Summertime: recensione della serie TV Netflix
La recensione di Summertime, la nuova serie targata Netflix si ispira liberamente a Tre metri sopra il cielo
Dopo Suburra, Baby e Luna nera arriva la nuova serie tutta italiana targata Netflix. Summertime rientra nell’ambito delle produzioni del genere teen, indirizzata dunque ad un pubblico prevalentemente adolescenziale e che si inserisce in quella vasta gamma di prodotti che trattano e raccontano il mondo giovanile, volendo rivolgersi direttamente a loro e alle loro esperienze, prevalentemente per quel che riguardo la sfera sentimentale. Diretta da Francesco Lagi e Lorenzo Sportiello, la serie è ispirata liberamente al romanzo di successo Tre metri sopra il cielo, da cui però trae solamente l’impianto di base, cambiandone i protagonisti e modificandone le dinamiche, con una storia che viene portata ai giorni nostri e la cui ambientazione passa dalla Roma del romanzo alla riviera romagnola, svolgendosi nel corso di un’estate.
Summertime ha al centro della sua storia l’amore tra Summer e Ale, assieme ad una serie di altre relazioni giovanili ambientate nella riviera romagnola
Summer e Ale prendono il posto di Babi e Step nella nuova storia d’amore contemporanea, dove i due ragazzi provenienti da mondi diversi si incontrano per caso, sviluppando un’attrazione innegabile. Lui campione di moto in crisi, ribelle e desideroso di dare una svolta ad una vita che non lo soddisfa, lei una ragazza che non ama l’estate – a dispetto del suo nome – e rifiuta di omologarsi alla massa, sognando di poter scappare dalla sua quotidianità, ma scontrandosi col fatto d’essere fondamentale all’interno della sua famiglia problematica. L’amore tra i due ragazzi sboccia passo a passo nel corso di un’estate indimenticabile che li cambierà per sempre, pur tra difficoltà, incomprensioni e complicazioni. Accanto a loro si intrecciano le storie di altri ragazzi, amici, conoscenti e parenti – come Sofia, Dario, Edo e Blue – che compongono un quadro delle relazioni e degli amori giovanili e dei sentimenti adolescenziali pieni di quel senso di rivalsa e riconquista del mondo che li circonda, così puro ma così complicato al tempo stesso.
Summertime è un teen drama tecnicamente curato con un cast di attori emergenti
Colori caldi e variegati e atmosfere suadenti delle tipiche notti d’estate danno forma all’estetica della nuova serie italiana di Netflix. Una confezione costruita con cura e supportata da una fotografia luminosa dai toni esotici che appaga l’occhio e sostiene la location marittima ed estiva che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti di questo nuovo teen drama. Emerge con evidenza la volontà di ricreare ambientazioni e costumi pregevoli e che rispecchino l’epoca attuale. Un lavoro dunque tecnicamente ben strutturato, che mostra una certa ambizione nel voler probabilmente concorrere con altre produzioni estere del medesimo filone che han riscontrato un successo internazionale.
Il cast che porta in scena gli intrecci sentimentali e le relazioni che costituiscono l’ossatura di Summertime è composto da attori per lo più alla prima esperienza con una grande produzione, con la parziale eccezione di Ludovico Tersigni (qui Ale) – già visto in Skam 4 e in un piccolo ruolo ne L’estate addosso di Gabriele Muccino – e Andrea Lattanzi che ha interpretato l’amico di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle. A vestire i panni di Summer è Coco Rebecca Edogamhe, bolognese con papà senegalese, alla prima esperienza attoriale e scelta con un provino tra altre centinaia di ragazze, assieme alla sorella Alicia Ann. A fianco a loro altri esordienti che compongono un gruppo eterogeneo ma sufficientemente affiatato e spontaneo di interpreti. La loro recitazione è un po’ acerba e talvolta in parte didascalica, ma complessivamente riescono a far ben trasparire l’essenza giovanile, nonostante alcune impostazioni parzialmente forzate.
