bisogno di conferme e parole per dimenticare gli aerei che dovrebbero prendere per avvicinarsi, frasi necessarie per placare il desiderio. I due studiano, Otis fa ricerche per la clinica del sesso che aprirà nella nuova scuola – o almeno crede di farlo – ma non è sempre facile stare concentrati quando il pensiero va alla persona che si vorrebbe avere accanto. Le foto che tentano di accendere il desiderio e le richieste di foto dell’altro – è Maeve a chiederne una a Otis, cosa non da poco perché è più facile ancora raccontare il contrario – per solleticare la mente e il corpo, mettono in difficoltà Otis, di nuovo Sex Education mostra quanto l’essere umano sia fragile e insicuro. Otis, di fronte al messaggio di Maeve è preso dal panico, ha più volte palesato le difficoltà ad accettare il proprio corpo, ad amarsi e questa volta è l’ennesima prova, però il silenzio del ragazzo può non mettere in allarme Maeve soprattutto quando si è distanti? La ragazza, a differenza di Otis sempre tentennante, goffo, buffo, è molto più sicura, una giovane libera, indipendente, che ha avuto una maturazione lungo queste stagioni ma che è sempre stata emancipata anche quando un ragazzo la faceva soffrire, anche quando le paure tipiche di chiunque la scuotevano.
Sia Otis che Maeve avranno il loro problemi, l’una avrà come insegnante lo scrittore Thomas Molloy (Daniel Levy) che la metterà in discussione facendo nascere in lei il dubbio di ave sbagliato strada, l’altro dovrà vivere lontano dalla ragazza e si riavvicinerà anche a chi aveva allontanato, Ruby (Mimi Keene). Oltre a risolvere i problemi degli altri, dovrà anche vivere una situazione complessa, la nascita di sua sorella Joy, la figlia della madre, Jean Milburn (Gillian Anderson), e la crisi post partum di quest’ultima.
Sex Education 4: una nuova scuola che modifica le dinamiche
Otis: “È come Amsterdam”
Eric: “…Ma nello spazio”
Dopo la chiusura del liceo Moordale, i ragazzi si traferiscono al Cavendish Sixth Form College, che ha la reputazione di essere un campus progressista. La nuova scuola è chiaramente diversa, è queer ma per davvero, sembra un luogo in cui – più o meno tutti – si sentono al sicuro, è uno spazio di libertà in cui chiunque può chiedere, dire, tutti sembrano felici, nel posto giusto. Ma può essere davvero così? Ad un certo punto appare chiaro che chiunque, qualunque comunità può migliorare nel campo dell’inclusione, chiunque può essere ancora più sensibile (spesso, quando Isaac deve seguire nei piani superiori le lezioni d’arte, non può raggiungere l’aula perché l’ascensore è fuori uso o si blocca, un’altra studentessa sorda deve ricordare ai compagni di parlare lentamente rivolti versi di lei altrimenti la escludono dalla conversazione).
Sex Education mostra qualcosa che già altre serie hanno messo in scena, quanto una cambio di luogo, di atmosfera, modifichi rapporti, punti di vista, situazioni e approccio alle cose. Chi prima era un vincente ora ha perso lo scettro e si ritrova solo, chi prima era considerato bizzarro, ora è parte integrante della “congrega”, il gruppo dei più popolari della scuola. Insomma si tratta di una vera e propria rivoluzione.
I personaggi vivono e si sentono come fossero in un territorio davvero nuovo, è inevitabile che molti dei sentimenti nascano proprio a causa di ciò che accade intorno a noi. Il contesto fagocita, aiuta, annienta, siamo animali sociali ed è palese che nel caso di un gruppo di adolescenti sia la scuola il luogo che forma, spinge e tormenta. Eric era considerato un tipo particolare, veniva bullizzato, non era incluso in un gruppo, nonostante i suoi amici, era uno dei pochi, non uno fra tanti, qui invece tutto è differente, si sente parte di una vera e propria comunità. C’è poi Aimee che sola, senza la sua migliore amica Maeve, vuole cambiare, crescere, si avvicina all’arte per trovare un suo lessico che l’aiuti a superare le molestie subite – la scena dell’autobus è stata fondamentale per il suo viaggio nella serie. Aimee per la prima volta vuole bastarsi, non vuole un ragazzo e in questa nuova scuola può trovare nuovi stimoli, qui incontra Isaac, ex di Maeve, bravissimo nel disegno e stringerà con lui un rapporto.
