The Afterparty: recensione dei primi episodi della serie su Apple TV+
Una notte di rimpatriata finita in omicidio. The Afterparty è la serie trasformista di Apple Tv+ che adatta ad ogni episodio i formati e i linguaggi d’appartenenza dei generi cinematografici più variegati. Con Tiffany Haddish, Dave Franco e Ben Schwartz. Da non perdere.
Ha debuttato il 28 gennaio su Apple Tv+ la nuova serie comedy-mystery The Afterparty, presentando, in contemporanea con gli Stati Uniti, i suoi primi tre episodi e lasciando invece l’uscita dei restanti cinque a cadenza settimanale ogni venerdì. Ideata e interamente diretta da Christopher Miller (The Lego Movie, Spider-Man: Into the Spider-Verse) in co-produzione con Phil Lord (The Last Man on Earth) ed Anthony King (Silicon Valley), la comedy nasce da un concept del 2012 poi messo da parte dagli stessi creatori per inconciliabilità di tempo, finalmente ripescato dal cassetto lo scorso anno e sviluppato in collaborazione con la Sony Pictures Television per otto episodi da cinquanta minuti circa ciascuno.
The Afterparty: compagni di scuola con dopo cena (e delitto)
Al centro della serie un omicidio, quello del cantante hip-hop e attore di B-movies Xavier (Dave Franco), il cui corpo, ormai privo di vita, viene trovato riverso su una scogliera affacciata sull’East Bay Area in quel di San Francisco. Quella notte, nella sua enorme villa ipertecnologica, gli ospiti da lui accolti s’intrattenevano per un dopo cena a seguito di una rimpatriata del liceo, celebrata in una grande festa in stile prom party quindici anni dopo il diploma del 2006. Per quel delitto, gli invitati ed ex compagni di classe si ritrovano ora nelle vesti di possibili sospettati, costretti a rilasciare la propria versione dei fatti e dunque interrogati dall’agente a capo delle indagini Detective Danner (Tiffany Haddish).
L’elemento classico del whodunit si presta a una declinazione meta di citazioni, stili e cliché, condita da tanto divertimento
È proprio attorno al gioco di prospettive sulla medesima circostanza che The Afterparty, pur sfruttando una modalità già sperimentata, imposta il suo scheletro narrativo da giallo per costruire con consapevolezza un esercizio divertito di appropriazione e proponimento dei generi cinematografici. Prendendo in prestito il whodunit à la Agatha Christie, e serrando metaforicamente e fisicamente i sospettati all’interno di un luogo circoscritto (una casa) e un tempo finito (una notte), ogni singolo episodio adotta il punto di vista, l’approccio visivo e le meta-citazioni del filone tipo che maggiormente si confà all’indole e alle specificità caratteriali del testimone/ospite di turno, toccando formato, stile, intonazioni musicali e movimenti di macchina di otto generi cinematografici disparati, dalla rom-com al musical, dall’action/poliziesco al thriller psicologico.
Citando sottilmente o più smaccatamente, strizzando l’occhio a tropes e cliché, The Afterparty si distingue come una sorta di manomissione in loop del medesimo plot, riconsegnando un divertissement inedito e coinvolgente che gioca sulle diverse categorie audiovisive, subordinandole cioè all’ angolazione del personaggio che dà il nome all’episodio. Potrebbe sembrare un disastro, un’ambizione inconsapevole, un caleidoscopio esagerato di registri destinato alla confusione. Ma The Afterparty, stavolta, si muove con inusuale sicurezza, curando con serietà ogni aspetto del far ridere, assembrando ogni format come fosse un singolo film.
Al cast dei già citati Franco e Haddish, si affiancano nomi quali Sam Richardson, Zoe Chao, Ike Barinholtz, Ben Schwartz, Ilana Glazer e Genevieve Angelson, con cameo imperdibile di Channing Tatum, interpreti in totale comfort con il linguaggio della commedia, ai quali viene chiesto, data la ricchezza della scrittura, di non far altro che esibirsi in tutto il loro estro e diffondere un intrattenimento irresistibile che al di qua dello schermo arriva, finalmente, con pienezza.