Travelers: recensione della serie tv Netflix con MacKenzie Porter
Il 16 ottobre 2016 è approdata in Canada la serie fantascientifica Travelers di Brian Wright, nata dalla collaborazione tra Netflix e Showcase. Il primo episodio, andato per la prima volta in onda in Italia il 23 dicembre 2016, presenta uno a uno i cosiddetti “viaggiatori”: sopravvissuti provenienti da un futuro lontano che innestano la propria coscienza nel corpo di persone del XXI secolo per salvarle da ciò che le attende.
Il processo di trasferimento di coscienza avviene tramite un apparente “trauma cerebrale”, che determina un visibile cambiamento comportamentale dei protagonisti: Marcy, Carly, Trevor e Phil. La prima (MacKenzie Porter), affetta da disturbi di apprendimento, che le causano anche difficoltà nel parlare, ha trascorso i primi 18 anni della sua vita in un istituto, per poi essere impiegata come donna delle pulizie in una biblioteca.
Una sera, mentre sta finendo il proprio turno, nota un gruppo di uomini che importunano una sua collega; decide di attirare la loro attenzione, permettendo alla donna di fuggire. Purtroppo non riesce a salvare se stessa, divenendo l’oggetto dei soprusi: un forte colpo in testa coincide con il trasferimento di coscienza, scandito dal conto alla rovescia che segna la morte di Marcy come è sempre stata conosciuta. Adesso è il viaggiatore 3569.
Smettere di essere ciò che si è sempre stati
Lo stesso procedimento interessa gli altri tre protagonisti: Trevor (Jared Abrahamson), giovane pugile che, in seguito a quella a una “commozione cerebrale”, subita durante un incontro, diviene il viaggiatore 0115; Carly (Nesta Cooper), madre di un bambino di un anno e moglie di un uomo aggressivo che, dopo l’ennesima violenza domestica, si presenta come il viaggiatore 3465 e infine Phil (Reilly Dolman), rinato come viaggiatore 3326, dopo essere apparentemente morto per un’overdose di eroina.
Progressivamente, le vicende dei personaggi si intrecciano fino a trovare un punto comune alla fine dell’episodio. Quest’ultimo porta alla figura di Grant MacLaren (Eric McCormack), agente dell’FBI che sta cercando di decifrare la criptata rete di comunicazione dei viaggiatori. I dati lo portano all’interno di un vecchio edificio, il quale si rivela essere il loro luogo di incontro: era voluto che Grant arrivasse là. L’ultimo trasferimento di coscienza è destinato proprio a lui, che viene consacrato come capo del gruppo, il viaggiatore 3468.
“sono una minuscola pedina di un gioco molto importante”
La serie Travelers presenta un inizio standard, con l’illustrazione dei personaggi principali; nonostante ciò, lo spettatore è portato, fin da subito, a cercare un filo conduttore, che non riuscirà a trovare, però fino alla fine. La difficoltà momentanea porta a una suspense e curiosità crescenti, fomentate dal forte utilizzo di primi e primissimi piani che permettono una buona dose di immedesimazione.
La musica di Adam Lastiwka, che accompagna i dialoghi e le vicende dei protagonisti, risulta caratterizzata da suoni talvolta disturbanti, che penetrano l’attenzione di chi guarda; effetto che viene aumentato dalla generale atmosfera cupa e nebbiosa.
Eric McCormack trasformato in un uomo enigmatico e ostinato
Potrebbe risultare temporaneamente inusuale la presenza nel cast di Travelers di Eric McCormack, di norma associato al personaggio dell’avvocato Will (da Will e Grace) che lo ha consacrato al successo. Perfettamente calato nel ruolo, sicuramente il carattere verrà sviluppato in modo interessante nel corso delle puntate successive, insieme alla serie.
“Qual è il futuro tanto terribile che ci aspetta?”. Potete scoprirlo solo su Netflix!