The Devil’s Hour 2: recensione della seconda stagione della serie TV con Peter Capaldi
The Devil's Hour 2: la recensione della seconda stagione della serie TV di Prime Video con Peter Capaldi.
The Devil’s Hour 2, che ha debuttato su Prime Video il 18 ottobre 2024, vede Peter Capaldi di nuovo protagonista in questo thriller psicologico prodotto da Steven Moffat. L’ex Doctor Who si cimenta – ironicamente visto il suo precedente ruolo – in un’altra impresa tra coincidenze e loop temporali. La prima stagione aveva introdotto Lucy Chambers (interpretata da Jessica Raine), una donna che si sveglia ogni notte alle 3:33, considerata l’ora del diavolo. La sua casa appare infestata da fantasmi e ha ricordi che non sembrano i suoi, fino a quando si ritrova inspiegabilmente connessa a una serie di brutali omici accaduti nella sua zona. Questo la porta a cercare delle risposte e a incrociare la strada con Gideon (Capaldi), un uomo solitario con delle ossessioni omicide, che è in grado di rivivere la sua vita attraverso una serie di loop e reincarnazioni. Anche Lucy può percepire le vite passate, e sarà questo a legarli. La seconda stagione alza ancora di più l’asticella con i due protagonisti che uniscono le forze per prevenire una tragedia e dare la caccia a un mostro che sembra non farsi trovare.
The Devil’s Hour 2: la prima stagione era originale, la seconda è semplicemente geniale
La prima stagione di The Devil’s Hour ci aveva lasciati di stucco. La serie di Steven Moffat si era presentata come un elegante poliziesco, ma il potenziale che ci fosse dell’altro, era palpabile sotto la superficie. Il finale aveva visto Gideon scappare di prigione, mentre Lucy e il figlio Isaac erano intrappolati in un incidendio dentro casa. Successivamente, una Lucy versione detective arriva sulla scena dell’incidente. Ed è più o meno qui che parte The Devil’s Hour 2. In una linea temporale diversa, Lucy ha deciso di entrare in polizia dopo aver scoperto che sua madre si era tolta la vita quando lei era solo una ragazzina. Ravi (Nikesh Patel), il poliziotto della prima stagione, in questa versione è suo partner e marito. La new entry Sam Boyd (Saffron Hocking) è un’altra collega di Lucy. In questa versione, il piccolo Isaac è convinto che quella vita non gli appartenga, perché ha ricordi di un’altra precedente. C’è poi l’altra Lucy, quella madre single che inizia a collaborare con Ravi (con cui non è sposata) per indagare su un attentato in un negozio di giocattoli che può permettere a Gideon di sventarlo. La missione non è semplice, poiché il criminale non si fa trovare. I nostri eroi sanno solo che devono mantenere segreto l’attentato – per ragioni che non vengono del tutto svelato – perché da questo dipende il passato, presente e futuro delle linee temporali.
The Devil’s Hour continua così a mostrare una struttura narrativa ad incastri che richiede molto sforzo mentale poiché la scrittura spinge le due realtà (o potremo chiamarlo semplicemente multiverso) a convergere tra loro, fino al colpo di scena finale che porta a chiedersi cosa accadrà nel capitolo conclusivo – la serie TV è già stata confermata per una terza e ultima stagione.
The Devil’s Hour 2: la forza del cast con Peter Capaldi e Jessica Raine
Per realizzare una storia con una trama complessa come The Devil’s Hour c’è bisogno di un cast accattivante. Peter Capaldi lo è di sicuro: carismatico, ambiguo nel ruolo di Gideon. Non sappiamo mai fino in fondo se agisca per il bene o per il male. Ha sicuramente un suo piano da portare avanti, ma spesso i suoi metodi vengono messi in discussione. C’è poi la sua controparte, Jessica Raine nei panni delle due Lucy, rispettivamente una madre e una donna di legge. In apparenza due personalità diverse, ma che a contatto con Gideon finiscono per assorbire il suo carattere oscuro, fino a diventare un suo simile.
The Devil’s Hour 2: valutazione e conclusione
La scrittura di The Devil’s Hour 2 è di alto livello e pone una posta in gioco ancora molto più intrigante. Il cast rimane il punto forte della serie, con Peter Capaldi e Jessica Raine che si affidano completamente l’uno all’altro, dimostrando un’ottima sintonia tra i loro personaggi. The Devil’s Hour è anche una serie difficile da spiegare che richiede uno sforzo mentale enorme per capire i vari snodi narrativi. Si spera che la terza stagione fornisca una soluzione ai dubbi rimasti, senza correre il rischio di creare una ragnatela ancora più intricata.
Regia: 3.5
Sceneggiatura: 4
Sonoro: 3
Fotografia: 3.5
Recitazione: 4
Emozione: 4