Un amore senza tempo – The Time Traveler’s Wife: recensione della serie sci-fi Sky
La recensione di Un amore senza tempo - The Time Traveler's Wife, la serie HBO uscita il 13 giugno 2022 è la cronaca di un amore condannato.
Generalmente in una storia fantastica si viaggia nel tempo per una ragione, o, se sei Benjamin Button, puoi passare l’infanzia nel fisico di un ottantenne e l’età adulta nel corpo di un bambino che rinvigorisce, ma in Un amore senza tempo – The Time Traveler’s Wife, la nuova serie targata HBO il cui genere di fantascienza incontra l’intreccio romantico, il protagonista è sempre un caso umano, ma la sua malattia genetica lo costringe a viaggiare ripetutamente nel tempo – un fatto che non riesce a controllare – e lo abitua ad avere intorno una moltitudine di versioni differenti di sé (più giovani o più vecchie), a rivivere traumi e a riscoprire persone ancora in vita. The Time Traveler’s Wife, serie di David Nutter, conosciuto soprattutto per aver diretto molti episodi di noti show televisivi come Entourage e Il Trono di Spade, è tratta dall’omonimo romanzo di Audrey Niffenegger La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo: una storia già adattata per il grande schermo con il film campione di incassi Un amore all’improvviso (2009). I primi episodi dello show televisivo, con la coppia di attori Rose Leslie-Theo James, sono disponibili in esclusiva su Sky, e in streaming solo su NOW, dal 13 giugno 2022.
Un amore senza tempo – The Time Traveler’s Wife: cronaca di un amore condannato
Il plot di The Time Traveller’s Wife è raccontato in modo cronachistico o documentaristico: con i due protagonisti Henry e Clare, marito e moglie, interpretati rispettivamente da Theo James e Rose Leslie, che raccontano come passano la vita insieme, fra le attese di Clare (cresciuta aspettando e desiderando Henry da quando aveva sei anni), e facendoci entrare nell’ingranaggio della survivor’s experience di Henry. Il suo problema con il tempo è principalmente un problema di sopravvivenza: giorni, mesi, o addirittura anni in cui deve semplicemente cercare di sopravvivere prima di ritornare. Il protagonista chiarisce in video: “Mentre per tutti gli altri il passato è finito, io devo cercare di sopravvivergli”.
Tanti di voi conosceranno già l’intreccio di The Time Traveller’s Wife, dopo aver letto il romanzo di Audrey Niffenegger da cui è tratto, o per aver guardato sul big screen la trasposizione cinematografica. Ma anche in questo nuovo adattamento per la televisione la storia rimane immutata. Un bibliotecario di nome Henry ha una strana malattia genetica che lo costringe a viaggiare in maniera imprevedibile nel tempo, per lo più nel passato. Ogni volta che Henry arriva dal futuro, atterra stordito e nudo ovunque lo porti l’universo. Nel corso dei suoi viaggi incontra la sua anima gemella Clare; i due innamorati vengono strappati ripetutamente dalle braccia dell’altro per riunirsi solo dopo settimane, mesi, o addirittura anni, in scenari più o meno romantici, e a seconda delle età del momento. Ci si abitua presto anche alle versioni baby dei personaggi: a Clare che incontra per ben 14 anni Henry, che dal suo futuro inizia ad apparire nel passato della bambina. L’uomo, poi, nella versione adulta insegna al piccolo Henry, che ha perso la sua mamma nel 1988 – alla Vigilia di Natale – una serie di tecniche di sopravvivenza per i suoi viaggi nel tempo, perché i ricordi sono trappole per il protagonista, e soprattutto non sono modificabili in alcun modo. Non sono ricordi felici per Henry, che arriva dal futuro ogni volta nudo, squattrinato e fuggitivo. Sarà l’istruttore di se stesso e insegnerà al piccolo sé anche come rubare! Mentre Clare non farà che aspettare suo marito, e il suo ritorno, in qualche modo e in qualche tempo. Il loro è un amore condannato. “Ma ogni amore non è condannato?”, così la mamma di Henry, Annette DeTamble, interpretata da Kate Siegel, risponde con il Puccini di Madama Butterfly alla domanda della protagonista sul per sempre in amore: “Ogni amore non è condannato?” (a finire). É meglio rimanere felici per un po’, piuttosto che accontentarsi tutta la vita”...
Clare come Penelope in Un amore senza tempo – The Time Traveler’s Wife: la serie rappresenta un romanticismo superato con una protagonista passiva
E infatti Clare e Henry ogni volta che si rincontrano sono felici per un po’. Il nuovo adattamento di Sky in sei episodi si apre in ogni capitolo con Clare e/o con Henry che parlano con mestizia delle loro vite condizionate dalle apparizioni, le sparizioni e ricomparse di Henry. A creare il pathos della storia è soprattutto il grande trauma del passato del protagonista: l’incidente mortale di sua madre di fronte a cui Henry rimane ogni volta impotente. Un fatto che suggerisce che la vita e la morte sono in ordine casuale, e che, per quanto viaggiando nel passato si possano rincontrare persone “non ancora morte”, “la bellezza non è conforto” per il personaggio maschile. Al netto delle citazioni letterarie, The Time Traveler’s Wife resta poco meno di una storia (arcinota) visivamente ben rappresentata attraverso la ricostruzione delle ambientazioni, la fotografia e la colonna sonora. Abbiamo apprezzato soprattutto le versioni young di Clare ( Everleigh McDonell ) e di Henry (Jason David che ha recitato in Evil Eyes diretto da Mark Atkins). A soli dodici anni, David ci ha deliziato ed emozionato con la sua intensa interpretazione. Ma due cose, sopra tutte le altre, ci hanno fatto alzare le sopracciglia: uno spropositato e catastrofico numero di visite del giovane Henry alla piccola Clare e il problema della passività del personaggio femminile: Clare trascorre tutta la vita ad aspettare i rientri di Henry, come se, a-c-c-i-d-e-n-t-i, la sua felicità dipendesse esclusivamente dalla presenza di suo marito (sic!). Insomma, raffigurando il personaggio femminile come una passiva Penelope in attesa del suo Ulisse, The Time Traveler’s Wife mette in scena un romanticismo ormai superato.