The Bear – stagione 2: recensione della serie Disney+

La nuova, attesissima stagione della serie con protagonista Jeremy Allen White vede lo chef Carmy Berzatto e la sua “famiglia” alle prese con nuove sfide.

Sta per cambiare tutto” per la paninoteca The Beef, per Carmen Carmy” Berzatto (Jeremy Allen White) e la sua brigata: in The Bear – stagione 2, acclamata e premiata serie Disney+, il malmesso locale di Chicago deve cambiare volto e diventare un ristorante di livello superiore dando una svolta non solo al tipo di cucina da proporre ma anche alla vita dei protagonisti della serie che ha fatto incetta di premi durante la prima stagione, tra cui l’AFI TV Program of the Year, il WGA Award, il PGAAward, il Film Independent Spirit Award, l’American Cinema Editors Award e l’ACE Eddie Award. L’intenso Jeremy Allen White ha vinto come miglior attore comedy ai Golden Globes, ai SAG Awards e ai Critics Choice Awards. Oltre a White la serie vede nel cast Ayo Edebiri, Ebon Moss Bachrach, Abby Elliott, Lionel Boyce, Liza Colón-Zayas e MattyMatheson, Edwin Lee Gibson e Oliver Platt. I nuovi episodi della serie creata da Christopher Storer sono disponibili su Disney+ dal 16 agosto.

The Bear 2: dove eravamo rimasti?

The Bear 2, cinematographe.it

Nella prima stagione avevamo visto Carmy, “l’orso” del titolo, giovane chef del mondo dell’alta cucina, prendere in gestione il The Originale Beef, famosa paninoteca di Chicago, dopo il suicidio del fratello Mike, che ne era proprietario e che l’aveva lasciata in un mare di debiti. Carmy, cercando di risollevare la situazione e di pagare i conti, si era così ritrovato a gestire una cucina fatiscente insieme a una brigata indisciplinata che però nel frattempo è diventata la sua “famiglia”, grazie anche all’arrivo e all’aiuto della talentuosa Sydney (Ayo Edebiri) diventata presto sous chef. Carmy dovendo fare i conti non solo con le difficoltà pratiche ma anche con un passato di dipendenze e con un rapporto irrisolto con il fratello scomparso, e affrontando una serie di imprevisti catastrofici, solo nell’ultima puntata trova, grazie a un bigliettino lasciato da Mike, le parole che aveva sempre voluto sentirsi dire e la soluzione ai suoi problemi economici: 300.000 dollari nascosti in dei barattoli di pelati.

Nei nuovi episodi la frenesia, l’ansia, la sensazione che tutto possa crollare di nuovo da un momento all’altro sono sempre presenti e la confusione regna sovrana. Ma per Carmy aver fatto pace con il ricordo del fratello è servito a dargli nuovi stimoli, a volersi reinventare, a voler cambiare il suo destino e a scommettere sui suoi collaboratori: Sydney, che diventa sua socia, con la quale progetta nuovi piatti da ristorante stellato; il pasticcere Marcus che Carmy decide di spedire in Danimarca per formarsi al fianco di un importante mastro pasticcere (interpretato da Will Poulter), Tina e Ebraheim ai quali fa frequentare dei corsi per diventare cuochi professionisti; e sua sorella Natalie, che abbiamo visto pochissimo nella prima stagione, e che diventa product manager del The Bear. I problemi ovviamente continuano ad essere tanti, ma in questa nuova stagione si lascia molto spazio alla riflessione e all’approfondimento dei personaggi fuori da quello che era The Beef. Infatti scopriamo nuovi aspetti della vita di Sydney, come il rapporto con il padre, ma anche come questa nuova avventura metta in seria crisi la sua creatività in cucina. Anche di Marcus, forse l’unico dei personaggi che sin dall’inizio ha sempre dimostrato molta calma e un atteggiamento meno negativo, conosciamo un nuovo lato: la madre malata, il suo modo devoto e amorevole di occuparsi di lei, le difficoltà di una vita che non è di certo dolce come le torte che prepara. Inoltre nuovi personaggi subentreranno nella serie, come Claire (la new entry Molly Gordon), una vecchia amica di Carmy. E poi immancabile, il cibo: piatti gourmet, street food, portate invitanti, gioia per gli occhi e sicuramente per il palato, croce e delizia per i protagonisti della serie. Ma il tempo corre e l’apertura del nuovo locale è alle porte, tra burocrazia, problemi logistici da risolvere e il rischio di fallire ancora dietro l’angolo.

