Svaniti nel nulla: recensione della serie francese Netflix

La recensione di Svaniti nel nulla, la serie TV francese Netflix tratta dal romanzo Gone for good dello scrittore americano Harlan Corben.

Tratta dal romanzo Gone for good dello scrittore americano Harlan Corben, la serie francese Svaniti nel nulla (titolo originale Disparu à jamais) è disponibile su Netflix dal 13 agosto 2021. In questo racconto thriller, Guillaume è alle prese con i fantasmi del suo passato e deve fare i conti con degli inaspettati intrecci che riportano a galla vecchi ricordi e che si legano in modo sorprendente con le persone che lo circondano nel presente. Dopo la morte violenta della fidanzata e del fratello, Guillaume ha infatti impiegato quasi dieci anni per lasciarsi alle spalle questo trauma e i suoi numerosi interrogativi, riuscendo a trovare un nuovo equilibrio con i suoi colleghi e amici, nonché con la nuova compagna di vita. La precaria situazione idilliaca in cui si trova viene però bruscamente sconvolta quando anche Judith, sua futura sposa, sparisce nel nulla. Nei cinque episodi di questa miniserie, Guillaume deve scavare nel suo passato per ritrovare tutti i tasselli che lo possono aiutare a trovare la soluzione per il nuovo mistero che sembra ostacolare i suoi piani per la felicità.

Svaniti nel nulla - Cinematographe.it

Svaniti nel nulla deve molto alle sue origini letterarie, seguendo il ritmo e l’evoluzione delle indagini tipico delle scoperte che guidano i protagonisti dei romanzi letterari. Oltre che, evidentemente, il romanzo da cui prende le mosse la serie, il continuo emergere di nuovi elementi che smentiscono le certezze precedentemente fissate ricorda anche l’incedere dei romanzi di Michel Bussi, con i suoi continui svelamenti e le numerose agnizioni che riconducono tutti i personaggi, apparentemente afferenti a mondi molto lontani tra loro, tutti a un unico universo umano. Il ritmo non riesce comunque a tenere sempre insieme le immagini, che rischiano di sfaldarsi e perdere coerenza nonostante i pochi episodi prodotti, con il risultato che le miriadi di piccoli colpi di scena presentati anestetizzano il pubblico che potrebbe avere difficoltà a mantenere il focus sugli snodi principali della vicenda, soprattutto se lo spettatore non si imbarca in un bingewatching completo. Da questo punto di vista, la durata breve e la relativa linearità della storia permette tutto sommato di tenere insieme tutti i pezzi anche se con qualche perplessità.

Svaniti nel nulla: già confermata la seconda stagione

Già rinnovata per una seconda stagione, Svaniti nel nulla si avvale della partecipazione di Finnegan Oldfield, Nicolas Duvauchelle, Nailia Harzoune e del sempre prolifico (filmicamente parlando) Guillaume Gouix come principali interpreti della narrazione, capaci di rendere giustizia ai personaggi impersonati e di dare profondità emotiva al racconto complessivo. Questo nonostante le scelte spesso patetiche di sceneggiatori e registi, che sovente propendono per una retorica fatta di redenzioni e di cambiamenti radicali: sia preso come esempio il personaggio di Da Costa, apparentemente meritevole dell’amore di una magnifica ragazza nera (e incinta) nonostante il suo passato da naziskin che si era accanito proprio contro una giovane donna in evidente stato interessante. In queste scelte retoriche la narrazione scopre maggiormente le sue debolezze, optando per immagini cruente in maniera gratuita e senza apparente motivo, finendo col dare molta più importanza al passato dei personaggi (a ognuno è praticamente dedicato un episodio) rispetto all’intricato presente. Solo che Svaniti nel nulla non è I miserabili e non si vede nessun Victor Hugo all’orizzonte. L’idea di base potrebbe essere di facile intrattenimento e la storia, come già il suo precedente editoriale, di facile successo, ma la realizzazione lascia molti dubbi, soprattutto rispetto a un ritmo che non si concilia con così tanti dettagli narrativi spesso non essenziali.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 1

2.2

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