The Politician – Stagione 2: recensione della serie TV Netflix
La recensione della seconda stagione di The politician, la serie satirica di Ryan Murphy con Ben Platt e Gwyneth Paltrow.
Il cliffhanger alla fine della prima stagione di The Politician aveva gettato le basi per una continuazione che avrebbe offerto un’opportunità di riscatto non da poco al protagonista Payton Hobart. Ora i nuovi sette episodi della serie satirico-politica ideata da Ryan Murphy sono disponibili su Netflix, trasferendo il centro dell’azione dall’high school di Santa Barbara alla città di New York. Ben Platt e Gwyneth Paltrow, assieme agli altri protagonisti e con alcune new entry, tornano a prendere di mira le dinamiche del mondo politico statunitense, proseguendo nel percorso e nella crescita di Payton attraverso il suo sogno di divenire Presidente degli Stati Uniti.
Nella seconda stagione di The Politician Payton sfida una veterana della politica statunitense per il posto di senatore dello Stato di New York
In questa seconda stagione la contesa si sposta dal college all’arena politica vera e propria: Payton Hobart sfida Dede Standish per il seggio al Senato dello Stato di New York. Dede è una leader di vecchia data, ammirata da molto tempo e assistita da Hadassah Gold, capo dello staff senza fronzoli che da anni la segue organizzando le sue campagne vincenti. La rielezione di Dede sembra pressoché scontata, ma Payton e i suoi collaboratori (la fidanzata Alice, McAfee, James e Astrid) decidono di puntare sul messaggio ambientale conquistando il consenso dei giovani per risalire nei sondaggi. Da parte loro, Dede e Hadassah vogliono solo superare queste elezioni in modo che Dede possa essere scelta come candidata vicepresidente da parte di Tino McCutcheon nella corsa presidenziale. Nel frattempo, sua madre, Georgina Hobart, si candida come governatrice dello Stato della California, una decisione che minaccia di mettere Payton in ombra. Tra dilemmi etici e morali, imprevisti e relazioni surreali, Payton deve scegliere che tipo di politico essere e che strategia utilizzare per realizzare le sue ambizioni.
The Politician 2 prosegue con lo stile accattivante della prima stagione ma ne riporta certi difetti
La seconda stagione della serie si muove abilmente nel solco tracciato dalla prima parte dello show, pur segnandone però gli stessi limiti. Gli episodi si susseguono in maniera dinamica e con una durata abbastanza contenuta, dando una certa verve alla visione ed evitando di perdersi in fronzoli inutili. Il risultato è un lavoro compatto che non annoia mai e invoglia di episodio in episodio a proseguirne la visione, incuriosendo sull’esito finale della vicenda raccontata. Tuttavia anche questa seconda stagione tende a sovraccaricare di elementi la narrazione, riuscendo comunque a darle indubbiamente fluidità, ma peccando nell’approfondimento e nello svisceramento adeguato di certi spunti e certe tematiche. The Politician si conferma un prodotto scritto in maniera furba – il che non è per forza un male – conscio di dove vuole andare a parare e di che tipologia d’emozione vuole trasmettere. Lo stile della serie è costruito su un carattere accattivante, dotato di momenti particolarmente brillanti, ma che non si arrischia mai nell’uscire platealmente dalle maglie della critica politica – si perdoni il gioco di parole – politicamente corretta.
The Politician 2 si basa su personaggi ben scritti con delle new entry azzeccate
Il finale di stagione pecca di una chiusa un po’ buonista e l’impianto complessivo della storia si concentra talvolta eccessivamente sulle triangolazioni amorose messe in scena, ciò nonostante i personaggi scritti da Ryan Murphy rimangono azzeccati come nella prima parte della serie, riuscendo ad evolversi in parte nelle loro personalità. Le nuove protagoniste funzionano a dovere, creando un dualismo energico con Payton e i volti già noti del format. Il cambio di ambientazione fa un buon servizio alla resa della serie, permettendo di evitare ripetizioni stantie e dando un’idea di ulteriore freschezza, segnata particolarmente anche dalla nuova direzione intrapresa dalla Georgina di Gwyneth Paltrow. La scrittura mantiene un tono surreale che al contempo fa un continuo riferimento alla realtà, raccontando vizi e virtù – pur portati all’estremo – del mondo politico americano. Spiace invece il fatto che certi personaggi con notevoli potenzialità – come ad esempio Infinity – siano stati lasciati parzialmente ai margini, non sfruttando completamente il loro dinamismo e le loro caratteristiche, per quanto invece venga costruita in maniera completa la linea narrativa principale.
All’interno della stagione troviamo poi l’episodio Gli elettori, speculare a L’elettore della prima stagione, dove il fulcro dell’attenzione si sposta dal punto di vista dei candidati a quello dei possibili votanti. In questo caso l’episodio è costruito sul conflitto intergenerazionale e sul dualismo tra idealismo e pragmatismo, ritrovando in esso uno dei momenti maggiormente ispirati della serie, emblema dell’essenza comunicativa del suo showrunner, caratterizzata da eccessi funambolici e una sequenza di situazioni brillanti che portano ad una morale finale.
La serie di Ryan Murphy non è priva di difetti ma risulta godibile e coinvolgente
The Politician si conferma una commedia piacevole, definita attraverso una certa fluidità e retta da personaggi stravaganti. Questa seconda stagione accentua talvolta alcuni limiti dello show, con qualche incursione eccessiva nei caratteri melodrammatici della storia e la tendenza a non perseguire adeguatamente tutte le situazioni generate. Grazie ad un cast ben rodato dalla prima stagione, alla crescita dei protagonisti e delle loro azioni, e all’innesto più che riuscito delle due ulteriori protagoniste – segnate da una grande chimica tra loro – riesce però a trovare uno slancio convincente, riaffermandosi come un prodotto gradevole ed intelligente, nonostante la satira di fondo dello show non sia mai graffiante come potrebbe essere. Il carattere istrionico (e un po’ kitsch) conquista, facendo scordare i difetti della serie e dandole con questa seconda stagione ulteriore linfa vitale, sviluppandone e definendone una dimensione ideale. Pur strizzando un facile occhiolino allo spettatore medio, le estremizzazioni narrative e le parodie delineate colgono il segno dei tempi e The Politician rimane così un prodotto ben confezionato, vivace e scorrevole, che sa parlare della società – in particolare quella statunitense – in maniera leggera e godibile.
The Politician 2 è disponibile dal 19 giugno su Netflix.