The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse: recensione della serie tratta dal manga

The Seven Deadly Sins - Four Knights of the Apocalypse, adattamento seriale dell'omonimo manga, su Netflix dal 31 gennaio 2024, è un fantasy di ambientazione medievale che mescola avventura e racconto di formazione.

La data è il 31 gennaio 2024, l’indirizzo è Netflix. Undici episodi per The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse, adattamento seriale dell’omonimo manga – Four Knights of the Apocalypse – scritto e disegnato da Nakaba Suzuki, fumettista giapponese edito in Italia da Star Comics. L’originale, il primo capitolo, si chiamava The Seven Deadly Sins – Nanatsu no taizai. La serie animata si inserisce nel solco di un’offerta ricchissima e immune per ora al rischio saturazione.

Il prodotto piace, agli italiani, se ne sono accorti anche i media, in genere abbastanza timidi quando si tratta di concedere al fumetto, a un certo tipo di fumetto (e relativi adattamenti) specialmente, lo spazio che merita. The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse è un racconto di formazione immerso in un’atmosfera fantasy e dall’ambientazione medievale. Eroismo e avventura, conciliando umorismo e zone d’ombra.

The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse: il viaggio dell’eroe inconsapevole

The Seven Deadly Sins: Four Knights of the Apocalypse cinematographe.it recensione

Quello di Percival, per come ce lo racconta The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse, è -ragionando di struttura, di forma narrativa – il più classico dei viaggi dell’eroe. Il tono contraddice la percezione generalmente associata a questo tipo di avventura: fresca e anche un po’ pomposa, non solenne ma abbastanza retorica. Qui le cose vanno altrimenti, la storia è modellata scrupolosamente sulla personalità del giovanissimo protagonista (il focus è su di lui anche quando è ai margini dell’inquadratura), un ragazzo maldestro, simpatico, un po’ infantile ma pieno di coraggio e intraprendenza.

Cresce da solo con il nonno in Britannia, che qualche anno prima – da qui il sequel – era stata il teatro dello scontro tra il clan dei Demoni e quello delle Dee. Percival ha un atteggiamento ambiguo verso la vita, l’eroismo e l’avventura. Su questa ambivalenza The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse costruisce l’equilibrio instabile che sovverte le aspettative dello spettatore circa il tono e la direzione della storia. Se di cronaca dei primi passi di un valoroso combattente si tratta, il valoroso in questione è un inconsapevole, non proprio a suo agio nel ruolo, anche se dotato di una grande forza. Il viaggio dell’eroe è sovvertito dal carattere giocoso e sopra le righe del protagonista, che dello stereotipo ha poco o nulla. Va detto che una pressione insidiosa grava su Percival. La forza del fato. E di una profezia.

Un cavaliere rossovestito, che si chiama Ironside e pretende di essere una vecchia conoscenza del nonno, ruba a Percival la felicità e mette fine ai giorni spensierati dell’infanzia. Percival è attratto dalla prospettiva del viaggio, anche se al nonno raccontava il contrario, che preferiva accontentarsi di quello che aveva davanti agli occhi. Ironside è convinto che Percival sia uno dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, destinati da profezia a turbare il regno di Re Arthur. Sono le interferenze di Camelot a spingere il ragazzo a mettersi in moto, alla ricerca di avventura spensierata e di un po’ di sana vendetta, nello spirito contraddittorio di una serie che insegue un equilibrio tra registri e prospettive diametralmente opposti. Non viaggia da solo, insieme a lui ci sono un po’ di amici e questi amici si chiamano Nasiens (più controllato), Donny (emotivo), Anne (su di giri).

La forza del destino, per un viaggio eroico e umoristico insieme

The seven deadly sins - Cinematographe.it

Il destino è la forza motrice di The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse. Fa valere le sue pretese sulla storia senza forzarne spessore e ambizioni. Oltre la cornice di umorismo e sdrammatizzazione, oltre il tono scanzonato – non potrebbe essere altrimenti, dato l’impianto narrativo che è quello del racconto di formazione – la serie si tradisce esteriormente, gioca cioè a non darsi un tono d’importanza, finge una superficialità che non le appartiene, pur di mantenere l’integrità e la purezza delle intenzioni. Percival è il protagonista e forse qualcosa in più: è la cartina di tornasole del manga, il manifesto programmatico. La sua vita è una contraddizione continua, ma non è così che funzionano le cose? Sentirsi padroni del proprio cammino… perché così sta scritto in una profezia? La sua lotta è quella di tutti: un’insopprimibile bisogno di indipendenza, scendendo a patti con il mondo e con quello che il mondo ha in serbo per noi.

Ironico quando serve, simpaticamente squilibrato, incapace di farsi sopraffare dal suo eroismo e dalla sua forza perché (fortunatamente) non la capisce fino in fondo, Percival è il protagonista che ci meritiamo: lampi di valore e oscurità, ma prima e dopo entusiasmo maldestro e umorismo. The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse è folklore medievale e sensibilità fantasy, avventura nel senso più “adolescente” del termine: poesia, vitalità, emotività. Offre allo spettatore, appassionato di manga o no, cultore della serie dei Sette Peccati o neofita dichiarato, un intrattenimento ragionato. Non ha paura di scendere a compromessi, sa che è necessario smorzare certe asprezze per evitare toni pretenziosi. Allo stesso tempo non insegue la pura evasione, l’intrattenimento fine a se stesso.

La ricetta si regge sull’alchimia di tanti ingredienti, ma sono soprattutto due che vale la pena di ricordare. Da un lato l’elogio, che la storia fa quasi d’istinto, all’avventura, al forzare i limiti, alla seduzione e al fascino del viaggio, alla solidarietà e all’amicizia, alle ricompense della curiosità. Poi c’è l’eleganza degli sfondi, la cura digitale che ricostruisce un mondo medievale/fantastico che sa di già visto ma in un’accezione positiva, assolutamente costruttiva: il recupero di una tradizione estetica, di un gusto e di una sensibilità cari a generazioni di spettatori. Il viaggio dell’eroe, di ogni eroe, è rivisitato in chiave autoironica e fantastica. Una serie dalle idee abbastanza chiare, che sa cosa vuole e come ottenerlo.

The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse: conclusione e valutazione

Sa cosa vuole e come ottenerlo, The Seven Deadly Sins – Four Knights of the Apocalypse, con il suo mix di eroismo e ironia sdrammatizzante, nel curioso intreccio di vecchie profezie e cuori (e animo) giovani. Non pochi gli episodi, undici, ma la breve durata – ventiquattro minuti – e l’armonia tra leggerezza e ambizioni tematiche disegnano una storia nel complesso convincente. Che si muove su un fondo fantasy/ racconto di formazione per innovare quel tanto che basta, lavorando con ironia sui toni e sui caratteri

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1