Tutto può succedere 2: recensione della seconda stagione della serie di Rai Uno
Con la puntata del 29 giugno, in prima serata su Rai Uno, si è conclusa la seconda stagione della fiction Rai Tutto può succedere 2, prodotta da Rai Fiction insieme a Cattleya.
Tutto può succedere 2 ha confermato in questa stagione la narrativa gradevole della prima serie, riuscendo in 13 episodi a dedicare il giusto approfondimento a tutti i carattere dei numerosi protagonisti
La fiction ha mantenuto la propria impostazione corale, esattamente come la serie a cui è ispirata, l’americana Parenthood, e ha raccontato gli intrecci delle vicende dei 4 fratelli Ferraro e delle loro rispettive famiglie, indagandone le complicate dinamiche di coppia e il rapporto tra genitori e figli. Nel cast ritroviamo in ottima forma Pietro Sermonti, Maya Sansa, Ana Caterina Morariu, Alessandro Tiberi, Camilla Filippi, Fabio Ghidoni, Alessandro Roja, Licia Maglietta e Giorgio Colangeli.
Un grande merito della freschezza del prodotto è dovuto anche alla giovane età di molti dei protagonisti, da Matilda De Angelis a Benedetta Porcaroli, Roberto Nocchi e Tobia De Angelis, Lorenzo Tersigni e Daniele Mariani e i piccolissimi Giulia De Felici e Sean Gheidon Nolasco.
Alla presentazione alla stampa dei palinsesti Rai del 28 giugno è stata annunciata la terza stagione di Tutto può succedere, le cui riprese cominceranno a breve e la messa in onda è prevista nel 2018.
Al termine di questa stagione di Tutto può succedere 2 è giusto notare come ciò che era auspicabile al termine della prima stagione (la nostra recensione qui): tutte le basi gettate sui caratteri dei personaggi e sui loro dissidi, le paure e i desideri sono state ampliate e approfondite, donando alla serie un carattere corale omogeneo, in cui tutti i diversi personaggi – distanti per generazioni dal momento che ne sono rappresentate almeno 4 diverse – hanno modo di ritagliarsi il proprio spazio per esprimersi.
La trama ha intessuto con la giusta dose di litigi, tradimenti, riappacificazioni e colpi di scena una tela di sentimenti in grado di ricondurre al messaggio centrale che un prodotto del genere, seppur non dalle premesse, ha sin dal principio: l’amore tiene uniti le coppie, gli amici, i fratelli, la famiglia e per essere uniti non c’è bisogno affatto di essere perfetti perché tutti, all’interno di quel complesso sistema che potremmo definire “perfetta normalità”, sbagliano.
In Tutto può succedere 2 tutti sbagliano, e nonostante il quasi totale lieto fine di stagione – a dire il vero un po’ velocizzato negli ultimi due episodi – è certo che tutti continueranno a sbagliare e a provare a riparare, ciclicamente.
La narrazione semplice come forza centrale della fiction, è affiancata da una recitazione naturale di attori grandi e piccoli, dalla cura nella scelta delle location romane, da una regia non pretenziosa ed essenziale fino ad arrivare ai costumi sempre coerenti con il personaggio da cui sono indossati.
Tutto può succedere 2, pur avendo come focus centrale quello della famiglia e della sue dinamiche, riesce a districarsi con piacevole scioltezza, complice anche l’omogenea bravura del cast, su tematiche sempre diverse tra loro, talvolta delicate, qualche volta difficili. Si ride e ci si emoziona, anche con una colonna sonora curatissima e raffinata: Paolo Buonvino, infatti ha scelto tutte canzoni in grado di valorizzare il talento di molti musicisti giovani o piuttosto sconosciuti al grande pubblico.
Con questa seconda stagione Tutto può succedere 2 non ha deluso, ha incuriosito e ha confermato un successo di pubblico tutto sommato positivo per un prodotto che non ha la pretesa di insegnare qualcosa sulla vita ma solo di raccontarla.