The Bear 2 – Coraggio e fiducia nella serie TV Disney+

The Bear 2, cinematographe.it

Come ti sono andate le cose?”, chiede Claire a Carmy dopo averlo rincontrato per caso dopo anni in un supermercato, “Non ne ho idea”, le risponde, un’affermazione che rende pienamente il personaggio controverso dello chef Berzatto che da giovanissimo ha raggiunto livelli altissimi, vincendo tre stelle Michelin, ma che ha sperimentato sulla sua pelle quanto la pressione e la perfezione possano portare a estreme e tragiche conseguenze. Una rockstar della cucina potremmo definirlo, genio, sregolatezza, fra dipendenze, depressione e colpi di testa. Se già alla fine della prima stagione lo avevamo visto affrontare i suoi demoni con più consapevolezza, adesso lo ritroviamo sempre inquieto ma disposto a concedersi una speranza per il futuro non solo lavorativo, sempre sostenuto, tra alti e bassi, dalla sua “famiglia”, a conferma che l’unione fa sempre la forza, nonostante le follie di Richie, le riparazioni di fortuna in cucina di Matty, o l’ossessione di Sydney per la stella Michelin. Per lei sarebbe una benedizione, per Carmy “una trappola”, perché conosce bene il panico di doverla mantenere, di tenere sempre standard altissimi, conosce lo stress e i risvolti “tossici” di quando si raggiunge l’apice, tra gli argomenti cardine di The Bear, raccontati in maniera efficace nella prima stagione.

Ogni secondo conta

The Bear 2, cinematographe.it

Costanza, sangue, sudore e lacrime sono il costo dei sogni, quelli di Carmy, quelli di Sydney, di Marcus, di molti dei protagonisti di The Bear, una serie che parla e raccontata tanto a chi nella vita non ha mai avuto niente in regalo, a chi per realizzare le proprie aspirazioni si gioca tutto, a chi cade e si rialza pur con le ossa rotte, a chi non spegne mai il cervello e non trova pace e sa che ogni secondo conta, che sia per l’apertura di un nuovo ristorante o per trovare la ricetta perfetta. “Ho commesso molti errori”, dice il mastro pasticcere interpretato da Will Poulter a Marcus, “Ne è valsa la pena?”, gli domanda, “Chiedimelo domani”. Un dialogo che esprime tutto il duro lavoro che c’è dietro un sogno, qualunque esso sia.

Chicago fa da sfondo alle vicende di protagonisti di The Bear, che vivono intensamente, alla ricerca della loro occasione, seguiti dalla camera nei loro bellissimi e intensi primi piani, interpreti tutti di grande livello, capaci di esprimere con naturalezza tutto il mondo interiore dei loro personaggi.

The Bear – stagione 2: valutazione e conclusione

The Bear 2, cinematographe.it

La seconda stagione di The Bear conferma la qualità della serie creata da Christopher Storer, anche produttore esecutivo, regista, e sceneggiatore insieme a Karen Joseph Adcock, Sofya Levitsky-Weitz e Alexander O’Keefe, che riesce a essere universale pur raccontando di un ambiente specifico come quello della ristorazione, dimostrando l’importante lavoro di scrittura dietro una serie e il ruolo fondamentale che hanno gli sceneggiatori (troppo spesso dimenticati e non menzionati) dietro le tante storie che ci appassionano, come quella di Carmy Berzatto e company.

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Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4