Tutta la luce che non vediamo: recensione della serie TV Netflix
Tutta la luce che non vediamo è una trasposizione fedele e intelligente, ricca di cuore ma anche abilità registica.
Tutta la luce che non vediamo è la trasposizione targata Netfix dell’omonimo romanzo di Anthony Doerr, vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2015. Un’opera che ha raccontato con poesia e delicatezza un conflitto mondiale senza scrupoli, una guerra di volontà oltre che di popoli, in cui la forza ha il viso e la voce di una ragazza cieca in cerca di suo padre. La serie TV, suddivisa in 4 episodi della durata di circa 50 minuti ciascuno, è stata affidata alla scrittura di Steven Knight (Peaky Blinders, Taboo) e alla regia di Shawn Levy (Free Guy, Deadpool 3, The Adam Project). Sarà disponibile a partire dal 2 novembre 2023 dopo una anteprima – aperta anche ai non vedenti e non udenti – presentata al Lucca Comics and Games.
La prima reazione della critica e del pubblico ha già sancito la qualità di questo prodotto: si tratta di una trasposizione fedele, ma non solo. Se l’opera originale è stata premiata con il più prestigioso dei riconoscimenti, la sua migrazione in forma filmica può solo permettere ai fruitori di innamorarsi ancora di più della storia e dei suoi personaggi. In questa narrazione sentita e perfettamente riuscita, è proprio la luce l’unica cosa che non possiamo non vedere: il racconto parte dal cuore ed è esattamente lì che mira, colpendo dritto e pieno, senza indugi o paura. Questa è la meraviglia che accade sotto gli occhi di tutti quando l’intento creativo rispecchia la sua realizzazione in arte.
Tutta la luce che non vediamo: un lavoro di squadra che crea il connubio perfetto tra cuore e tecnica
Tutta la luce che non vediamo parte dal presupposto di una trama semplice, una ambientazione esplosiva come la Seconda Guerra Mondiale ed un propulsore di forza narrativa nei suoi personaggi incredibili. Personaggi che la direzione di Levy riesce a portare sullo schermo con la ricchezza delle loro emozioni, la rarità della loro complessità e la magia delle relazioni che riescono ad intessere tra di loro durante lo sviluppo della storia.
Il conflitto mondiale, in questa narrazione sentimentale e commovente, viene raccontato tramite le relazioni umane e non attraverso i grandi eventi che ne hanno delineato gli effetti nel tempo. Si parte, dunque, dalla micro-storia per veicolare la potenza e la violenza della macro-storia, dai vincoli familiari per parlare di compassione e resistenza ad un livello globale. L’amore di un padre per una figlia, di una figlia per un padre, e di entrambi per la conoscenza, la verità, il sapere, scolpisce i contrasti dell’umanità tra luci ed ombre.
Il titolo è un veicolo perfetto per comprendere e penetrare a fondo il senso di questo racconto: la sua riuscita è sancita dal perfetto arrivo del messaggio allo spettatore. Non è difficile comprendere, né lasciarsi trasportare dalla semplicità della trama, che arriva forte e chiara al suo obiettivo grazie ad un patto creativo coerente e solido tra tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione della serie. Levy e Knight sono una squadra forte, interessante, che non ha paura di adottare stratagemmi tecnici tipici del dramma o del colossal storico per riuscire a raggiungere il cuore e la mente del loro pubblico: essere strappalacrime, romantico, sentimentale, commovente in modo sfacciato è tutto – in questo caso – a vantaggio dello scopo dell’opera. L’enfasi e il pathos, la lacrima facile e il dolore palpabile, talvolta anche melodrammatico, rispecchia il grandeur del sentimento magnificato dallo sfondo storico di una guerra tanto terribile.
Il cuore al centro di tutto, come contrapposizione alla violenza e inno alla solidarietà
Il cuore della miniserie è esposto, pulsante, ne è il punto forte ma non ne fa mistero: tutta la magistrale costruzione storica, scenografica, musicale e dei costumi è un minuzioso lavoro di stile e tecnica che vuole solo contribuire alla perfetta fruizione dell’opera in quanto se stessa, una storia d’amore nel contesto storico della guerra mondiale. La partecipazione solerte e brillante di tutte le parti coinvolte rende Tutta la luce che non vediamo la trasposizione perfetta, che fa da capofila negli adattamenti di qualità degli ultimi dieci anni.
