Svegliati amore mio: recensione della prima puntata della miniserie di Canale 5 con Sabrina Ferilli
La genuinità e la schiettezza di Sabrina Ferilli sono gli ingredienti fondamentali da cui partire per la fiction Svegliati amore mio, dove il Women power viene declinato anche in tematiche di natura politico-sociale e dove troviamo altri volti cari a Mediaset, come Ettore Bassi e Francesco Arca. La storia di Nanà però, tratta da una storia vera, non riesce a trovare una sua chiara dimensione, fallendo nell’intento di proporre un neorealismo moderno.
Svegliati amore mio, la trama della fiction con Sabrina Ferilli
Nanà (Sabrina Ferilli) è una donna affascinante che vive una vita serena: sposata con Sergio (Ettore Bassi), che lavora in acciaieria, fa la parrucchiera e cresce sua figlia Sara. Nulla sembra poter turbare le loro vite, fin a quando diversi eventi si accavallano: il ritorno di Mimmo (Francesco Arca), amico di Sergio e primo amore di Nanà, l’attesa promozione di Sergio che potrebbe migliorare le loro condizioni economiche, ma più di tutto l’improvvisa malattia di Sara.
Dopo essere svenuta durante una gara in piscina, Nanà scopre che sua figlia è affetta da leucemia, tumore che ha colpito e spesso portato via, diversi ragazzi e bambini della zona in cui abita. Comincia allora a chiedersi se il problema non sia nelle condizioni ambientali del luogo in cui vivono, e se l’inquinamento prodotto dall’acciaieria non ne possa essere la causa principale, generando aria malsana. Inizia così ad indagare, mentre diversi eventi si susseguono nel corso di poco tempo.
Svegliati amore mio: temi importanti che rischiano di restare in superficie
Rispetto a fiction come Il silenzio dell’acqua, più complesse e intrigate in termini di trama e costruzione dei personaggi, e che avvicinavano la fiction Mediaset ad un respiro più internazionale, Svegliati amore mio diretta da Ricky Tognazzi e Simona Izzo, fa un passo indietro in termini di scrittura. Se è pur vero che la trama può apparire semplice, è il come che può fare la differenza, ed il rischio è che la sceneggiatura non riesca a reggere un cast che conquista l’attenzione dello spettatore.
I temi trattati in Svegliati amore mio sono di grande rilevanza: il principale che si identifica come il motivo per cui nasce la miniserie, è l’acciaieria e le conseguenze che l’inquinamento può avere sulla salute delle persone, ma rischia di non bilanciarsi perfettamente con un altro filone, ovvero quello di un uomo, Mimmo, che sembra non voler rinunciare alla donna che ha amato da sempre. Quest’aria infatti di non detto tra il personaggio di Nanà e il suo corteggiatore, presentata nella prima puntata come un tete a tete importante tra i due diverse volte, rischia di spostare l’attenzione dalla denuncia e dalla problematica di cui vorrebbe farsi carico la fiction ad una storia dal sapore sentimentale, dove il resto diventa solo cornice.
Se da un lato quindi alcune inquadrature sui personaggi e sull’ambiente circostante, oltre ad alcune scene di vita quotidiana, sembrano cercare una nuova forma di neorealismo moderno, pur sempre televisivo, dall’altra il mancato approfondimento poetico di questi aspetti non permettono alla fiction di rispettare i suoi intenti.
Il problema di fondo quindi che si inizia a palesare nella prima puntata di Svegliati amore mio è la mancanza di un’identità precisa nella scrittura della miniserie e anche in alcuni dettagli stranianti. La romanità richiesta alla Ferilli nell’esprimersi per esempio, sembra quasi cozzare con il linguaggio decisamente più sobrio e sostenuto di Bassi ed Arca. Va bene scegliere allora una direzione in senso più genuino e popolare nel linguaggio, ma sarebbe stato meno straniante se fosse stata apertamente dichiarata e sposata da tutti. Soprattutto in considerazione del fatto che si parli di tre amici cresciuti insieme in una zona romana.