A scuola, Otis, Eric, Aimee e tutti gli altri, grazie ai nuovi compagni, cercano la versione migliore di loro stessi. Vogliono capire chi e cosa essere, chi vogliono diventare e lo fanno con una scrittura inclusiva, moderna che punta a mostrare la comunità LGBTQIA+.
Otis, l’ascolto e l’aiuto, il centro di un racconto che parla di sesso ma non solo
Otis è sempre stato il centro della storia, anche solo per il fatto che è sua la clinica e lui è il terapeuta, è il giovane che ascolta, dà consigli e ha sempre fatto conoscere al pubblico la “comunità”. Ora pensa di cominciare una vita diversa nella nuova scuola, lasciandosi Moordale alle spalle, ma nulla è come sembra e lo si vede fin dal trailer, Otis trova una nemica che fa la terapeuta proprio come lui. Ci possono essere due terapeuti a Cavendish Sixth Form College? No, ovviamente. Il (loro) mondo è fin troppo piccolo per entrambi, inizia così una guerra senza esclusioni di colpi tra due persone che sono molto più simili e hanno più punti in comune di quanto credano.
Il sesso diventa un paesaggio ampio e pieno di sfumature, ma non per questo retorico, anzi, si parla di sessualità in maniera molto reale, in cui immergersi per comprendersi e per comprendere e da cui si evincono molte cose dei personaggi, Otis con la tenerezza che lo contraddistingue entra nel perimetro dell’altro in punta di piedi. Aprirsi e chiedere aiuto è una scelta matura e importante, lui lo sa e quindi, proprio per questo, si rivolge con rispetto e delicatezza a chi ha di fronte, senza nessun tipo di giudizio o addirittura pregiudizio.
Otis invita gli altri a comunicare, infatti il consenso rende i rapporti migliori e completi, spinge i “pazienti” a essere sinceri senza paura ma lui spesso soggiace alle sue paure – come ad esempio quando non riesce a mandare una sua foto nudo alla ragazza che frequenta perché non si sente all’altezza -, fa la domanda giusta a chi va a chiedergli consiglio. A conoscenti, sconosciuti, amici o nemici ricorda che l’importante è non smettere mai di sperimentare, di scoprire e scoprirsi, di impegnarsi all’ascolto e al dialogo. A chi gli racconta che giocando con la ragazza che frequenta in quel periodo ha scoperto di provare piacere per pratiche che credeva distanti da lui, risponde che nessuna pratica preclude e etichetta nessuno.
Otis è la voce necessaria per proseguire questo viaggio meraviglioso e unico che evidenzia quanto sessualità, identità e crescita siano una materia talmente poetica, avventurosa e speciale che può essere sempre affascinante e toccante. Il ragazzo è capace di diffondere una cultura sana dell’eros, spiegare ai suoi amici e alle sue amiche cosa voglia dire consenso, salute, controllarsi e prendersi cura del proprio corpo e delle propria salute mentale.
Sex Education 4: il viaggio è alle volte spaventoso ma anche bellissimo
Otis: “Tutti stanno facendo nuove esperienze e io mi sento messo da parte”
La serie sempre, ma soprattutto in questa ultima stagione, racconta storie di inclusione, anche grazie all’ambiente. Ciascuno fa esperienze mai fatte prima, si mette in gioco, il vento cambia e molti amici di Otis sono pronti ad accoglierlo. Così lui è un po’ più solo, eppure è pronto ad aiutare gli altri.
In questa stagione ci sono questioni e problematiche ancora differenti rispetto alle precedenti e il tutto è reso più complesso perché alcuni dei personaggi principali sono soli, colti quando sono lontani dai loro punti fermi, ad esempio Otis, ovviamente, ma anche sua madre, Jean (Gillian Anderson), il suo migliore amico, Eric, Maeve (Emma Mackey) e così è ancora più importante il loro viaggio di conflitto e scoperta di sé. Questi quattro personaggi, che nelle stagioni precedenti sono stati centrali e hanno molto interagito, qui sono tutti concentrati nelle loro vite, ciascuno intrappolato nei propri dubbi, riflessioni, dolori anche: Eric è alle prese con la fede e trova nuovi amici; Maeve vuole diventare scrittrice ma si trova di fronte ad un grande ostacolo, un professore che le mette i bastoni tra le ruote; Jean fatica a impegnarsi in un nuovo lavoro mentre combatte la depressione post-partum e Otis, di conseguenza, si sente disancorato da coloro che gli sono più vicini.
