The Order: recensione della serie soprannaturale Netflix

Una serie a metà tra Harry Potter e Le terrificanti avventure di Sabrina, decisamente mal gestita.

The Order è una serie originale Netflix del 2019, di genere teen drama a sfondo soprannaturale. I creatori dello show sono sono Dennis Heaton e Shelley Eriksen, mentre i protagonisti sono Jake Manley (Heroes Reborn), Sarah Grey (Power Rangers, Legends of Tomorrow), Adam DiMarco (The Magicians), Matt Frewer (Watchmen), Sam Trammell (True Blood), Louriza Tronco (Spiral) e Max Martini (13 Hours, Pacific Rim). Tutti i 10 episodi della prima stagione di The Order sono disponibili su Netflix dal 7 marzo.

Jack Morton (Jake Manley) è una brillante matricola della Belgrave University, e con l’aiuto del nonno è fermamente intenzionato a indagare sulla scomparsa della madre e sulla misteriosa figura del padre. Nel corso del suo inserimento nella nuova realtà, Jack si unisce a una società segreta chiamata l’Ordine Ermetico della Rosa Blu, di cui fa parte anche l’affascinante Alyssa Drake (Sarah Grey). Mentre all’interno dell’istituto si susseguono morti violente e misteriose, Jack viene coinvolto in una guerra fra licantropi e sostenitori della magia nera, nella quale può giocare un ruolo determinante per via delle sue origini.

The Order: una cocktail annacquato e insapore fra Harry PotterLe terrificanti avventure di Sabrina

The Order  Cinematographe.it

Con The Order, Netflix si prefigge l’obiettivo di ampliare ulteriormente il proprio già florido catalogo dedicato agli adolescenti, mettendo in scena un teen drama collegiale dalle tinte soprannaturali che strizza esplicitamente l’occhio a classici del genere come Buffy e Streghe. Purtroppo, il risultato è decisamente scarso. Nonostante il primo episodio metta tanta carne al fuoco, con il desiderio di vendetta del protagonista Jack che sembra potersi intrecciare in maniera accattivante con una sottotrama mistery sulla serie di omicidi che affliggono il college e con sfumature magiche e fantastiche potenzialmente accattivanti, la serie scade già dai successivi episodi nella mediocrità più totale, a causa dell’incapacità di creare un solido legame fra lo spettatore e il racconto e di dire qualcosa di realmente nuovo e originale sui tanti temi proposti.

Ci troviamo ben presto davanti a una sorta di commistione malriuscita fra l’universo di Harry Potter e il recente prodotto Netflix Le terrificanti avventure di Sabrina, che però non ha né la profondità nella gestione dei personaggi e l’approccio leggero e giocoso al mondo delle arti magiche del primo, né le atmosfere dark e il punto di vista adulto che hanno fatto la fortuna del secondo. The Order ci mette invece davanti a dei personaggi bidimensionali e stereotipati, ulteriormente affossati dalle performance inespressive degli interpreti più giovani, e a delle situazioni logore e ampiamente telefonate (l’attrazione sentimentale fra i protagonisti, le origini di Jack che si intersecano con la trama principale), che rendono impossibile, anche a un pubblico giovane o giovanissimo, affezionarsi alla vicenda e ai suoi caratteri.

The Order sconta principalmente la mancanza di approfondimento dei personaggi

The Order  Cinematographe.it

Ad affliggere ulteriormente The Order è la gestione avvilente degli aspetti che dovrebbero dare un qualcosa in più alla serie, ovvero gli elementi soprannaturali. Nonostante un lavoro sull’immagine e sulla scenografia quantomeno dignitoso, guardando lo show di Dennis Heaton e Shelley Eriksen sembra di tornare improvvisamente indietro di almeno 20 anni, nell’accezione più negativa possibile. Come nei più scadenti episodi delle peggiori serie a sfondo soprannaturale degli anni ’90, i licantropi, sui quali dovrebbe essere imperniata una parte consistente della trama, vengono mostrati poco e male, e anche la messa in scena delle uccisioni è totalmente anestetizzata, privando lo spettatore anche di un minimo brivido di paura. Le sfide e le avventure da affrontare per i protagonisti sono inoltre rese con un inaccettabile livello di confusione e con dialoghi scialbi e superficiali, al punto che in più di un’occasione sorgono legittime domande su cosa i personaggi stiano facendo e perché.

Tutti questi problemi sarebbero però almeno in parte perdonabili se The Order avesse una qualità fondamentale, che molte delle più scalcinate serie degli anni ’90 possedevano, ovvero il cuore. Anche nei momenti in cui la tensione del racconto si avvicina a una soglia accettabile, non sentiamo mai un reale sentimento di comunione e fratellanza fra i vari personaggi, e neanche quel pizzico di goliardia e leggerezza che l’ambientazione collegiale dovrebbe incentivare. I personaggi di The Order sono ingenui come dei bambini e noiosi come i meno interessanti degli adulti, e rendono impraticabile qualsiasi forma di empatia nei loro confronti. Persino i villain della serie, nonostante siano interpretati da attori di spessore come Max Martini, risultano costantemente forzati e ridicoli, rendendo quella che avrebbe potuto essere un’intrigante battaglia fra forze ancestrali assimilabile a una mera lotta fra bulli.

The Order: porte aperte per una seconda stagione?

The Order Cinematographe.it

Nonostante qualche flebile tentativo di ravvivare la situazione negli episodi finali della stagione, e l’immancabile porta lasciata aperta per un nuovo ciclo di puntate, risulta difficile ipotizzare un successo di The Order, anche se limitato al proprio pubblico di riferimento, e una conseguente prosecuzione della serie. Con tanti buoni prodotti a propria disposizione, ci auguriamo che Netflix lasci cadere nel dimenticatoio questo show scadente e mal gestito, incapace di lasciare un segno tangibile del proprio passaggio nell’animo dello spettatore.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 1.5
Sonoro - 1.5
Emozione - 1.5

1.7

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