The Brothers Sun: recensione della serie Netflix
La recensione della serie family dramedy in salsa gangster/action creata da Brad Falchuk e Byron Wu con la premio Oscar Michelle Yeoh. Dal 4 gennaio 2024 su Netflix.
Tra i tanti accordi siglati da Netflix nelle passate stagioni c’è anche quello con lo showrunner e produttore Brad Falchuk, storico collaboratore di Ryan Murphy nonché marito di Gwyneth Paltrow, che con la sua società e la complicità del sodale Byron Wu hanno dato seguito alla collaborazione creando per il colosso dello streaming la serie in otto episodi (della durata variabile dai 45 ai 65 minuti) The Brothers Sun, rilasciata sulla piattaforma a stelle e strisce il 4 gennaio 2024. Il ché ha permesso al broadcaster statunitense di iniziare il nuovo anno con il botto nel senso letterale del termine, vista la scarica di adrenalina che lo show è capace di dare a chi avrà voglia di vederla. Una scarica che deriva dall’elevato dosaggio di azione iniettata dagli autori in fase di scrittura e dai registi Kevin Tancharoen e Viet Nguyen al momento della messa in quadro.
Alla base di The Brothers Sun c’è una storia di famiglia, mafia, potere, vendetta e crescita personale
Facile intuire che sia proprio la componente action l’ingrediente principale di una ricetta che prevede un’abbondante commistione di generi che ha portato sullo schermo un maionese impazzita di family dramedy, gangster movie, azione e black comedy. Ed è da questo mix esplosivo che è nata una serie dai toni cupi ma allo stesso tempo ironici che racconta una storia di famiglia, di mafia, di potere, vendetta e di crescita personale dove calci e pugni, ma anche tanta ironia, domineranno la scena. La storia di The Brothers Sun si focalizza sul leggendario killer Charles Sun (Justin Chien), il quale, in seguito al ferimento a morte del padre, capo di una potente triade taiwanese, da parte di un misterioso assassino, vola a Los Angeles per proteggere la madre Eileen (Michelle Yeoh) e l’ingenuo fratello minore Bruce (Sam Song Li), con quest’ultimo che fino a quel momento era stato tenuto all’oscuro sulla verità per volere della donna, trasferitasi in California con lui sperando in un nuovo inizio. Mentre le organizzazioni più pericolose di Taipei e una nuova fazione in ascesa si scontrano per il dominio, Charles, Bruce e la loro madre devono curare le ferite causate dalla loro separazione e scoprire il vero significato di fratellanza e famiglia prima che uno degli innumerevoli nemici li elimini tutti.
In The Brothers Sun la tradizione dei film orientali di arti marziali degli anni Ottanta incontra la contemporaneità dei gangster made in USA
Si muove dunque sull’asse Taiwan-Stati Uniti quello che è a tutti gli effetti un melting pot seriale in cui il cinema d’azione orientale degli anni Ottanta incontra, sposandosi e contaminandosi, la contemporaneità di quello gangster made in USA. Se sulla carte tale fusione può risultare estremamente elettrizzante, nella pratica è tutt’altro che facile metterla in atto e fare in modo che funzioni. Falchuk e Wu per loro e nostra fortuna ci riescono e per farlo sovrappongono la modernità e le tradizioni in uno show nel quale ai conflitti a fuoco e alle esplosioni si preferiscono le coreografie marziali con e senza lame affilate, caratterizzate da un forte tasso di spettacolarità, di velocità di esecuzione e di pregevolissima estetica del movimento. Un lavoro e una resa che con dedite distanza riporta la mente a Kill Bill, anche se a dire la verità le principali fonti d’ispirazione a livello di trama e di riferimenti al cibo (vedi la passione del protagonista per la pasticceria) sono Minbo: The Gentle Art of Japanese Extortion e Tampopo, entrambi diretti da Jûzô Itami, ai quali si va ad aggiungere Gymkata, lo scult di Robert Clouse che gli autori citano dichiaratamente nel corso del settimo capitolo. Senza dimenticare ovviamente tutte quelle pellicole che ascrivibili al prolifico filone dello yakuza movie. È da queste fonti che gli autori hanno attinto per dare forma e sostanza a uno show che sa benissimo come intrattenere lo spettatore di turno, passando senza soluzione di continuità dalla risata all’azione attraverso battute pungenti e scontri fisici davvero coinvolgenti.
Le scene d’azione e i combattimenti sono il punto di forza della serie
Il tutto reso possibile dal lavoro dietro e davanti la macchina da presa dei registi da una parte e del protagonista Justin Chien dall’altra. L’attore cinese insieme alla collega premio Oscar Michelle Yeoh, nei panni di una matrona amorevole, sagace, spietata e strategicamente infallibile, sono la punta di diamante dell’intera operazione. Mentre i primi confezionano delle mirabolanti, esplosive e iper-cinetiche sequenze d’azione che da sole valgono il canone mensile di Netflix: dall’uno contro tutti di apertura nell’open space dell’attico di Taipei ai combattimenti nella SPA coreana del quarto episodio, dall’enorme ed esilarante scena ambientata nella villa del boss con i sicari travestiti da T-Rex armati di machete a quella nel campo pratica a colpi di palline e mazze da golf che precede la resa dei conti sanguinaria nel ristorante tra le triadi. Insomma se siete alla ricerca di una serie frenetica, fresca e divertente, allora The Brothers Sun è fatta su misura per voi.
The Brothers Sun: valutazione e conclusione
Le spettacolari, esplosive e adrenaliniche scene d’azione sono il punto di forza di The Brothers Sun, con le performance attoriali di Justin Chien e Michelle Yeoh che invece rappresentano la vera ciliegina sulla torta. Il tutto al servizio di uno show che per parlare di famiglia, potere e vendetta mescola efficacemente la tradizione dei film d’azione orientali degli anni Ottanta con i gangster movie a stelle e strisce contemporanei. Un mix nel quale trovano spazio anche le dinamiche del family-drama e le battute pungenti tipiche della dark comedy. Bravi e capaci gli sceneggiatori a fare coesistere e interagire tutti i generi chiamati in causa, dando forma e sostanza a un prodotto ben confezionato di puro intrattenimento.