Tidelands – stagione 1: recensione della serie TV Netflix
Le sirene della prima serie TV Netflix australiano sono pericolose e bellissime, ma lasciano un po' a desiderare. Ecco la recensione di Tidelands
Sono tre le certezze che scaturiscono dalla visione di Tidelands, la nuova serie TV Netflix made in Australia che ha debuttato il 14 dicembre sul servizio streaming: è noiosissima, fatta coi piedi e popolata da uno dei cast più attraenti della storia. Sì, perché sebbene la voglia di continuare a guardare lo show passi quasi immediatamente, ad attirare un po’ di più la nostra attenzione sono una serie di facce e corpi perfetti (che recitano da cani, ma questo è un altro discorso).
Tidelands è stata creata da Stephen M. Irwin insieme a Leigh McGrath ed è diretta da Catriona McKenzie. Si tratta della prima serie televisiva australiana prodotta da Netflix e l’impressione iniziale è quella di avere a che fare con un passo indietro nella qualità, nel confezionamento e nel contenuto delle serie TV in generale. Ricordate quei tempi lontani nei quali la televisione era un mezzo di serie B? Ecco, Tidelands ci ricatapulta lì e senza nemmeno troppi rimorsi.
Di cosa parla Tidelands? Recensione della serie Netflix
Tidelands si apre in mare aperto, è notte. Un pescatore sta spiando delle persone in lontananza che sembrano armeggiare qualcosa sott’acqua. Viene scoperto e ucciso. Il suo corpo viene ritrovato a riva il giorno dopo in condizioni spaventose. Nel frattempo, però, la vera protagonista della serie – Cal (Charlotte Best) – è appena uscita di prigione e torna a casa nel piccolo villaggio di pescatori di Orphelin Bay, nelle cui vicinanze esiste una comunità misteriosa abitata da pericolosi individui metà sirene e metà umani, chiamati “Tidelanders”. La loro leader è la letale Adrielle, interpretata dalla bella Elsa Pataky (moglie del Dio del tuono Marvel, Chris Hemsworth). Ma Cal è davvero quello che sembra? Se quello che sembra è un’accozzaglia di luoghi comuni e il tentativo inutile di sorprendere il pubblico con un talento nascosto, sì, è proprio quello che sembra.
Potrà sembrare inutilmente crudele accanirsi in questo modo contro una serie che, in fondo, non abbassa di tanto il livello qualitativo imposto da altri prodotti che sono già in circolazione e che – bene o male – riescono sempre a ritagliarsi una fetta di pubblico, ma così non è. Soprattutto perché abbiamo a che fare con un servizio streaming che sforna decine di nuovi contenuti ogni mese e abbassare la guardia diventa pericoloso (nel senso più leggero del termine, ovviamente. Stiamo parlando di serie TV, non bombe di all’idrogeno). Nel periodo d’oro della televisione non dobbiamo accettare nulla che si azzardi anche solo per sbaglio a intralciarne la qualità. Ciò che si rischia è un effetto domino fatto di serial brutti e noiosi e non è questo che vogliamo.
Tidelands: recensione della serie TV di Netflix sulle sirene
Ma cos’ha Tidelands che non va? Partendo da un punto di vista puramente narrativo la risposta è semplice: tutto. La storia è fintamente contornata di mistero, non ingrana mai. I personaggi sono tagliati con l’accetta, incongruenti ed estremamente imbarazzanti. Il meccanismo secondo il quale “tutti hanno qualcosa da nascondere, niente è come sembra, tutti hanno dei segreti” è messo in atto malamente e con espedienti a buon mercato.
Purtroppo a infilare il dito nella piaga ci pensa una regia estremamente cringe, effetti speciali ridicoli e scene d’azione orchestrate in maniera assolutamente dilettantistica. Per questi motivi il fatto che il cast – il bellissimo, bellissimo cast – si riveli spesso incapace di trasmettere le emozioni giuste, di comunicare i dialoghi in maniera credibile e di mantenere, in generale, una coerenza con se stesso, non fa altro che peggiorare una situazione che non si può che definire disastrosa.
Viene da chiedersi cosa abbia spinto Netflix a produrre una serie TV di tale spessore. Quali scelte stanno alla base di una decisione del genere? Tidelands è un thriller fantasy che fatica ad avere un appeal su qualunque fascia di pubblico e – con tutta probabilità – avrà vita breve. Abbiamo assistito alla disfatta di thriller migliori, alla cancellazione di serie fantasy più curiose e all’annientamento di serial più audaci. C’è da dire che pochi avevano per le mani facce più belle di quelle di Tidelands.