Shooter: recensione della serie tv Netflix con Ryan Philippe
Shooter è il titolo della nuova serie tv Netflix, basata sul romanzo di Stephen Hunter, Una pallottola per il presidente e sull’omonimo film del 2007. L’uscita in America è avvenuta il 15 novembre su USA Network, mentre in Italia, il 16 novembre su Netflix.
Shooter: la serie tv Netflix, basata sul film con Mark Wahlberg
Il protagonista è Bob Lee Swagger (Ryan Philippe), ex cecchino della marina statunitense, che ha rinunciato al proprio ruolo, in seguito alla morte del suo compagno, Donnie Fenn. Decide, quindi, di allontanarsi e ricominciare una nuova vita il più lontano possibile, in modo tale da poter proteggere anche la nuova famiglia, che si è costruito.
Un giorno però, viene raggiunto dal colonnello della CIA, Isaac Johnson (Omar Epps), il quale vorrebbe affidargli una missione: sventare un presunto attentato nei confronti del Presidente degli Stati Uniti. Swagger si rivela essere la scelta migliore, dal momento in cui conosce le abilità tecniche e tattiche di un cecchino.
Il giorno fatidico, il protagonista segue i piani, come da accordo con la CIA, ma questi ultimi non sembrano efficaci visto che il nemico è un passo avanti a loro.
Una partenza in sordina
Nonostante i voti alti della regia e della fotografia, il primo episodio della serie Shooter risulta piatto e mal definito, fatta eccezione per il colpo di scena finale, che riattiva momentaneamente il ritmo della narrazione. Ryan Philippe non sembra particolarmente convincente come Bob Lee Swagger, anzi a tratti, appare inespressivo. Una sorpresa piacevole è la presenza di Omar Epps (Dottor House), finora visto in ruoli completamente diversi, che riesce ad immedesimarsi bene nel ruolo.
![Ryan Philippe, Shooter](https://www.cinematographe.it/wp-content/uploads/2017/01/1280x720-nOh.jpg)
Lo Shooter di John Hlavin
La serie risulta prevedibile, ovviamente, per coloro che hanno letto il romanzo o visto il film di Antoine Fuqua con Mark Wahlberg (conosciuto anche per Ted). Shooter, infatti, riprende la trama di entrambi e la riadatta, lasciando poco adito all’immaginazione.
Un punto a favore andrà all’ideatore John Hlavin, a seconda di come renderà la realizzazione della serie, dal momento in cui il rischio peggiore è quello di cadere nel banale. Considerando che la prima stagione è costituita da dieci episodi e una partenza di così poco impatto con il primo episodio, il successo di Shooter dipenderà da una rielaborazione più articolata e convincente della trama.
Per scoprire lo sviluppo delle vicende di Bob Lee Swagger, potete andare su Netflix.