La serie ispirata a Tre metri sopra il cielo non riesce a rendere tutte le linee narrative sufficientemente omogenee ma progressivamente costruisce una rappresentazione dell’universo giovanile che sa rivolgersi ad esso
La sceneggiatura – scritta a più mani nel riadattare ed espandere il romanzo di successo di Moccia – non ha una completa solidità e cede ad alcune semplificazioni, tuttavia la storia raccontata nella serie procede in crescendo. Se i primi episodi tendono a risultare sfilacciati e prolissi, dando una sensazione di mancanza di contenuto, man mano che si avanza nella visione l’insieme individua una sua dimensione soprattutto emotiva nel dipingere l’universo giovanile. Inizialmente la scrittura non trova la giusta amalgama e la giusta fluidità tra le varie storie che si intrecciano attorno al filone principale di Summer e Ale, dando quasi l’impressione di procedere a volte per comparti separati. Ciò nonostante, lo sviluppo dell’intreccio porta ad un coming of age che va delineando la crescita interiore dei personaggi e dei loro legami. Summertime è un prodotto rivolto ai ragazzi, per loro pensato e che a quel target si riferisce, va detto quindi che in quest’ottica riesce a portare sullo schermo una rappresentazione che sa parlare ai giovani delle dinamiche che li riguardano e che riesce a delineare quel mondo nella sua essenza pulsante, viva e contraddittoria, nel calore di un’estate che crea, modifica e distrugge relazioni e rapporti. Talvolta i dialoghi appaiono deboli e superficiali, in alcuni casi come limite effettivo dello script, in altri come sola iniziale percezione, ci si accorge infatti che spesso in realtà questi racchiudono l’incertezza giovanile e la necessità di trovare dei punti di contatto tra i propri coetanei prima di dare ai propri rapporti delle costruzioni complesse.
Summertime pur con una riuscita parziale offre uno sguardo in chiave italiana sul mondo giovanile contemporaneo
Certamente non tutto è affrontato con spessore e profondità, con un insieme di eventi che in alcuni passaggi peccano di stucchevolezza e previdibilità, ma globalmente il teen drama italiano di Netflix si dà certamente l’obiettivo di mostrare la società italiana che cambia, nella sua multiculturalità e nelle aperture sociali che vanno creandosi nel tempo attuale. La scelta di una protagonista mulatta e la rappresentazione – ancora rara nelle serie italiane ma presente ormai abitualmente in quelle internazionali – dell’amore omosessuale, sono sicuramente le punte principali di questo processo evolutivo, normalizzando quelle che un tempo erano barriere e pregiudizi. Al contempo viene dato uno sguardo sulle dinamiche socio-familiari odierne, fatte anche di difficoltà lavorative oltreché legate alla sfera degli affetti e alla loro complessa gestione. Un limite sta sicuramente in una costruzione un po’ edulcorata della love story tra Summer e Ale, tuttavia complessivamente il lavoro fatto riesce a entrare in sintonia col mondo giovanile, restando nell’ambito italiano e permettendo per una volta ai ragazzi di rapportarsi con la loro dimensione più vicina senza dover attingere ad un background estero.
La prima stagione di Summertime è sicuramente un progetto che non si esaurisce nella banalità di Tre metri sopra il cielo e punta a superare i confini nazionali. Lo fa con una resa non omogenea che mescola elementi positivi a passaggi meno riusciti, ma questo nostro esperimento italiano merita un’apertura di credito nel portare un racconto del mondo adolescenziale che – nonostante i passaggi sentimentali caricaturali – ha una sua struttura e una sua fedeltà alla realtà giovanile odierna.
Un punto di forza della serie è la sua colonna sonora contemporanea
Una nota di merito finale per la colonna sonora, pienamente coerente con la volontà di rappresentare l’Italia d’oggi, affidandosi alle musiche di Giorgio Poi e alle canzoni di una serie di artisti del momento. Questi rappresentano infatti tutte le nuove tendenze dei generi più ascoltati dal panorama giovanile odierno. Indie, pop, hip hop e trap accompagnano i vari momenti della storia e li trasportano sulle note di autori come Francesca Michielin, Achille Lauro, Franco126, Frah Quintale, Gemitaiz, Tommaso Paradiso, Psicologi, assieme alle apparizioni dirette sullo schermo di Raphael Gualazzi – in un passaggio d’impatto emotivo – e dei Coma Cose. In più a collegare le generazioni e a fare da trait d’union del rapporto tra Summer e suo padre, troviamo alcune canzoni del passato come il brano jazz Summertime dei Gershwin – da cui deriva il nome della protagonista – e Il cielo in una stanza di Mina.
Gli otto episodi della prima stagione di Summertime sono disponibili da mercoledì 29 aprile sulla piattaforma Netflix.