Un gentiluomo a Mosca: recensione della serie TV con Ewan McGregor

La serie TV Paramount+ imperdibile per la performance stratosferica di Ewan McGregor che vale, da sola, tutta la visione.

Un gentiluomo a Mosca, la miniserie drammatica con Ewan McGregor, prodotta da Lionsgate Television, Paramount Television International Studios e Popcorn Storm Pictures è disponibile su Paramount+ dal 17 maggio 2024. Lo show esplora temi intimi e profondi: l’incomprensibile senso della perdita, la forza interiore, la flessibilità umana e il fenomeno psicologico della resilienza. Composta da otto episodi, adatta l’omonimo romanzo storico del 2016 di Amor Towles, un volume che narra le vicende vissute da un aristocratico russo che nel 1922 viene condannato – a causa della sua classe sociale – a trascorrere il resto della sua vita nell’Hotel Metropol.

Ewan McGregor interpreta il Conte Rostov, condannato all’esilio nell’Hotel Metropol

Giochiamo d’anticipo e con risolutezza possiamo giurare che lo spettacolo targato Paramount+ non è una bomba e non è per tutti i palati. All’opposto, la performance di Ewan McGregor è stratosferica. Non ha nulla di questa terra (serve solo il biglietto di partenza). I suoi ruoli più belli (da Christian a Mark Renton, da Henry a Edward Bloom) sono incancellabili, bloccati saldamente; eterni nella mente di ogni cinefilo. E questa nuova sfida complessa e interessante per Ewan è stata vinta a mani basse e senza fatica, come solamente una divinità può fare.

Mosca, 21 giugno 1922. La scena d’apertura ci mostra il conte Aleksandr Il’ic Rostov che viene scortato attraverso i cancelli del Cremlino che danno sulla Piazza Rossa fino al Grand Hotel Metropol, e lo sguardo di Ewan McGregor ci ha già attraversato da parte a parte. Alla regia dello show c’è Sam Miller che opta per l’espediente cinematografico del montaggio discontinuo e restringe nei flashback la proporzione di spazio inquadrato. Il protagonista prova a sopravvivere nel presente e a far pace con il suo passato, i ricordi – ancora luminosi – e le occasioni perdute. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, ed essere tornato da poco in Russia da Parigi, l’aristocratico trascorre decenni esiliato in una mansarda d’albergo, perché condannato agli arresti domiciliari da un tribunale bolscevico. Nessuna dissennatezza alla Jack Torrance in Shining, il Conte si adatta alla nuova vita facendo amicizia con il personale dell’hotel e stringendo legami con i vari ospiti. Tra questi c’è l’attrice Anna Urbanova (Mary Elizabeth Winstead) e la piccola Nina Kulikova (Alexa Goodall in L’ora del diavolo e Lockwood and Co).

La performance di Ewan McGregor vale, da sola, tutta la visione

Ewan McGregor – uno degli attori più amati di Hollywood – non finge di essere il Conte Rostov, è Aleksandr Il’ic Rostov in persona. Body and soul. Magnificamente Aleksandr Il’ic, полностью (totalmente Rostov). Stravolgendo efficacemente lo spazio e il tempo, Sam Miller (che racconta di essere stato profondamente colpito dall’umanità del romanzo originale), rende evidente il suo intervento per commentare i diversi passaggi narrativi e farci conoscere sin dal primo episodio non solo che cosa sta accadendo al protagonista ma anche il passato, servendosi delle intromissioni della voce off del personaggio di Nina. La serie riesce a esprimere i suoi presupposti attraverso una narrazione ricca di sfumature e di interazioni umane significative che ne fanno il cuore pulsante, ma la trama non riesce a coinvolgere.

Un gentiluomo a Mosca: valutazione e conclusione

Proponendo anche un parallelismo con le attuali condizioni del popolo russo, le amicizie che Rostov sviluppa con il personale dell’hotel e gli altri ospiti mostrano come l’unione e la gentilezza possano trasformare una vita limitata in un’esistenza piena di significato. C’è un tono moraleggiante e l’insegnamento di rimanere fedeli a sé stessi. Ewan McGregor impersona un uomo ironico, tenace, resiliente; che ha scritto un solo poema che gli ha salvato la vita. Che, per parafrasare il titolo di un poema altrettanto grande, “poiché non può fermarsi per la morte“, sceglie la vita. E trova bellezza e scopo nelle piccole cose che rasserenano l’anima. Succeda ciò che deve succedere, c’è soprattutto la sua performance stratosferica che vale, veramente vale. Da sola. Tutta la visione.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Sonoro - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Emozione - 2

3