The Victim: recensione della miniserie Sky
Un legal drama complicato e di difficile risoluzione, che ci permette di scavare dentro le ferite causate dalla perdita.
Dal creatore di Killing Eve e The Man in High Castle, Rob Williams, The Victim è una miniserie targata BBC e interpretata da Kelly Macdonald, John Hannah, Karla Crome, Jamie Sives, James Harkness, Georgie Glen, Isis Hainsworth e Pooky Quesnel. La miniserie giunge finalmente in Italia dal 31 ottobre 2021, più precisamente su Sky Investigation (e in streaming su NOW), dopo un percorso non brevissimo che ci distanzia di due anni rispetto alla sua messa in onda nel Regno Unito, avvenuta fra l’8 e l’11 aprile del 2019.
The Victim: un thriller raffinato dalla trama ingarbugliata
Non sono immediati, va specificato, la connessione e la comprensione degli eventi che muovono le vicende centrali dell’intreccio di The Victim: questo perché il raffinato thriller di Williams, diretto da Niall McCormick, salpa in flashback di sei mesi prima alternati al presente, senza perder tempo in convenevoli e inutili descrizioni, verso il cuore del suo interesse, che si accentra tutto nel dolore di Anna Dean (Macdonald), madre in lutto, e nel difficile caso giudiziario che la vede protagonista. Sono passati anni dall’omicidio del piccolo Liam, 10 anni, ma Anna non conosce tregua perché il colpevole, Eddie J. Turner, ha scontato una pena carceraria di appena sei anni a “giocare ai videogiochi”, in quello che nel tristemente ironico gergo di Anna sta per “arresti domiciliari”. Accade l’impensabile, che dà una scossa alla vita di Anna e riaccende l’ingiustizia patita: Craig Myers (Harkness) viene violentemente aggredito a seguito di un post che lo identifica proprio come il killer di Liam, nonostante le ferme negazioni di questo. Il caso viene affidato a Stephen Grover (Hannah), deciso a stare dalla parte di Myers per un passato che lo accomuna a lui.
Ogni personaggio è legato all’altro in The Victim
Incorniciati in una grigissima Edimburgo oppure in una fredda aula di tribunale, i personaggi di The Victim sono legati a doppio filo l’uno/a all’altro/a non solo dal caso giudiziario, che spesso permette a McCormick di sfociare nel courtroom drama più puro e classico, bensì dalle loro stesse vite, il cui flusso ininterrotto del passato che ritorna e s’innesta con prepotenza nel presente costituisce, senza dubbio, una ragione più che valida per riaprire i conti di faccende in sospeso, per quanto dolorose. Ed è proprio il dolore, nella sua trasformazione in rabbia ossessiva e irrefrenabile, l’essenza della storia di Anna e degli altri, che tornano sui passi già percorsi di una vita lontana ma vicina, propria ma anche di proprietà comune. The Victim è la storia di vittime e carnefici che s’incontrano, si fronteggiano in duelli richiesti sempre e solo da uno, che si passano il testimone, oppure che restano così come sono, anche con lo scorrere del tempo, che non spezza il rigido filo che li unisce tragicamente. Come Turner ha tracciato un solco nell’esistenza di Anna, così Grover, il poliziotto che dovrebbe occuparsi del caso di Myers(-Turner?), influenzerà il futuro di Anna perché il caso ha voluto che fosse vittima di un’ingiustizia subita in passato, fattore che lo porta a empatizzare con un possibile carnefice e non con la presunta vittima.
Finzione e realtà si incontrano perennemente nella serie TV in onda su Sky
È solo compito dello spettatore provare a capire la distribuzione dei ruoli, e Williams fa di tutto perché questo compito diventi complicato e di difficile risoluzione: l’autore lascia che salde convinzioni possano germogliare solo per poi, contro ogni aspettativa, inserire elementi in grado di sovvertirle o abbatterle, e i plot twist si accumulano senza la minima ridondanza, senza la minima possibilità di previsione. Costruzione e distruzione delle aspettative è il punto di forza di una miniserie che affida alle capacità recitative gran parte del fardello, in particolare quella di Macdonald, che a dispetto della sua immagine immacolata e apparentemente cristallina impiegherà, tramite una straordinaria prova attoriale fatta di sfumature ammalianti e appena accennate (che resistono alla tentazione di una rabbia esplicita e feroce), poco tempo per stroncare le prime idee su di lei.
Il merito di The Victim è quello di permetterci di osservare dentro le ferite causate dalla perdita, dal lutto, senza indugiare sui meccanismi giudiziari esterni che potrebbero trarre in inganno nel primo episodio dei quattro. Il dramma di McCormick e Williams acquisisce senso profondo in relazione alla connessione che riesce a instaurare fra una serie di contrasti: il personale e il pubblico, l’interno e l’esterno dell’individuo, la verità e l’apparenza, il passato (vivo solo nella psiche) e il presente (visibile sotto gli occhi), fra opera di finzione e realtà, senza mai cedere di ritmo e intelligenza.