Berlinale 2018 – The Terror: recensione
La recensione di The Terror, la sontuosa serie TV americana diretta da Edward Berger e prodotta da Ridley Scott presentata in anteprima nella sezione Berlinale Series della Berlinale 2018
Ormai il mondo delle serie tv è sempre meno distante rispetto a quello del cinema, con prodotti la cui fotografia, per esempio, non ha niente a che invidiare a qualsiasi produzione cinematografica più famosa. Anzi, tra i punti di forza delle serie tv c’è indubbiamente quello di disporre di una durata maggiore grazie alla quale è possibile gestire trame sempre più complesse e presentare personaggi la cui crescita caratteriale è decisamente più lunga. Ultimamente quindi, le serie tv stanno trovando sempre più spazio anche all’interno dei festival del cinema internazionali e Berlino non è da meno. Infatti, alla Berlinale è presente un’intera sezione dedicata alle serie tv (Berlinale Series) di cui, per ogni singola serie, vengono solitamente proiettati in anteprima mondiale i primi due episodi. Lo stesso è avvenuto per The Terror, nuova serie americana diretta da Edward Berger che conta Ridley Scott tra i suoi produttori..
Fine della prima metà dell’Ottocento. Siamo a bordo di due delle navi più all’avanguardia dell’epoca, Eberus e Terror. Capitano della prima e dell’intera spedizione è Sir John Franklin (Ciarán Hinds), famoso esploratore inglese adesso alla ricerca del leggendario Passaggio a nord-ovest. Al suo fianco, il terzo in comando James Fitzjames (Tobias Menzies), giovane sicuro di sé talvolta al limite della strafottenza. Mentre le due navi proseguono il loro viaggio nell’Artico, le condizioni climatiche intorno a loro non sono delle migliori e a un inverno assai rigido segue un inizio di estate sorprendentemente freddo. Arrivati a decidere se sia meglio proseguire con la rotta prestabilita o se virare verso una nuova destinazione, come suggerito dal più cauto secondo in comando, il capitano Francis Crozier (Jared Harris), la hybris di Franklin condurrà a un imperdonabile errore tattico e le due navi rimarranno bloccate in un gigantesco pack.
The Terror: una fotografia sontuosa e una struttura narrativa nella norma
Ciò che balza subito all’occhio fin dai primi fotogrammi di The Terror è la contrapposizione tra gli esterni maestosi in cui neve e mare si incontrano e abbracciano l’uomo – che altro non sembra se non una creatura quasi fuori posto in certe immensità – e gli interni opprimenti della sottocoperta, luoghi in cui dominano il legno scuro e le lampade a olio. In una produzione del genere, dove il paesaggio diventa necessariamente personaggio, più di una volta si scelgono delle riprese dall’alto, minimali, in cui le navi sembrano quasi piccoli giocattoli al centro di una tinozza, e in cui l’occhio che osserva non può che comprendere come tutto debba essere messo in prospettiva.
Aprendosi nel 1848, quando ormai sia Erebus che Terror sono state abbandonate da tutto l’equipaggio e molti sono i dispersi nelle vaste distese ghiacciate, un paio di uomini cercano di carpire delle informazioni da un Inuit ma il racconto non è chiaro e il mistero rimane fitto. Quel che segue è un lungo flashback che si propone di raccontare che cosa sia successo a bordo delle navi dopo che sono rimaste bloccate nel ghiaccio. Nonostante questo sia uno stratagemma narrativo messo in atto piuttosto spesso per accendere l’interesse dello spettatore, in questo caso è anche utile per suggerirci una certa importanza che gli Inuit potranno avere nello sviluppo della storia. Sarà infatti già al secondo episodio che una coppia appartenente a questo popolo farà la sua comparsa sottintendendo che una di queste due figure potrà rivestire una certa importanza negli episodi futuri.
The Terror e un cast di punta che convince
Oltre all’eccellente fotografia, The Terror si avvale anche di un solidissimo comparto recitativo. Il Franklin di Hinds ha la giusta presenza scenica e il suo volto talvolta imperturbabile apre a elucubrazioni su episodi del suo passato che si decide, giustamente, di accennare solo vagamente. Al contempo, Harris trova la sua dimensione nell’interpretare un personaggio a prima vista apatico ma che sa mostrare i suoi veri colori, soprattutto se per fare questo deve mettere in campo i suoi lunghissimi anni di esperienza. A completare il quadro c’è un Tobias Menzies il cui cipiglio inglese si sposa perfettamente con il personaggio altezzoso che è chiamato a interpretare. Le dinamiche di relazione che legano i tre uomini saranno informate non solo dai continui giochi di potere che spostano l’equilibrio da una parte all’altra ma anche da un passato in comune che sembrerebbe poterci rivelare qualcosa di più sul rapporto tra Franklin e Harris.
Dopo solo due episodi, The Terror è ben capace di stimolare l’interesse dello spettatore con un dramma storico ben congeniato che sembra suonare le corde giuste e che speriamo riesca a mantenere tutte quelle promesse che ci ha fatto durante i primi due episodi.