The Equalizer – stagione 3: recensione della serie con Queen Latifah

The Equalizer 3 arriva anche in formato seriale con le avventure dell'agente speciale McCall: non solo Denzel Washington, anche Queen Latifah se la cava bene (se non meglio)!

The Equalizer è il nome di una delle saghe cinematografiche action di maggior successo degli ultimi anni: alla guida della trilogia, un Denzel Washington che gestisce in modo magistrale la sua presenza sullo schermo, senza mostrare che il tempo passa per tutti. La sua capacità di rimanere sempre uguale a se stesso, all’interno di un franchising così popolare e potente nell’immaginario dei cinefili di tutto il mondo, è un dono ma anche un limite: i film si incastrano e confondo l’uno nell’altro, restando capitoli vagamente anonimi di una trasposizione decente della popolare graphic novel. L’operazione, dunque, è stata ripresa da una serie TV che ha debuttato sul piccolo schermo nel 2021, mantenendo lo stesso titolo: The Equalizer.

Con 3 stagioni sulla schiena e una storia da raccontare, la serie TV creata da Andrew W. Marlowe & Terri Edda Miller riesce a mostrare alcuni aspetti diversi, nuovi, moderni di una avventura raccontata al suo meglio nel 1985 con l’attore Edward Woodward nei panni del protagonista/vigilante Robert McCall. La stagione 3 è disponibile su Paramount+ a partire dal 17 settembre 2023 dopo un debutto nella TV statunitense nel maggio del 2023. Ma è un prodotto divertente o un’ennesimo action che ricade sempre negli stessi stereotipi? La risposta è: a metà tra le due categorie. Articoliamo questa risposta senza raccontare gli avvenimenti della stagione 3, riservati ai curiosi che abbiano voglia di guardarla!

The Equalizer Stagione 3: un’opera riuscita che porta da tre anni gli stessi difetti con sé

The Equalizer 3 recensione - cinematographe.it

The Equalizer 3 affronta una serie di tematiche importanti nella sua nuova stagione, portando sullo schermo razzismo, minoranze, esclusione ed inclusività. Temi così importanti si fondono con le scene di violenza ed azione a cui lo show ha abituato i suoi spettatori, con una Queen Latifah sempre piuttosto affaticata dalla quantità di movimento richiesto alla sua Robyn McCall per portare avanti la sua vocazione di vigilante/ex agente speciale. Latifah riesce sempre a mettere in scena una interpretazione tutto sommato convincente, ma mentre il suo delivery e la sua forza sono palpabili confermando la sua abilità di attrice, si ha sempre la sensazione che la scelta dell’attrice sia qualcosa che poteva avvenire con maggior attenzione.

Non è la fisicità che manca a Queen, ma la cattiveria e la violenza richieste dalla scrittura del personaggio così come presentato sia nella graphic novel che negli altri adattamenti televisivi e cinematografici. La Latifah non è cattiva abbastanza e questo va ad intaccare gran parte dello show: quando la scrittura fatica a trovare una sua coesione nonostante viva dei momenti di grande gloria dialogica, dovrebbe essere la forza degli interpreti a riempire i vuoti di significato e di emozione. In questo caso, risulta poco credibile la bonaria ironia della Latifah con il suo ruolo di eroina violenta ed oscura, una guerriera dalla parte della giustizia con un lato demoniaco. In questo, forse, la stoica performance di Denzel – anche se sempre uguale a se stessa – esprime al meglio la fredda ferocia del personaggio.

Un ultimo problema di questa serie, che riesce a creare scene di combattimento ed inseguimento piuttosto avvincenti quando ci mette attenzione e cura, è di fattura puramente formale: in un format che si propone come prodotto d’azione, la suddetta non può essere così mancante. In The Equalizer, a partire dalla stagione 1, si parla molto di missioni, azione, agenti pericolosissimi e assalti brutali, ma se ne vedono davvero pochi. Tutto il parlare di ciò che accade, senza che realmente accada, spegne l’animo degli appassionati del genere che si aspettavano adrenalina fumante in ogni sequenza.

The Equalizer stagione 3: valutazione e conclusione

The Equalizer - Cinematogragphe

Nonostante una serie di chiari difetti, la serie mantiene una qualità media grazie al coraggio di toccare argomenti sociali moderni, toccando le problematiche economiche e ideologiche dell’America contemporanea senza aver paura di spingere qualche tasto di troppo. La volontà di calpestare un terreno scomodo è garanzia di tematiche interessanti, conflitti generazionali e un fondo educativo da tenere in prezioso conto. The Equalizer 3, così come le stagioni precedenti, si pone perfettamente al centro tra un action mediocre ad un thriller dagli spunti narrativi e tematici eccellenti. In fin dei conti, è una serie TV di qualità sufficientemente elevata da poter essere definita “guardabile”. Consigliata? Nì.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.7