Tabula Rasa: recensione serie tv Netflix
Dopo una lunga attesa arriva anche nella piattaforma italiana di Netflix una nuova serie dalla forte impronta thriller con sfumature horror, prodotta in Belgio.
Tabula Rasa è una delle prime serie tv belghe che varcano il confine nazionale, grazie probabilmente al forte successo riscontrato nel paese d’origine.
La serie è stata ideata da Malin-Sarah Gozin, che ha già all’attivo due serie tv, e il volto dello show è quello della brava Veerle Baetens, che vanta un notevole seguito in patria, mentre dalle nostre parti è stata vista in Alabama Monroe – Una storia d’amore, per il quale ha vinto il premio come migliore attrice al Tribeca Film Festival nel 2012.
La prima stagione di Tabula Rasa è ora disponibile su Netflix con 9 episodi
Annemie D’Haeze è una giovane donna la cui memoria viene danneggiata a seguito di un brutto incidente stradale. Dopo il traumatico risveglio in un ospedale psichiatrico Annemie scopre di essere implicata in un caso di sparizione e l’unica via per dimostrare la propria innocenza risiede nelle pieghe dei suoi danneggiati e confusi ricordi. L’amnesia di Annemie infatti ha una peculiare caratteristica: ogni volta che la giovane donna è sotto stress la poca memoria che gli è rimasta viene letteralmente spazzata via.
Fin dal primo episodio Tabula Rasa si muove costantemente al ritmo di flash back didascalici, che fanno saltare lo spettatore avanti e indietro, dal periodo antecedente la scomparsa e quello successivo.
Questo ritmo cadenzato aiuta a mantenere costante l’attenzione dello spettatore che, anche se non del tutto, viene coinvolto nell’inquietante spirale di ricordi della protagonista.
Tabula rasa è il classico thriller psicologico ma non lesina sugli aspetti inquietanti e i gli stratagemmi tipici e classici dei film horror, utili per creare un’atmosfera di ansia, la quale però viene spesso bruscamente interrotta da scene di ilarità che spiazzano e contribuiscono a rendere questo prodotto certamente ambizioso non del tutto maturo da un punto di vista narrativo strutturale.
Tabula Rasa: un prodotto interessante ma acerbo
L’idea di partenza è senza dubbio buona anche se molto navigata da vari film e serie di genere, Quello che più lascia insoddisfatti però è lo svolgimento; alcune puntate si presentano molto lente, con lunghi momenti di vuoto che per una serie di questo genere corrispondono alla perdita d’attenzione da parte dello spettatore. Subisce questo ritmo a tratti decisamente poco incalzante anche la struttura di tutta la serie, che dovrebbe condurre al climax finale sempre mantenendo un alto livello di coinvolgimento ma che inesorabilmente perde nel corso delle nove lunghe puntate.
Altro aspetto che caratterizza questo prodotto come prematuro sono i colpi di scena. Tre e molto ingombranti perché rappresentano snodi fondamentali della trama, ben distribuiti dalla metà della serie in poi, i colpi di scena sono tutti abbastanza prevedibili. Purtroppo la serie risente dei vari predecessori di genere. Film che hanno usato l’espediente dei disturbi mentali dei protagonisti per confondere lo spettatore e accompagnarlo in quello che sembra un labirinto orrorifico creato dalla mente per compensare e/o eliminare i ricordi più dolorosi. Basti pensare a colossi come Shutter Island o Gothika o, se parliamo di serie tv, al più recente Dark che seppur puntando più sul sovrannaturale percorre ugualmente la strada dei continui flash back, orchestrando però le varie sottotrame su molti più livelli temporali.
Tabula Rasa: un finale di stagione improbabile
Nonostante l’ottima interpretazione dell’attrice protagonista Veerle Baetens, e del cast che la circonda, la serie belga lascia parzialmente insoddisfatti.
Sicuramente gli appassionati del genere troveranno tutti gli elementi dei grandi classici horror, familiarità che salva la serie tv compensando anche i momenti più lenti con notevoli scariche di adrenalina. Quando però arriva il momento di tirare i fili della trama purtroppo la sceneggiatura sfiora il ridicolo. Fra elementi inutilmente splatter e antagonisti che si rivelano diabolici deus ex-machina, il finale di stagione si rivela molto poco credibile mentre la matassa del mistero che ha dato ritmo e carattere all’intera stagione si scioglie con l’ultimo grande e terribilmente prevedibile colpo di scena.