The Walking Dead: World Beyond – stagione 2: recensione finale
La stagione finale di The Walking Dead: World Beyond si concentra sul futuro del franchise, minando così alla riuscita della serie.
È giunta a conclusione su Prime Video la seconda e ultima stagione di The Walking Dead: World Beyond, lo spin-off della longeva serie sugli zombie tratta dai fumetti di Robert Kirkman. Fin dall’esordio, questa costola della serie madre, ha dimostrato le sue fragilità. L’intento era quello di portare sullo schermo un racconto fresco e inedito, incentrandosi su dei giovani ragazzi in una formula da teen series. Il problema, però, è stato quello di costruire questi personaggi seguendo uno schema già noto, e indirizzando così la storia a vie già percorse. Di conseguenza è venuta a mancare è proprio la fidelizzazione con i protagonisti, che in fase di scrittura sono rimasti ad un livello bidimensionale. Inoltre, la storia su Portland, Omaha e i loschi piani della Civica Repubblica non porta l’azione ai livelli sperati, con quelli che dovrebbero essere colpi di scena e che alla fine tali non sono.
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Gli ideatori di The Walking Dead vorrebbero creare un universo espanso, dove ogni serie si collega all’altra. Un esempio di rimandi è riscontrabile nel rapporto tra la serie madre e Fear The Walking Dead. Quest’ultimo un prodotto, tra alti e bassi, ha saputo trovare la propria identità e senso d’essere. Tutto questo non lo riscontriamo in World Beyond, salvo qualche chicca nel finale di questa stagione. Il percorso di Hope, Iris, Silas ed Elton non arriva ad una vera e propria conclusione, ma ad un finale aperto che non dona completezza alla storia. La seconda stagione si chiude con quello che possiamo definire un cliffhanger (se non pensiamo alla scena mid credit), ma che non sappiamo dove condurrà. Questo tipo di incertezza sul futuro dei personaggi mina la riuscita della serie stessa. Anche se, come abbiamo detto, i problemi erano già alla radice. Ma andiamo per ordine.
The Walking Dead: World Beyond e l’inizio di una guerra con la Civica Repubblica
Nel primo episodio entravamo nella base militare della Civica Repubblica in compagnia di Hope (Alexa Mansour), arrivata sul posto per aiutare il padre nella sua ricerca. I reali piani della CR rimanevano comunque celati dalla salda guida di Elizabeth Kublek (Julia Ormond), e dai piani alti dell’organizzazione. Nel frattempo, all’esterno, Iris (Aliyah Royale) e Felix (Nico Tortorella) cercano un modo per entrare nella struttura e così salvare Hope e Leo Bennet. Questo era l’incipit della seconda stagione, e che si dilungherà fino al finale. Più avanti scopriremo che la CR ha ucciso i membri della comunità di Omaha per proseguire la loro ricerca sull’infezione zombie. Attraverso un gas nervino creato nei loro laboratori osservavano gli effetti sugli ormai non morti. Non solo, come ci spiegherà Jadis (la Pollyanna Mclntosh già vista in The Walking Dead), la Civica Repubblica aveva scoperto tempo addietro che le comunità di Omaha e Portland erano ormai troppo dipendenti dai rifornimenti, e che prima o poi avrebbero dovuto affrontare una vasta carestia.
Durante l’intera stagione i protagonisti, aiutati dalla comunità guidata da Indira (Anna Khaja), cercheranno di smantellare l’intero complesso scientifico-militare della CR. Gli scienziati addetti alla ricerca faranno squadra con Iris, Hope e compagnia, riuscendo infine a scappare (non senza conseguenze) e a liberarsi dalle grinfie di quell’organizzazione che ha anteposto il futuro alla vita delle persone. Eppure, tagliata una testa molte altre cresceranno al suo posto. Infatti, la CR è molto più vasta e potente di quanto i nostri “eroi” si potessero aspettare. Oltre l’infrastruttura della Civica Repubblica, non ci rimane molto altro di The Walking Dead: World Beyond, men che meno i personaggi; facilmente dimenticabili. Ciò che invece sembra interessare di più ai fan è il ritorno di Jadis (ora Anne), e come sia cambiata da quel finale di The Walking Dead in cui si allontanava in elicottero in compagnia di un moribondo Rick Grimes.
