The Recruit – stagione 2: recensione della serie Netflix con Noah Centineo
Dal 30 gennaio 2025 su Netflix, la seconda stagione di The Recruit vede Owen alle prese con un intrigo internazionale, tra azione e ironia.
Creata da Alexi Hawley (Castle, The Rookie) e prodotta dal 2022, The Recruit torna con una seconda stagione che – come il primo ciclo di episodi – riesce a intrattenere piacevolmente per tutta la durata delle sue sei puntate (la prima stagione era, invece, composta da otto episodi). La scelta sembra azzeccata, perché un paio di episodi in più sarebbero risultati un po’ troppi per lo sviluppo della storia. Ancora una volta, troviamo l’avvocato Owen Hendricks – interpretato dal carinissimo Noah Centineo – alle prese con una missione per la CIA alquanto pericolosa.
Sin da subito, il suo ingresso nell’agenzia di intelligence del Governo degli USA non è stato semplice. Ora Owen sarà messo, nuovamente, alla prova. La seconda stagione di The Recruit è disponibile, in streaming su Netflix, dal 30 gennaio 2025.
The Recruit 2: la spy adventure per un week-end da binge watching
C’è da dire che, insieme a The Night Agent, The Recruit riesce a soddisfare la voglia di azione e spionaggio degli spettatori della nota piattaforma di streaming online. Entrambe le serie hanno come protagonisti due volti freschi – Gabriel Basso, nel caso di The Night Agent – e intrattengono il pubblico senza voler essere, a tutti i costi, perfette. Del resto, dopo una faticosa settimana lavorativa, fatta di impegni familiari e problemi, quale modo migliore per staccare la spina, se non quello di mettersi comodi sul divano, con una tazza di tè bollente in mano e godersi una bella maratona con le avventure di Owen Hendricks o Peter Sutherland?
Ovviamente, le serie differiscono per alcuni aspetti. Il nostro Owen si trova, improvvisamente, coinvolto in un mondo fatto di intrighi e spionaggio. Soprattutto in questa seconda stagione di The Recruit, cerca – grazie alle sue doti – di risolvere una delicata questione che vede coinvolti i segreti della CIA, che potrebbero essere rivelati. Il tutto si sviluppa tra Corea del Sud e Russia (ma non soltanto). Nel cercare di salvare l’agenzia di intelligence del Governo, Owen rischia di morire più volte (del resto, il titolo dell’episodio 2.03 è proprio “È tanto difficile uccidere un avvocato?“). Perché, in un modo o nell’altro, il nostro avvocato riesce sempre a cavarsela con astuzia e anche con un bel po’ di corse e rischi presi. Lui è “il ragazzo che tutti tentano di uccidere”.
L’ironia, la bussola morale, la determinazione e il desiderio di non essere morto dentro di Owen
Punto a favore di The Recruit sono, ancora una volta, il tono e lo stile con cui viene raccontata la serie. Dal tono leggero e ironico – pur mantenendo anche un lato thriller e drammatico – la serie continua a giocare sull’inesperienza del protagonista, riuscendo a creare delle situazioni umoristiche e, a volte, anche un po’ surreali. Non soltanto gli uffici della CIA poi, ma tante scene sul campo – come detto – dalla Corea del Sud alla Russia e non solo. Con abilità, The Recruit riesce a mescolare dramma e commedia – con un ritmo incalzante – che vede al centro la crescita del protagonista.
Hendricks è ancora una giovane recluta – a proposito di reclute, ritroviamo Nathan Fillion nei panni del direttore Alton West, il John Nolan recluta di The Rookie – che si trova coinvolto in qualcosa di enorme. Fondamentalmente, per la sua incapacità di stare fermo ad annoiarsi come gli era stato ordinato. “Perché l’hai aperta?”, gli chiede Walter Nyland (Vondie Curtis-Hall) parlando della lettera minatoria che Owen ha ricevuto. “Perché mi stavo annoiando…”, risponde il giovane avvocato. Nyland: “Lo scriveranno sulla tua lapide…”. Ambizioso, carismatico, impacciato e inesperto, Owen è, però, determinato e con il desiderio – come afferma lui stesso – di “non essere morto dentro”, come i suoi colleghi. Vuole salvare – anche da solo e a rischio della propria vita – un ostaggio in pericolo e la persona che, inizialmente, lo ricattava.
Ha una sua bussola morale, cerca di negoziare sempre e comunque, non si fa intimorire dalla pericolosità della situazione, nonostante i tradimenti, i complotti internazionali e il fatto di avere più di qualcuno alle spalle che vuole ucciderlo. Non è una spia ma un avvocato, eppure sembra avere tutte le carte in regole per esserlo (sebbene questa situazione stia diventando per lui pesante, in un certo senso). Owen sa che, per sopravvivere in questo ambiente, deve contare solo sulle proprie forze, perché i colleghi sono pronti a tradirlo o ad abbandonarlo (non tutti).
The Recruit 2: valutazione e conclusione
Composta da sei episodi, la seconda stagione di The Recruit vede un’ottima interpretazione da parte del carismatico Noah Centineo, che riesce a mescolare i momenti di coraggio, ironia e intelligenza di Owen a quelli da goffo, renendolo impossibile da non amare. Con una narrazione ad alto ritmo, la seconda stagione è perfetta per chi è alla ricerca di una storia avvincente, con una regia dinamica e che fa ridere spesso. The Recruit si conferma la serie adatta per chi ha amato Chuck, Nikita, Alias o il recente “cugino” The Night Agent. Un mix tra dramma, azione e commedia con un taglio spionistico e una freschezza che, spesso, mancano in giro. “Sei la tempesta perfetta di casini!” e noi Owen lo amiamo proprio per questo!