Un solo sguardo: recensione della miniserie Netflix dal romanzo di Harlan Coben

Un solo sguardo, la recensione della miniserie Netflix tratta dal romanzo thriller omonimo di Harlan Coben.

Harlan Coben torna su Netflix con un altro romanzo: Un solo sguardo è l’adattamento televisivo del suo libro Identità al Buio, pubblicato nel 2004. La miniserie polacca fa parte di una collezione dedicata all’autore statunitense di gialli e thriller, che sulla piattaforma di streaming ha trovato la sua fetta di pubblico. Quella di Un solo sguardo è una storia di bugie e tradimenti che ruota intorno al matrimonio di una donna. Greta Rembiewska (interpretata da Maria Debska) è una moglie e madre apparentemente normale, ma con un passato traumatico. La donna è stata l’unica sopravvissuta a un incendio in un music club avvenuto quindici anni prima. L’episodio è stato così devastante da provocarle continui incubi ancora nel presente. Nel momento in cui sogna, Greta ricorda di quando il cantante solista della band che suonava, Jimmy D. (Pitor Stramowski), le dedicò una canzone. Ora, però, è felicemente sposata con Jacek Lawniczak (Cezary Lukazewicz) e hanno due figli. Un giorno, Greta trova una misteriosa foto che la colpisce poiché in essa vi identifica il marito da giovane e si rende conto di non aver mai conosciuto quel lato della vita di Jacek. Quando le chiede spiegazioni, lui nega, poi scompare improvvisamente. Tuttavia, la donna non sa che quello scatto apparentemente innocente è anche un prezioso indizio per un pericoloso killer.

Harlan Coben – Un solo sguardo: una miniserie dal sapore nordico, ma molto caotica

La miniserie di Netflix ha una trama molto ambiziosa che mette anche tanta carne sul fuoco. Si parla di bugie e segreti di un matrimonio, ma c’è il risvolto thriller. Ci sono ben tre personaggi le cui storie alla fine sembrano convergere in una soltanto. Oltre alla protagonista di Harlan Coben – Un solo sguardo, Greta, seguiamo il marito Jacek ed esploriamo la storia di un pubblico ministero che incrocia la strada con la donna, e che è alla disperata ricerca di sua figlia. La ragnatela di inganni è estremamente fitta; fin troppo, tanto che si finisce spesso per perdere il filo della narrazione. Per poter raccontare qualcosa di così complicato è necessario avere un buon background sui personaggi coinvolti. Che cosa sappiamo di Greta? A parte il suo trauma passato, non conosciamo ben altro. Lo stesso si può dire per le persone che fanno parte della sua vita: i personaggi sono piatti, e non possiamo identificarci bene in loro. Lo spettatore, non conoscendo a fondo il loro background, fa difficoltà a “tifare” e a volerli accompagnare nel loro percorso. Se i personaggi non sono approfonditi, la storia può interessare? Sei episodi sono lunghi, e si prosegue a rilento.

Si apprezza la fotografia della miniserie, che vagamente ricorda quella del thriller nordico con le sue atmosfere dark e da brivido. Al di là di questo, la storia di Un solo sguardo non possiede nessun’altra attrattiva (purtroppo).

Harlan Coben – Un solo sguardo: valutazione e conclusione

Vale la pena dare un’occhiata a Un solo sguardo, l’ultimo adattamento televisivo di uno dei romanzi di Harlan Coben? Per gli amanti del genere è una boccata d’aria fresca poiché ritroveranno tutti elementi cari agli appassionati delle opere dello scrittore statunitense, tra colpi di scena infiniti. Per gli utenti Netflix che invece si approcciano per la prima volta al mondo di Coben troveranno la miniserie polacca abbastanza caotica, più che altro per via dei suoi personaggi: piatti e privi di attrattiva.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.6

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