La Jadis di Pollyanna Mclntosh è il vero motore di questa stagione
È l’entrata in scena di Pollyanna Mclntosh a dare un po’ di brio ad una stagione altrimenti piatta. Svestiti i panni dell’eccentrico capo della comunità artistica, Jadis/Anne è ora uno spietato e arguto soldato nelle file della CR. Sono passati molti anni dagli avvenimenti di The Walking Dead, e il personaggio ritorna ora in una nuova forma; come un serpente che abbandona la vecchia pelle. In una divisa che ricorda molto il look di Kylo Ren nella saga di Star Wars (il costume è identico, manca solo il simbolo dell’impero), la nostra Jadis attua il suo piano di salire ai vertici dell’organizzazione, estromettendo alla fine Elizabeth Kublek. Speriamo che questa rinata soldatessa posso comparire nuovamente nell’annunciato film su Rick Grimes, o in una serie futura. Facendo qualche passo indietro, scopriamo che Jadis è stata addestrata da Jennifer Mallick alias Huck (Annet Mahendru). Le due avranno un duro scontro, e dove quest’ultima perirà per un colpo inflitto dalla prima.
Non assistiamo al momento della morte di Huck, ma dobbiamo presumere che non ce l’abbia fatta a lasciare l’avamposto che in seguito farà saltare in aria. Con lei ci lascia anche il povero Percy (Ted Sutherland), in un momento tutt’altro che drammatico. Questo è dipeso da ciò che dicevamo prima, ossia sulla vacillante caratterizzazione dei personaggi che di conseguenza mina anche ai rapporti che questi instaurano. È il caso della love story tra Iris e Percy, introdotta in questa stagione e mai approfondita. Della stessa pasta è il rapporto tra Huck e Dennis, la serie non ci dà il tempo di elaborare i loro sentimenti. The Walking Dead: World Beyond introduce nuovi personaggi e nuove dinamiche senza che queste abbiano una vera e propria valenza all’interno della storia; sono fini a sé stessi. Ed è un peccato, perché la serie poteva percorrere molte strade, e così dare veramente nuova freschezza ad uno show che da anni è rimasta impantanato.
Il futuro del Franchise, da Rick Grimes alla scena mid credit
Insomma, World Beyond perde nuovamente l’occasione di raccontarci in modo innovativo il mondo durante l’invasione zombie. Nel world building di The Walking Dead, la serie sembra avere carattere puramente transitorio, un trafiletto dove vengono presentati personaggi che potremmo vedere in futuro; niente di più. La parte succosa di questa stagione è tutta nelle ultime battute, e non quelle dei protagonisti. Ciò che veramente rimane sono le speculazioni sul futuro di Rick Grimes e una scena mid credit molto interessante. Da una parte abbiamo Anne che, in un dialogo con Huck, ci parla indirettamente di Rick. La donna afferma infatti di esser riuscita ad entrare nella CR attraverso uno scambio, quello del personaggio di Andrew Lincoln. Secondo gli occhi attenti di molti, il nostro sceriffo si troverebbe a Philadelphia, luogo dove risiede la base operativa della Civica Repubblica; e dove ora verrà addestrato Silas, in una vera e propria missione sotto copertura.
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Dall’altra abbiamo una scena finale che ci porta da tutt’altra parte, a un luogo dove sembrano esser stati creati gli zombie: il luogo d’origine della pandemia. Questo posto è la Francia, dove si stavano svolgendo ricerche che hanno portato alla creazione del virus. Che questo sia il preludio ad una nuova serie? Ancora non lo sappiamo, ma di certo getta delle basi interessanti per il futuro del franchising. Tornando a The Walking Dead: World Beyond, la serie non apporta niente di più nel saturo panorama televisivo di oggi. Ciò che manca è sia un’identità che un senso totale della storia. Anche il livello recitativo si abbassa, con momenti drammatici che si trasformano in situazioni imbarazzanti. Sullo stesso piano poniamo anche la regia, che non riesce mai a regalarci degli ottimi momenti di adrenalina e paura, e il sottofondo musicale. The Walking Dead è diventata iconica grazie anche a un comporto sonoro che ha donato profondità ad alcune delle scene più belle della serie.
Le due stagioni di The Walking Dead: World Beyond sono disponibili sul servizio streaming di Amazon Prime Video.