Station 19 – Stagione 2: recensione della midseason “Oltre la tempesta”
Station 19 ritorna con l'episodio 2x07 su Fox Life e affronta una terribile tempesta che travolge Seattle.
Station 19 è ritornato con la sua seconda stagione anche in Italia sul canale Fox Life di Sky, dopo la pausa invernale. Oltre la tempesta è il titolo del settimo episodio con cui la seconda stagione riprende anche in Italia a raccontare le imprese professionali e personali della stazione 19 dei pompieri di Seattle. Nato come costola di Grey’s Anatomy, con un distaccamento di uno dei protagonisti, lo specializzando Ben Warren, marito di Miranda Bailey, rimarca sempre chiaramente la provenienza dalla creatività di Shonda Rhimes e il suo stile di narrazione.
Station 19 – Seconda 2: Oltre la tempesta
Come suggerisce il titolo, i protagonisti si trovano a dover affrontare un Giorno del Ringraziamento piuttosto complesso, in cui Seattle è attraversata da una tremenda tempesta di vento che rende impossibili e pericolosi gli spostamenti dei civili e anche i soccorsi della squadra dei pompieri. Se inizialmente avevano intenzione di festeggiare tutti insieme con una pausa dal lavoro, la tempesta gli richiama sul campo, in un episodio che già dal suo inizio di preannuncia carico di tensione. L’aumentare della potenza della tempesta va di pari passo con la tensione narrativa, che mette lo spettatore nella condizione di aspettarsi qualsiasi avvenimento, anche negativo, nel corso dell’episodio. Sono infatti molti i climax che si incontrano e questi riguardano tre situazioni differenti. Una scelta che fa in modo di coinvolgere tutti i protagonisti in una situazione in continuo crescendo di emozioni.
La prima situazione è quella di Andy che insieme al Capitano si ritrova all’interno del camion di soccorso con una donna agganciata alla barella, ma che necessita di raggiungere il Seattle Grey Memorial. Si ritrovano in mezzo alla strada, con l’ordine di non poter circolare. Un ordine che verso il termine dell’episodio verrà da loro sorpassato e che avrà una conseguenza molto forte.
La seconda situazione riguarda Gibson e la sua stabilità emotiva, che sebbene sia gestita all’interno della Stazione, dove viene relegato a coordinare in attesa che rientrino tutti i compagni della squadra, è comunque un elemento di azione, dato che sembra smuovere molti equilibri all’interno del gruppo.
Gibson ha chiaramente un disturbo post traumatico, ma nessuno sembra dargli il giusto peso, se non il Pruitt Herrera che con la sua esperienza si accorge e lo valuta come un elemento di pericolo professionale e relazionale all’interno della stazione.
La terza situazione che genera tensione è quella di Ryan e suo padre interpretato da Dermot Mulroney, che con il suo ritorno mette di fronte il figlio nella difficile posizione di dover prendere una decisione che potrebbe compromettere anche la sua carriera di poliziotto.
Station 19: una seconda stagione che ricomincia con grande ritmo
La seconda stagione ricomincia in Italia confermando quello che è stato questo nuovo prodotto di Shonda Rhimes sin dall’inizio: una serie TV con tutti gli elementi per intrattenere e non annoiare mai. Ci sono molti personaggi coinvolti come protagonisti, con storie differenti tra loro che in modo ben bilanciato mescolano vita professionale e privata.
Le azioni di soccorso come squadra di pompieri non sono solo da sfondo, ma occupano gran parte degli episodi regalando momenti di grande azione e tensione emotiva.
Quello che non convince è la difficoltà a staccarsi dalla serie TV madre Grey’s Anatomy, non tanto per una questione narrativa, quanto per sceneggiatura, che risulta un premasticato di situazioni già trattate e sviluppate nell’ospedale di Seattle.
Non si tratta solo delle situazioni che riguardano le catastrofi naturali, ma il modo in cui i personaggi le affrontano e come queste poi possono influenzare le loro vite.
Incastri narrativi che si sono già visti in numerose stagioni di Grey’s Anatomy e che certamente funzionano molto bene, ma che per chi conosce già il contesto narrativo possono sembrare poco soprendenti e originali.
Station 19, preso separatamente, ha comunque una struttura episodica che funziona, costruita attorno all’impresa lavorativa e alle due parti di calma e di unione dei personaggi che la precedono e la seguono.
Per brillare in un universo costellato di serie TV fatte di contenuti sempre più sorprendenti questo ovviamente non è sufficiente, ma è sicuramente un elemento che si può migliorare trattandosi di un prodotto giovane che è solo alla sua seconda stagione.