Star Trek: Lower Decks – recensione della serie animata disponibile su Paramount+
Star Trek: Lower Decks è uno dei migliori prodotti seriali mai messi in pratica nella storia del longevo franchise.
Star Trek: Lower Decks non è una uscita nuova di zecca, ma è certamente una delle migliori nuove introduzioni nel catalogo di agosto (ma chiaramente mirata ad un lungo raggio per gli utenti che hanno voglia di immergersi nel mondo di questo universo animato nel mese di settembre) con la sua prima, seconda e terza stagione. Un lungo percorso, dunque, che offre non solo ai trekkie (ovvero i fan accaniti della storica serie TV Star Trek) ma anche agli utenti meno ferrati una affascinante panoramica dello spin-off originale ispirato alla leggendaria saga televisiva.
Sono davvero numerosi gli spin-off che, negli anni, hanno proposto nuove versioni o approfondimenti riguardanti determinati personaggi celebri nella serie originale. La serie animata, in un primo momento, non fu accolta come notizia positiva scatenando molto scetticismo. Tuttavia, nel tempo, Star Trek: Lower Decks ha conquistato i trekkie ma anche il grande pubblico. La sua premessa è, infatti, profondamente riuscita e ricca di spunti validi che approfondiscono e svecchiano la storia con i suoi tropi classici. Le prime tre stagioni, disponibili al binge-watching del pubblico a partire dal 29 agosto 2023 su Paramount Plus, sono una coesa opera riuscita e divertente, ricca di emozione e buoni sentimenti. Alcune intuzioni del creatore Mike McMahan, ben gestite dagli altri autori, toccano la genialità.
Star Trek: Lower Decks, la serie animata in streaming su Disney+
La serie animata è una variazione sul tema del grande classico dello sci-fi americano, una variazione che però riesce ad aprire una lunga serie di spunti che possono rendere la storia e la fantasiosa immaginazione del creatore originale Gene Roddenberry. Le prime due serie sono una solida e fantasiosa reinvenzione del classico che tutti conoscono e -alcuni – conoscono benissimo. Divertente, irriverente ma soprattutto paradossale, Star Trek: Lower Decks porta i suoi protagonisti (Boimler, Mariner, Tendi e Rutherford) a vivere le avventure che molti fan conoscono ma in chiave totalemte stravolta, assurda, sperimentale. Le puntate migliori di Lower Decks, infatti, ricordano in modo molto vicino la genialità folle di prodotti d’alta qualità ma al contempo completamente improbabili come Rick & Morty.
Un format assolutamente originale che permette di modernizzare quella che è sempre stata considerata una saga ormai passata, appartenente agli anni di una televisione diversa, ritenuta da una larga fascia di pubblico quasi obsoleta. Mentre le prime due stagioni riescono nell’intento rivoluzionario, la stagione 3 cade dove dovrebbe invece prendere il volo. Non ricade, fortunamente, nella stessa retorica sterile che ha allontanato molti fan da Star Trek: Discovery. Una critica mossa alla stagione 3 di Lower Decks è stata di offrire troppo fan service agli appassionati del franchise, spegnendo alcune delle fiammelle geniali e rivoluzionarie accese in precedenza. I protagonisti, nonostante si trovino davanti ai dilemmi morali che i trekkie ben conoscono e i profani possono trovare interessanti, non sembrano evolversi in una direzione particolarmente convincente. Nonostante queste note stonate, l’innovazione del prodotto resta viva con la chiave ironica che applica alle seriose questioni affrontante dalla serie madre. L’ironia viene applicata anche stesso verso il fandom ossessionato da Star Trek e dai suoi personaggi, riuscendo a strappare più di una risata anche allo spettatore più scettico.
Ed è proprio sulla chiave dell’ironia, che svincola ideologicamente e stilisticamente la serie animata dalla “madre”, che si ci augura un futuro ancora più irriverente, compiendo l’opera primaria che lo show si era proposto di realizzare: fornire non solo un prodotto piacevole di intrattenimento, ma portare al massimo delle sue potenzialità un franchise profondamente classico. In questo, la stagione 3 sembra fare un passo indietro rispetto alle prime due, che sfidano più apertamente stereotipi e regole. I fan, dalla stagione 4, vogliono questo: abbandonare Lower Decks come versione parodistica di Star Trek e diventare una irriverente e provocatoria opera indipentente che non abbia paura di sviluppare pienamente le proprie intuzioni geniali, andando oltre la loro scomodità narrativa o ideologica.
Star Trek: Lower Decks – valutazione e conclusione
Star Trek: Lower Decks è una delle serie TV animate più irriverenti ed ironiche mai create in assoluto, con una stagione 3 più debole rispetto alle prime due riesce in ogni caso a rivelare misteri esilaranti sui personaggi tanto amati dal vasto pubblico di Star Trek. Il suo potenziale di opera che ambisce a qualcosa in più rispetto alla semplice parodia va esplorato senza paura anche nella stagione 4, confermata qualche mese fa e il cui primo trailer è stato anche diffuso online.
Senza troppe remore morali verso il prodotto originale, questo show animato può raggiungere una modernità totale e svincolarsi dalle profonde radici che lo legano, nella sua essenza ed esistenza, alla serie da cui prende ispirazione. Assolutamente da vedere!