Shelter: recensione del mystery teen drama di Prime Video
La serie originale Prime Video è tratta dai romanzi di Harlan Coben e racconta le vicende di un gruppo di adolescenti alle prese con un inquietante mistero
Adattamento dei romanzi di successo di Harlan Coben, Shelter è la nuova serie young adult di Prime Video in 8 puntate, disponibile dal 18 agosto con nuovi episodi ogni venerdì. La serie è interpretata da Jaden Michael nel ruolo del protagonista Mickey Bolitar, Constance Zimmer, Adrian Greensmith, Abby Corrigan, Tovah Feldshuh, Sage Linder, Brian Altemus. Showrunner ed executive producer sono lo stesso Harlan Coben e Allen MacDonald affiancati dagli executive producer Edward Ornelas e Erik Barmack.
Mickey Bolitar (Michael) è un adolescente che, dopo la morte improvvisa di suo padre, inizia una nuova vita a Kasselton, nel New Jersey, accolto dalla zia Shira. Qui si ritrova rapidamente invischiato nella misteriosa scomparsa di una studentessa della sua scuola, Ashley Kent, fatto che lo porta a scoprire segreti inimmaginabili all’interno della loro tranquilla comunità. Con l’aiuto dei suoi amici, Spoon (Adrian Greensmith) e Ema (Abby Corrigan), Mickey rivelerà il lato oscuro di Kasselton, dando una spiegazione a decenni di sparizioni, morti e leggende, scoprendo anche dei segreti legati alla sua famiglia.
Shelter – Avventura, misteri e soprannaturale
Il titolo della serie fa riferimento al prologo della prima puntata, che mostra alcuni ragazzini nascosti in un rifugio e chiaramente in pericolo. L’azione poi si sposta venticinque anni dopo, il mistero ovviamente verrà risolto successivamente come in ogni giallo che si rispetti, quando vediamo Mickey e i suoi genitori felici e affiatati fino all’incidente che cambierà la vita dell’adolescente per sempre.
Thriller e soprannaturale sono gli elementi che conducono questo mystery teen drama, un filone in voga sin dagli anni ’90 e che continua a essere un genere molto apprezzato: dallo splendido Stand by me di Rob Reiner, tratto da un racconto di Stephen King, fino alla serie Netflix ormai cult Stranger Things. L’avventura, i misteri, adolescenti costretti a diventare grandi troppo presto sono le costanti di questo genere. Qui vediamo Mickey dover fare i conti con la morte dell’amatissimo padre e con una madre problematica. Anche i suoi nuovi amici hanno i loro problemi, alle prese con degli adulti insensibili e malvagi che invece di difenderli non fanno altro che rendere la loro esistenza ancora più complicata. Come se un’inquietante casa e la “strega” che la abita non bastassero.
C’è tanto di già visto in Shelter e niente che aggiunga un tratto distintivo rispetto alle produzioni precedenti: poca suspence, i risvolti delle vicende sono prevedibili, i colpi di scena telefonati e i protagonisti non riescono a essere coinvolgenti, forse a causa di un’impostazione della serie rivolta a un pubblico molto giovane, anche se di base ormai è abituato a serie tv e film di un certo spessore ed è molto difficile conquistarlo. Di fatto a un’audience molto esigente di Mickey, Spoon e Ema importa davvero poco. Sono sicuramente adolescenti alle prese con qualcosa di più grande di loro, con ferite profonde, che cercano di salvare una loro coetanea improvvisandosi investigatori, sprezzanti del pericolo e guidati da una grande bontà d’animo, ma forse in fase di scrittura gli sceneggiatori, Charlotte Coben e Nicki Rennanon, non sono riusciti a rendere al meglio la complessità dei protagonisti che appaiono copie sbiadite dei tanti giovani e avventurosi personaggi che ci hanno conquistato in passato.
Shelter: valutazione e conclusione
Una serie dai tanti spunti interessanti, ma di certo non all’altezza dei precedenti adattamenti dei romanzi di Harlan Coben, come le serie Netflix The Stranger e Safe, un’occasione mancata per farci vivere una nuova e avvincente avventura.