Stay Close: recensione della serie TV Netflix
Dal 31 dicembre 2021 è disponibile su Netflix Stay Close, adattamento del romanzo di Harlan Coben con Cush Jumbo, James Nesbitt e Sarah Parish.
Harlan Coben, prolifico scrittore statunitense, torna su Netflix per adattare in formato seriale il suo tredicesimo romanzo, Stay Close. Frutto di un contratto pluriennale con il gigante dello streaming concordato nel 2018 grazie ad una produzione che coinvolge diversi paesi, il thriller poliziesco diretto da Daniel O’Hara e Lindy Heymann prosegue nel rintracciare le ossessioni narrative dell’autore quali la minaccia dal passato e la violenza perpetrata sulle donne, stavolta orchestrando un giallo essenziale, congegnato su pochi elementi e un twist finale.
La trama di Stay Close
Stay Close si muove così su quattro personaggi: Megan (Cush Jumbo), madre in carriera con tre figli; Ray Levine (Richard Armitage), fotografo documentarista; Broome (James Nesbitt), detective che non riesce a dimenticare il caso irrisolto di una persona scomparsa e infine Lorraine (Sarah Parish), vecchia amica di Megan che ora gestisce il locale notturno Vipers. Ad intrecciare le loro storie vi è la scomparsa ciclica di uomini e ragazzi durante il periodo del carnevale: l’ultimo è Carlton Flynn, ventinovenne svanito nel nulla la notte del 16 aprile, stessa data della scomparsa di un cliente del Vipers di diciassette anni prima, Stewart Green.
Cosa leghi le sparizioni dei due e chi si muove dietro quei probabili omicidi diventa dunque il centro dell’intero mistero, ma a ben vedere il nodo della risoluzione è piuttosto il misterioso passato di Megan, la sua precedente identità e il sentimento che la legava a Ray quasi venti anni fa, quando lei si esibiva nei locali e lui era un cliente innamorato.
Il passato torna a minacciare il presente nella serie TV su Netflix tratta dal romanzo di Harlan Coben
Dopo Svaniti nel nulla e ancor prima Suburbia Killer, Stay Close continua a sfruttare la traccia del tempo come coordinata per minare il presente dei suoi personaggi, nel disperato tentativo di dimenticarlo o ancor più negarlo. Un trascorso scomodo come quello di Megan, nascosto ai suoi famigliari ma pronto a riproporsi dopo l’arrivo di una lettera davanti la porta di casa: un biglietto con su scritto “Cassie” che riaprirà vecchie ferite e un senso di colpa che sembrava placato.
Muovendosi fra flashback e presente, lo schema di Stay Close si appoggia sulle modalità classiche del mystery/thriller poliziesco, accompagnando lo spettatore alla ricerca delle prove e al disvelamento in contemporanea delle reali identità dei suoi protagonisti fra bugie e segreti. Nonostante le buone prove attoriali e una regia attenta a non allargare eccessivamente le possibili parentesi narrative, la miniserie Netflix si appiattisce su tematiche ampiamente indagate dal suo autore e da un ritmo poco incalzante, rendendola prevedibile e mai pienamente coinvolgente.
A mancare nell’adattamento britannico è una suspense in grado di tenere col fiato sospeso, alcune sfaccettature che avrebbero potuto alimentare ancor più la curiosità dello spettatore, invece portato ad assistere un racconto ordinario in cui il mistero viene spesso sacrificato al dramma. Stay Close fatica ad emergere nella miriade di proposte simili nel catalogo Netflix, mancando di densità e di elementi accattivanti, soprattutto nell’indagare il passato irrisolto di Megan. Un prodotto indirizzato agli amanti del genere e ai lettori dei romanzi di Coben, penna autorevole del panorama contemporaneo ma evidentemente più efficace sulla carta che sullo schermo della nostra TV.
La serie in onda su Netflix dal 31 dicembre 2021 è composta da un totale di otto episodi.