The Walking Dead 8×09: recensione midseason
L'episodio 9 di The Walking Dead 8 è un picco nella linea piatta che è stata la serie negli ultimi due anni. L'addio a Carl è stato alternato alla follia omicida di Morgan, ma ciò desideriamo più di tutto, a questo punto, è un finale. Ecco la nostra recensione dell'episodio Onore
Lasciamo scegliere a voi quale delle morti più recenti di The Walking Dead sia stata la più dolorosa. Non c’è dubbio, però, che sui primi gradini del podio ci siano (in ordine sparso, di nuovo: facciamo decidere a voi) Glenn e Carl. Sebbene quel burlone di Robert Kirkman ci abbia detto di non dare per scontato il destino di quest’ultimo, non ci sono molte alternative nel futuro di un personaggio della serie quando viene morso da un errante sulla pancia. Per questo non è uno spoiler dirvi che il primo episodio della midseason di The Walking Dead 8 è (quasi) completamente dedicato all’addio verso uno dei protagonisti, dei personaggi più incisivi di questi 8 anni di televisione zombie.
Carl l’abbiamo conosciuto da bambino, un bambino piccolo e mingherlino, un po’ fastidioso, irrimediabilmente legato alla madre e, inspiegabilmente, al cattivissimo Shane che – durante l’assenza forzata del padre – si era preso cura (un po’ troppo) della sua famiglia. Carl ne ha passate tante. Era un bambino quando l’apocalisse zombie è esplosa e, da allora, è stato ferito numerose volte, ha dovuto uccidere sua madre, si è perso, è stato rapito, rinchiuso, è stato inseguito dai morti ed è stato minacciato dai vivi. Carl ha perso un occhio, ha sostenuto suo padre e ha salvato Alexandria. La sua crescita è avvenuta rapidissimamente, davanti ai nostri occhi e dirgli addio è un segnale fortissimo di quello che sta accadendo in The Walking Dead.
Uno dei più grandi misteri dall’inizio della stagione 8 era la cosiddetta teoria Old Man Rick. Si tratta di un flash-forward? È un sogno? Una visione? Cosa significa? Abbiamo provato in tutti i modi a interpretare quello che abbiamo visto, ma questo primo episodio della seconda metà di stagione ci rivela quanto, inesorabilmente, fossimo fuori strada (se non avete ancora visto la puntata e non volete rovinarvi la sorpresa, fermatevi ora). Scopriamo, infatti, che quelle non erano visioni di Rick che immaginava, o desiderava, o prediceva il suo futuro. Quelle fantasie erano di Carl. Era quello che Carl desiderava per sé, per Judith, per suo padre, per Michonne. Ed è Carl a raccontarle a Rick sul punto di morte. Gli descrive la vita che vorrebbe ad Alexandria nel prossimo futuro e, tra un campo di pomodori e un frutteto, c’è anche Negan in camicia di flanella, addomesticato e amichevole. Carl desidera per la sua famiglia e il suo gruppo di sopravvissuti solo una cosa: la pace.
The Walking Dead 8: l’episodio 9 è un picco nella linea piatta di questi ultimi due anni, ma non basta
È stato un addio coi fiocchi quello che The Walking Dead 8 ha riservato a Carl. Il personaggio è morto all’apice di quello che poteva diventare e l’abbiamo salutato con il rispetto che meritava. Sebbene la sua dipartita sia, probabilmente, da ricondurre al comprensibilissimo desiderio dell’attore che lo interpreta – il giovanissimo Chandler Riggs – di perseguire obiettivi diversi, la sua non è stata una morte frettolosa e, soprattutto, serve senza dubbio da meccanismo di accensione per quello che verrà. L’episodio, infatti, termina di nuovo con un cliffhanger: Rick è seduto sotto un albero con quelle che sembrano finestre colorate appese ai rami. Quest’immagine segue immediatamente la presenza di Negan nella visione di Carl ed è quindi abbastanza ovvio che si riferisca all’epilogo della battaglia con i Salvatori. Come finirà la guerra totale? Rick avrà pietà di Negan? Arriveranno a un accordo? Il villain di Jeffrey Dean Morgan dovrà morire o gli basterà indossare una camicia di flanella quadrettata?
L’episodio 9 di The Walking Dead 8, intitolato Onore, segna un picco nella linea piatta che è stato nell’ultimo periodo la serie zombie. E con ultimo periodo intendiamo senza timore gli ultimi due anni. Lo show AMC si è impantanato tempo fa e, se escludiamo qualche sprazzo di vita qua e là, la sua visione continua a procedere solo ed esclusivamente per inerzia. Escludendo il commovente addio a Carl, l’episodio è stato costruito perfettamente, alternando la tranquillità del rifugio sotterraneo di Alexandria, alla spedizione punitiva di Morgan, che è passato da un voto di non violenza all’eviscerazione, cosa che ha lasciato Carol e Ezekiel attoniti quanto noi.
Arrivati a questo punto, la cosa che desideriamo maggiormente, è un finale. L’unica certezza è che non arriverà quest’anno, considerando che The Walking Dead è stato rinnovato per una nona stagione e la nostra pazienza sta per finire. Lo show si trascina da troppo tempo e quando si ama qualcosa non lo si vuol vedere morire lentamente con un morso di zombie sul costato. Amiamo così tanto The Walking Dead che saremmo disposti a sparargli un colpo in testa per porre fine alle sue sofferenze. Ci serve solo una pistola carica che, speriamo, non tardi ad arrivare.