Questa quarta stagione, come riflette la creatrice, esplora l’idea del fallimento, si teme di sbagliare, in un momento in cui sembra che si debba avere tutto chiaro. La sensazione è che esiste sempre una seconda possibilità, ci sono sempre altre strade da percorrere, nulla è finito. Pensiamo ad Adam ad esempio, che un tempo era un bullo, talmente addolorato da ciò che viveva in famiglia e dal rapporto con il padre da comportarsi male con chiunque, ed ora, dopo i tanti passi avanti, ha deciso di cercare la propria strada mettendosi in gioco.
Sex Education ha sicuramente un desiderio, quello di far emergere tutte le persone nessuna eslcusa e far sentire la loro voce.
Parola d’ordine inclusione
Molte sono le new entry della serie che mostrano una parte di mondo ancora poco narrata da Sex Education, acquistano il centro del racconto personaggi trans, Abbi è una donna trans e Roman un uomo trans – che sono una coppia -, e Cal, non binaria, proprio per dare luce a persone che spesso sono distanti dal punctum. In molti ambiti, le persone trans sono spesso completamente escluse dal dibattito, quindi anche per questo le voci di Abbi, Roman e di Cal con il suo viaggio così doloroso e profondissimo, sono tanto determinanti per questa stagione, in tale modo Sex Education fa un passo avanti nel suo percorso di inclusione.
Diventa fondamentale il percorso di Eric che è alle prese con la questione fede, si interroga su come debba riaffermare la propria identità in quanto cristiano gay e se sia il caso di battezzarsi, non può fingersi qualcun altro per farsi accettare. La storia di Eric è importante perché in contrasto con la miriade di storie di formazione queer che vedono l’identità LGBTQIA+ e la religione come diametralmente opposte. Eric si interroga, sogna, pensa e ripensa, per lui la questione fede e identità sono tematiche essenziali e avrà bisogno di tempo per arrivare ad una soluzione perfetta per lui.
Altra questione importante è quella relativa a Jean, la donna è una sessuologa, lavora anche sulla mente umana eppure ha un momento di fragilità e non riesce a chiedere aiuto. Ha lati oscuri e deboli, aiuta i pazienti ma non riesce a farlo con la propria psiche. Appena partorito, Jean vuole rimettersi in carreggiata, tornare al lavoro ma non è una macchina è una persona che ha spesso dovuto rimboccarsi le maniche, asciugarsi le lacrime, leccarsi le ferite e ricominciare per “salvarsi”. Questa volta però non è sola ed è Otis, il suo alter ego, a fare di tutto per risollevare la madre pur sentendosi abbandonato da lei. La storia di Jean è rilevante perché dimostra quanto sia spesso complesso comprendersi e lenire i propri dolori. Raccontare la depressione post-partum sembra spesso un tabù, invece è qualcosa di cui bisogna parlare, su cui si deve riflettere ancora e ancora.
Sex Education – stagione 4: valutazione e conclusione
Sex Education è la storia di una comunità piena, ricca, anche fragile e per questo intensa e struggente. In questi anni Otis e i suoi hanno parlato di vita e morte, sesso e identità, corpo e anima, amore e amicizia, masturbazione e orgasmo, violenza e bullismo, tutto è colto con delicatezza e con urgenza divertita che coinvolge e fa sentire già la mancanza di questa generazione così bella e bisognosa di un posto nel mondo, capace di abbracci sinceri e di gesti eclatanti come di parole timidamente sussurrate.
Sex Education è un perfetto esempio di quanto sia essenziale rappresentare tutti gli individui, tutte le storie in modo che la maggior parte delle persone possano ritrovarsi in più racconti possibili. Gli episodi mostrano quanto spesso le strade divergano, si costruiscano muri per allontanare chi fa soffrire ma anche chi si ama troppo, si concentrano su un’età complessa, spesso difficile in cui si sente tutto il “percepibile” con il corpo e con l’anima, solitudine, amore, amicizia, fallimento, dolore. La serie ha rivoluzionato il teen drama entrando nel ventre molle delle storie, aprendo cassetti, armadi, facendo uscire tutte le verità che spesso si tengono nascoste.
La quarta stagione di Sex Education dimostra ancora una volta, con la solita spregiudicatezza propria dello show, che l’importante è godersi un percorso coinvolgente, unico, un dono per chi è giovane oggi, che sta vivendo quelle tappe proprio ora e per chi è adulto e può trovare nella serie, nella pluralità di queste persone strepitose quanto sia vitale e necessaria la pluralità e l’inclusività. Sex Education è canto collettivo e personale di un’identità che si sta cercando e formando, di una personalità che si sta costruendo, è grido di emancipazione e di presa d’atto, è dipinto coloratissimo di come sia plurale e naturale l’essere umano. Godetevi il viaggio perché non dura per sempre.