The Flash 4: recensione della première della quarta stagione
Cosa sarà successo a The Flash nei sei mesi intrappolato nella Forza della Velocità? La season première della quarta stagione chiarirà tutti i vostri dubbi.
La fatica di iniziare una nuova stagione di una serie tv che seguiamo abitualmente è, indubbiamente, ricordare nei minimi dettagli cos’era accaduto nelle molteplici e principali storyline della precedente stagione. Con The Flash, però, rispetto ad altri show, non ci imbattiamo totalmente in tale pericolo, poiché i finali di stagione della serie dedicata al velocista terminano sempre con il protagonista principale, Barry Allen, alias The Flash, lontano dalla sua realtà.
Se all’inizio della precedente terza stagione di The Flash, Barry Allen non era presente nella sua realtà temporale a causa di Flashpoint, anche nella quarta, e nuova, stagione Barry è intrappolato distante dalla sua quotidianità, e più precisamente, nella Speed Force (la Forza della Velocità), in cui dovette entrare in seguito alla vittoria conseguita sul terribile villain Savitar. I fan della serie, ormai, dovrebbero aspettarsi che, nonostante i dilemmi dei season finale, Barry riesce sempre a tornare dai propri cari nel corso di pochissime puntate, o in questo caso specifico, proprio nella première della nuova stagione.
The Flash: Cosa è accaduto nei sei mesi in cui Barry ha vissuto nella Forza della Velocità?
Innanzitutto, occorre precisare che abbiamo a che fare con un salto temporale di sei mesi dalla scomparsa di Barry. L’ex team Flash, composto da Joe, Iris, Kid Flash e Cisco, tenta di continuare la lotta contro il crimine di Central City, ma senza ottimi risultati. La tipica drammaticità e melanconia della serie, data dalla mancanza del supereroe per eccellenza, torna inarrestabile. Nonostante ciò, è facilmente intuibile un prevedibile colpo di genio, attraverso cui il team escogiterà un piano per riportare Barry tra di loro. Cosa che, in effetti, accade già prima di arrivare a metà episodio.
Cisco, anche se stava lavorando già da tempo a un piano per liberare l’amico dalla Forza della Velocità, decide che è l’ora di far tornare l’unico e inimitabile Flash, dopo che un misterioso villain, soprannominato il Samurai, chiede di potersi confrontare con il vero velocista, pena la distruzione di Central City. In seguito a vari tentennamenti, e convinzioni di fallimento, il team, con l’aggiunta anche di Caitlin, riesce a recuperare Barry. Purtroppo, però, il Barry trovato non è quello che i ragazzi conoscono: Allen dice frasi sconnesse, senza alcun significato, dando segni simili alla demenza.
The Flash: la season première della quarta stagione non convince
La quarta stagione di The Flash non parte propriamente con il piede giusto. La scorsa stagione aveva illuso i fan che la serie potesse tornare alla gloria dei primi tempi, ma sappiamo che più uno show va avanti, maggiore sarà la possibilità di ricadere in un qualcosa di già visto o comunque banale. La season première della quarta stagione, intitolata The Flash Reborn, infatti, non offre agli spettatori più fedeli quella dose necessaria d’innovazione e originalità. Viene proposto l’identico meccanismo narrativo già visto più volte, tanto che è già possibile immaginare cosa accadrà nei minuti immediatamente successivi, togliendosi così ogni gusto della visione e anche ogni sorpresa.
Essenzialmente, in The Flash Reborn, non accade niente di rilevante, se non il recupero di Barry, e il successivo “salvataggio” della sua mente. Inoltre, tutto ciò avviene in soli 40 minuti, in un’unica puntata. Chiunque potrebbe rendersi conto che, effettivamente, la puntata è stata realizzata con un’inaspettata superficialità.
The Flash: il cast della serie non brilla come di consueto
Anche il cast, dal canto suo, non è riuscito a dare particolare spessore all’episodio. Mancava, infatti, di una carica e di una particolare chimica ed energia, ben palpabili invece nelle scorse stagioni. Lo stesso Grant Gustin, che lo scorso anno dette il meglio di sé interpretando due versione del suo personaggio, quella buona (Barry Allen/Flash) e quella malvagia (Savitar), non offre particolari emozioni, anzi è dotato di un’evidente piattezza.
Le premesse dunque sono tutt’altro che positive. Le uniche cose che possono far ben sperare per la sorte, e il successo, della serie sono due particolarità accennate nel corso della season première: il nuovo malvagio villain, Pensatore, e i loschi affare in cui si è cacciata Caitlin. Due elementi, però, non sono sufficienti se non si possiedono le capacità di inserirli all’interno di contesti nuovi, e di risolverli attraverso nuove dinamiche.