Sky Rojo – stagione 3: recensione della serie TV Netflix

Basta poco per cambiare vita, per vivere un’esistenza normale: trasferirsi, incominciare un nuovo lavoro, dimenticarsi, o almeno tentare, di ciò che è stato. Provano a fare questo Coral (Verónica Sánchez), Wendy (Lali Espósito) e Gina (Yany Prado), le protagoniste di Sky Rojo, serie composta da 8 episodi, ideata da Alex Pina ed Esther Martinez Lobato, arrivata alla sua terza stagione – disponibile in streaming su Netflix dal 13 gennaio 2023. Le tre donne intraprendono una nuova vita a circa 1854 chilometri di distanza, trovano una casa accanto alla Guardia Civile e avviano un panificio per riciclare i soldi che hanno rubato a Romeo, il loro protettore. Gina, incinta, si innamora del loro istruttore subacqueo, Toni, Wendy inizia a frequentare Greta che lavora in una stazione di servizio, l’unica che sembra essere intrappolata nel passato è Coral che, nonostante tutto, non riesce a ricominciare una nuova vita, si aggrappa a ciò che è stato e per lenire le ferite continua ad affidarsi alle droghe, di nascosto dalle sue amiche che la credono ormai pulita. Come è semplice uscire dal seminato per ricominciare a vivere, è altrettanto semplice ricadere nel gorgo e questo sarà il centro della terza stagione.

Sky Rojo 3: una combinazione di più generi che mira a colpire il pubblico

La terza stagione di Sky Rojo riapre una storia che sembrava conclusa, la stessa cosa è successa per La casa di carta: se in quella serie è stata la telefonata di Rio a Tokyo, intercettata dall’Interpol, a far ripartire la caccia alla banda del Professore, qui è Gina a chiamare la propria madre a Cuba per darle notizie. Lei non sa però che gli uomini di Romeo le stanno intercettando e da lì, quello che sarebbe potuto diventare un paradiso, si trasforma in un inferno. Loro sono riuscite a fuggire da Romeo, a rubargli una somma considerevole di denaro, ad aprire una pasticceria in un paesino sperduto in cui nessuno sa della loro vita precedente eppure basta un momento di disattenzione e tutto ciò che hanno costruito può andar perso. Sono lontane da tutto e da tutti eppure la sorte non è dalla loro parte e forse sono un indizio gli incubi che tormentano Coral.

Sky Rojo è un’attraente combinazione di un thriller pieno di delinquenti e di un road movie spietato su alcune ragazze che scappano da un bordello e si lasciano alle spalle una serie infinita di corpi, persecuzioni e situazioni, una combinazione che ha convinto molti e deluso altri, a causa del suo stile.

La serie è ancora una miscellanea di dramma e action, racconto al femminile e pulp, commedia addirittura e cultura pop ma qualcosa non funziona, il già visto, la ripetizione di cliché e schemi narrativi non riescono a coinvolgere totalmente.

Una storia di donne in rivolta, alla ricerca di pace e serenità

Le tre donne sono ancora unite, strette in un unico abbraccio ma la paura e il dolore possono slabbrare anche i rapporti più veri e profondi. Coral, Wendy e Gina sono più che amiche, sono sorelle, il passato le ha formate, le ferite che portano addosso sono molte e profonde ed è difficile non ricordare quelle giornate di schiavitù in cui stupro, umiliazioni, violenze erano all’ordine del giorno. Mentre Wendy e Gina, in un modo o nell’altro, respirano aria di cambiamento, Coral, narratrice della storia – e che qui lascia il posto anche a Moisés (Miguel Ángel Silvestre) -, è dilaniata, lo strazio viene da lei nascosto tra un sorriso, un taglio di capelli e nuove amicizie. Sembra proprio essere arrivato il momento in cui passato e presente si incontrino per sciogliere il nodo. Dunque diventa metaforico il fatto che Moisés sia narratore della storia, sia combattuto tra la fedeltà a Romeo e la simpatia nei confronti delle protagoniste.

Sky Rojo 3: una terza stagione che non riesce a colpire tanto quanto si vorrebbe

Questa terza stagione ricalca molte delle situazioni già viste in Sky Rojo, le protagoniste ripropongono sé stesse, le loro storie, senza aggiungere altro a ciò che sono. La serie vuole riproporre lo schema della donna in rivolta, una che ha una lettera scarlatta addosso a causa del proprio passato e vuole trovare la propria libertà e indipendenza, una che unita ad altre è più forte. La stagione risulta meno centrata delle due precedenti e non riesce a colpire fino in fondo nonostante sia in molti casi potente e adrenalinica.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.8

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