Sex/Life: recensione della serie TV Netflix

Una storia fuori dal tempo che non riesce a lasciare il segno.

C’era una volta una ragazza bellissima, Billie (Sarah Shahi), che lascia la Georgia per studiare e lavorare a New York City. Lì Billie incontra Sasha (Maragaret Odette), diventano coinquiline e migliori amiche, vanno a ballare, si divertono e nel frattempo scrivono progetti pazzeschi. Dopo vari amici, amanti e fidanzati, tra cui il bello e maledetto Brad, Billie decide di cambiare vita e sposare Cooper (Mike Vogel). Questo è il punto di partenza di Sex/Life, serie TV Netflix (sulla piattaforma dal 25 giugno 2021), composta da otto episodi e basata sul romanzo 44 Chapters About 4 Men di BB Easton.

Sex/Life: Billie davanti ad un bivio

Sex Life Cinematographe.it

Sesso o famiglia? Sex and the City o Casalinghe disperate? Sembra impossibile eppure è questo il bivio davanti al quale di trova Billie, la protagonista di Sex/Life. Il titolo sintetizza perfettamente la trama della serie: una storia che ruota attorno alla scelta o avere una vita sessuale appagante o un matrimonio felice. Billie ha un marito, dei figli perché la passata relazione l’ha profondamente segnata, però, a causa della crisi con il marito perfetto, pensa al suo ex con cui passava delle notti di fuoco; per lei le due cose non possono coesistere. C’è per lei uno stanco e fastidioso prima e dopo, una volta c’era la Billie tutta concerti e abiti sopra le righe, ora c’è la Billie tutta figli e latte. Una volta con Brad c’era la Billie sesso e follia, ora c’è la Billie mamma e moglie. Veramente non c’è altro da raccontare? Sembrerebbe di sì. La protagonista è turbata, non si sente desiderata, voluta, si sente solo madre, non più donna.

Sex/Life non affronta la depressione post partum, neppure il senso di solitudine che una donna prova spesso dopo aver dato alla luce un figlio o una figlia, la serie sta un passo indietro, fuori dal perimetro delle possibili dinamiche che una coppia può vivere. Al di là e al di qua del corpo. Non si scava, si sta sulla superficie, guardando i corpi meravigliosi dei personaggi che si desiderano e si possiedono e non c’è molto altro, molto di più.

Una narrazione poco stimolanti con dei personaggi piatti

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Billie inizia a scrivere un diario che incredibilmente – la donna lascia il file aperto – il marito legge, quasi per caso e scopre che l’angelo del focolare è molto diverso; è una dicotomia che non dovrebbe più esistere, come non dovrebbe più esistere il moralismo sterile che abita, anche sottilmente, alcuni personaggi della serie. Cooper viene a sapere che Billie ricorda, quasi ogni notte, l’ex fidanzato, lo immagina, pensa al sesso fatto insieme e il marito per risolvere i loro problemi cerca di farle rivivere quelle fantasie sessuali. Gli otto episodi che compongono Sex/Life raccontano della scoperta, o meglio della riscoperta di Billie, deve fare una scelta: il suo passato o il suo presente? rivivere il suo vecchio amore e rinunciare all’idillio matrimoniale con il marito o mettere tutto da parte per vivere la sua favola? All’improvviso Billie riapre un vaso di Pandora che sembra inglobarla: dopo aver sentito, visto, ripensato Brad, nulla sarà più lo stesso perché i soli pensieri hanno avuto modo di appoggiarsi alla realtà, al corpo dell’ex, alle sue parole.

Sex/Life: una prima stagione che non lascia il segno

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Sex/Life non stupisce, non affascina lo spettatore ed è strano se si pensa al tema e alle scene della serie stessa. I suoi personaggi sono stereotipati e non si fanno amare dal pubblico; Billie e Cooper sono piatti, bidimensionali, tanto quanto Sasha e Brad che dovrebbero essere quelli trasgressivi. I quattro sono numi tutelari di esistenze contrapposte, le une contrarie alle altre come se le vite fossero conseguenze di manichee prese di posizione. Non ci sono guizzi narrativi, tutto è talmente o bianco e nero da risultare noioso, tanto da infastidire e la narrazione è un alternarsi di ricordi eccitanti e realtà familiari. Il gioco diventa quasi monotono perché si comprende che se c’è sex non c’è life e viceversa e perché Billie compie sempre gli stessi errori, compie sempre gli stessi percorsi e si ritrova poi nello stesso punto. Al centro di tutto c’è Billie che è quell’amica che tutti abbiamo, quella che si butta nelle cose senza riflettere, che torna con quel fidanzato tossico ancora e ancora, che butta ogni cosa all’aria quando ha tutto perché alla ricerca di qualcosa d’altro. Sex/life porta in scena un pensiero trito e ritrito e anche vecchio.

Sex/Life non conquista, anzi fa storcere il naso narrando una storia che è fuori dal tempo.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.1

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