Snowpiercer 3: la recensione del primo episodio della serie sci-fi Netflix
Manca adreanalina in questo primo episodio della serie, ma si procede comunque sui bianri gelati dello Snowpiercer.
Marciare vuol dire procedere, farsi strada: futuro. Ma a bordo dello Snowpiercer si avanza per l’avvenire anche attraverso le spedizioni in avanscoperta e le fermate (da cui si impara sempre qualcosa) nonostante gli stop aprano su paesaggi invernali e ghiacciati. Neanche i fan si arrestano dinanzi ai blocchi, o alle docce che gelano, dello show fantascientifico post-apocalittico basato sulla graphic novel Le Transperceneige creata da Jacques Lob e Jean-Marc Rochette, perché è stato già annunciato il quarto ciclo della serie che fa viaggiare sui binari di un mondo inabitabile e deserto, fatto di ghiacci, di acqua gelida e spesso anche privo di calore umano. Il primo episodio di Snowpiercer 3, che vede sempre il regista premio Oscar Bong Joon-ho come produttore esecutivo, è uscito su Netflix il 25 gennaio 2022; gli altri otto che compongono la terza stagione saranno disponibili ogni martedì, con cadenza settimanale.
Snowpiercer 3 – Episodio 1: La lepre e la tartaruga
Il personaggio centrale di Snowpiercer 2 è stato quello di Melanie Cavill interpretata da Jennifer Connelly. Melanie è la voce dell’altoparlante del treno, ma anche la vera portatrice di speranza della serie: “La Terra tornerà abitabile”; eppure nell’episodio introduttivo alla terza stagione si sente solo il suo nome vista l’importanza della sua ricerca di un nuovo Eden. La lepre e la tartaruga è il titolo del primo capitolo di Snowpiercer 3 che si ricollega agli eventi finali di Snowpiercer 2 spostando il focus sulle condizioni dei sopravvissuti. Dopo un tentativo di convivenza tra i sopravvissuti sullo Snowpiercer e i fedeli seguaci di Joseph Wilford (il proprietario effettivo del treno Snowpiercer nonché il principale antagonista) a bordo di Big Alice, lo spettatore ha assistito a un rovesciamento della situazione, perché le oltre mille carrozze che rappresentano la speranza per l’umanità sono ora trainate da Big Alice. La motrice di Wilford però non è più in grado di alimentarle tutte (una situazione che ha conseguentemente portato alla chiusura della prima classe sul treno e all’abolizione della divisione in caste sociali). Paradossalmente Wilford ha realizzato quello che Layton desiderava.
Intanto, guidati da Ruth e Pike, un nucleo di dissidenti cerca di mantenere vivo il ricordo di Layton impegnato in una missione alla ricerca di Melanie e del suo Nuovo Eden. Una dinamica che rende affascinante la vita su Big Alice (divenuta il fulcro dell’umanità). Per quanto mossi da differenti obiettivi, sia lo Snowpiercer sia Big Alice si trovano a fronteggiare problemi simili: gestire il soddisfacimento dei bisogni primari, quindi la scarsità di cibo a disposizione e i problemi legati alla temperatura (ad esempio, si ha troppo calore sullo Snowpiercer e un clima eccessivamente freddo su Big Alice), e appare presto chiaro che nessuno dei due treni possa continuare ad esistere senza l’altro.
Niente carico di adrenalina, il primo capitolo mostra i caratteri tipici di un episodio introduttivo
La lepre e la tartaruga mostra solo i caratteri tipici di un episodio introduttivo di stagione. Il lavoro di regia predilige l’uso della camera a mano per seguire i personaggi che agiscono in ambientazioni rese cupe da una fotografia dai toni scuri e intensi. Nel primo capitolo di Snowpiercer 3 si riallacciano le trame lasciate aperte nella precedente stagione, aggiungendo nuove possibilità di sviluppo dei personaggi. Ma niente carico di adrenalina. Come detto, ci sono i presupposti per gli sviluppi successivi, ma non si regalano allo spettatore scene da thriller mozzafiato e un vero scenario avveniristico appassionante (le atmosfere da sole non bastano a coinvolgere). Ci si concentra su dinamiche interne che bruciano l’appeal dell’opera, mentre le scenografie e gli interni decadenti se da un lato restituiscono i disagi della working class dall’altro annoiano lo spettatore il cui volto rimane di un vuoto-inespressivo come quello degli attori del film. A questo punto non ci resta che riporre le nostre speranze e aspettative nel prossimo episodio, quantomeno per scoprire se le immagini oniriche di Andre Layton relative a un nuovo Eden hanno un senso.