Slasher: Solstice – Stagione 3: recensione della serie tv
Un tripudio di sangue e violenza, ecco la terza stagione di Slasher, disponibile su Netflix.
La serie antologica horror di Netflix, la cosiddetta sex-‘n’-guts Slasher: Solstice, è tornata e gli otto episodi di cui è composta si svolgono in un arco di tempo di 24 ore ed è girata da un unico regista, Adam MacDonald, generalmente al lavoro per il grande schermo. Le due precedenti stagioni vennero invece girate da, rispettivamente, Craig David Wallace e Felipe Rodriguez, registi di tv. Si inizia quindi con la prima scena, che si svolge durante un rave party e la telecamera mostra una donna con indosso delle ali di plastica che balla a ritmo di musica tecno dance. Dopodiché arriva la solita danza di sangue, che non delude i fan, con ben due vittime massacrate con acido e ascia.
Molto sangue, tantissima violenza e poca empatia lasciano un velo di disappunto nello spettatore
Le armi usate per compiere gli efferati delitti sono quantomeno originali, con – anche – tubi di plastica ficcati di prepotenza nella bocca delle vittime, riempiti – per non farci mancare proprio nulla – di acqua bollente. Il problema della serie, nonostante non sia da buttare via, è sempre e comunque la trama. Non si riesce ad empatizzare con quasi nessuno dei personaggi – tranne con la povera tester di videogiochi, l’asessuata Amy Chao, che ha talmente tanti problemi esistenziali ed emotivi da non poter non parteggiare per lei. Gli altri personaggi – le altre vittime cioè – sono quanto di peggio possa eruttare la società moderna e quindi, come spesso accade, non sorprende ritrovarsi a voler vedere morta una influencer senz’anima o la Queen Bee di turno che ha paura del diverso e lo sbeffeggia. Non che includere un personaggio musulmano (con l’aria che tira), non sia un colpo di genio, ma lì resta, senza un degno sviluppo della trama. Praticamente ci si ritrova a godere delle uccisioni, certo, del sangue, ovvio, ma non si riesce a trovare il legame emotivo con i personaggi che vengono brutalizzati e questo lascia da parte una gamma di emozioni che generalmente chi ama il genere horror vuole provare. Il trailer italiano della season lo trovate cliccando QUI e vi ricordiamo che è disponibile su Netflix dal 23 maggio.
Slasher: Solstice è su Netflix ed è un concentrato di sesso e sbudellamenti senza soluzione di continuità
In generale, la terza stagione di Slasher è stata sorprendente per molte ragioni. Una season horror che inizialmente sembra decollare con rapidità ma che poi si è perde, pur non mancando nell’appassionare gli amanti del genere. Tra uccisioni brutali e spesso decisamente creative si riesce anche a fare il tifo per alcune delle vittime, senza vederle come meri pezzi di carne da dare in pasto al killer. Lo stesso assassino poi, è sembrato essere molto più attivo (e reattivo), rispetto ai soliti killer/stalker che sono merce scontata nelle pellicole del genere. E infine, la grande rivelazione dell’identità degli assassini è senza dubbio sorprendente e imprevedibile. Slasher: Solstice ha tutto ciò che gli appassionati del genere horror possono desiderare mancando sempre del tocco di genialità e passione che potrebbe far diventare il prodotto una vera chicca horror.