Il nodo focale della serie è il rapporto tra curatore del Museo di Parigi, Daniel LeBlanc, e la sua unica figlia Marie-Laure, una ragazzina cieca ma coraggiosa ed intelligente che scopre sin da piccolissima il suo amore per il mondo attraverso la radio. L’uso divulgativo ed educativo dei mezzi di comunicazione di massa come, appunto, la radio, è contrapposto all’uso propagandistico che ne fa il governo del Terzo Reich. Hitler vieta l’ascolto di tutti i canali che non siano quelli del regime, ma la Marie-Laure e il giovane orfano Werner hanno l’orecchio teso verso tutto. I bambini, attaccati alla radio ma una in Francia e l’altro in Germania, ascoltano lo stesso programma, illegalmente: si tratta di un podcast radiofonico a scopo educativo e pedagogico condotto da un misterioso uomo che si fa chiamare Il Professore.
Marie-Laure e Werner crescono, lei è costretta a fuggire da Parigi – occupata dai nazisti – con suo padre per trasferirsi dallo zio Etienne nella cittadina sull’oceano conosciuta con il nome di Saint Malo. Il ragazzo, una volta raggiunta la giusta età, viene prelevato dall’esercito nazista grazie alle sue straordinarie capacità . Viene considerato un genio per la sua abilità con le radio e le trasmissioni radiofoniche: nonostante sia orfano di padre incerto, viene assoldato dai nazisti per rintracciare i canali e le trasmissioni illegali in tutta Europa. Il ragazzo è costretto a compiere azioni dalle conseguenze orribili contro la sua volontà, mentre violenze indicibili mentre si svolgono davanti ai suoi occhi. Daniel LeBlanc, da parte sua, nasconde un segreto prezioso: un diamante rarissimo che si dice abbia poteri misteriosi. Saranno i suoi segreti a separarlo dall’amata figlia Marie, che continuerà a cercarlo senza sosta e a comunicare ogni giorno tramite la sua radio illegale dalla casa di Saint Malo. Anche la cittadina francese è sotto assedio dei nazisti, ma presto si attendono gli alleati americani per la liberazione della Francia. Ed è in questa attesa che la giovane Marie dovrà fuggire da un altro nemico, molto più insidioso delle bombe: il generale tedesco Von Rumpel, che conosce suo padre e vuole da lei il famigerato diamante. La determinazione e il bene che vivono nel cuore di Marie, ma anche in quello di suo zio Etienne e di Werner, riusciranno a creare la luce anche nell’oscurità della guerra: ma a che costo?
Il sapere e la verità si affermano come valori assoluti, come propulsori di un’umanità solidale ed inclusiva, che aborrisce tutte le discriminazioni razziali e le differenze tra i popoli. L’umanità è vittoriosa quando si misura con la sua finitezza, la sua mortalità, con amore per l’altro e tolleranza. Il cast stellare, anche quando coinvolge neofiti come Aria Mia Loberti (Marie-Laure), completa l’atmosfera da favola di questa serie emozionante e profonda. Etienne è un uomo sconfitto dalla vita ma ancora ricco di stimoli grazie all’incontro con la sua curiosa nipote e Hugh Laurie ne è il volto perfetto. Così come risulta adorabile, commovente e innamorato Marc Ruffalo nel ruolo di papà Daniel Leblanc. Il brutale Von Rumpel di Lars Eidinger è un villain comparabile con l’Hans Landa di Christoph Waltz, mentre è un piacere vedere il ritorno sullo schermo del giovane Louis Hoffman, divenuto famoso grazie alla sua interpretazione nella serie TV cult Dark. L’opera è, in assoluto, un connubio di scelte artistiche riuscite e armonie creative.
Tutta la luce che non vediamo: valutazione e conclusione
Tutta la luce che non vediamo è una serie appassionata, magica e ben costruita, che riesce a trovare il giusto equilibrio tra sentimento e narrazione. Gode, inoltre, di una chimica forte tra i suoi protagonisti e una regia solida, fermata da una sceneggiatura altrettanto forte. Gli interpreti sono credibili, intensi ed emozionanti, perfettamente calati ognuno nella propria parte. La luca nell’oscurità è visibile in questo prodotto Netflix, che riuscirà a irretire e intrattenere, oltre che commuovere profondamente, i propri spettatori.