Una Serie di Sfortunati Eventi – Stagione 3: recensione della serie tv Netflix
Si conclude col botto l'epopea dei fratelli Baudelaire. Ecco la recensione della stagione finale Netflix Una serie di sfortunati eventi.
Il 2019 di Netflix è inaugurato dalla nuova stagione di Una serie di sfortunati eventi, la terza e ultima tornata di episodi che promette di svelare i tanti misteri seminati nel corso delle stagioni precedenti e di regalare, forse, un po’ di pace ai fratelli Baudelaire e a tutti i buoni volontari del VFD. Il conte Olaf continua a dare la caccia ai tre orfani, con la decisione di lasciarne solo uno in vita, in modo da poter mettere le mani sulla preziosa eredità lasciata dai genitori defunti per mano sua. La stagione trae finalmente le fila dei fitti intrecci tessuti dai vari personaggi che cominciano a connettere le loro storie passate, regalando a ogni individuo una varietà infinita di sfaccettature e prospettive.
Una serie di sfortunati eventi entra a pieno titolo nelle grandi epopee e saghe familiari
Rispetto alle prime due stagioni di Una serie di sfortunati eventi, la terza è per molti aspetti un passo avanti. Complice anche la necessità di raccontare il finale della storia dei Baudelaire, prendendo ispirazione dagli ultimi quattro libri dei 13 dell’omonima opera scritta da Lemony Snicket, i nuovi episodi danno chiarezza e soddisfazione agli spettatori che possono finalmente dare risposte a domande tanti numerose quanto apparentemente superficiali. Con una manciata di Easter Eggs sparsi lungo gli episodi (notevole esempio è l’omaggio a Lost), la terza stagione mantiene il ritmo e l’incedere cupo di quelle iniziali, ma riesce a raccontare anche una speranza che non si arrende in ogni occasione. Anche nelle circostanze più buie la narrazione apre sempre porte su possibili risoluzioni o comunque non tralasciando mai la possibilità di un intervento improbabile e risolutivo da parte di altri personaggi. La terza stagione è quindi inequivocabilmente quella finale, con una risoluzione definitiva che arriva addirittura con un episodio di anticipo, dando la possibilità al racconto di proseguire con rinnovati filoni diegetici.
La terza stagione di Una serie di sfortunati eventi rivela tutti i misteri accennati negli episodi precedenti
La visione sui fatti raccontati in questi episodi danno una prospettiva totalmente diversa su Una serie di sfortunati eventi che rivela una storia fatta di speranza e di amicizie tradite da una diversa scala di priorità. Con uno spirito sempre più da “Giovani Marmotte” il gruppo di protagonisti che compone la fazione dei buoni si avvia ad affrontare nuovi dolorosissimi addii, ma anche a porre fine alla faida che da tempo insanguina i meandri del fantasioso universo creato da Snicket prima e da Mark Hudis e Barry Sonnenfeld poi. Le sequenze finali chiudono idealmente il circuito iniziato sulla spiaggia del primo episodio, in cui la natura (il mare, la spiaggia, i sassi) lasciano presagire prima di tutto l’infausto destino travagliato dei giovani Baudelaire. Nonostante sull’affiliazione del pubblico giochi un ruolo importante il gusto particolare per il black humor, le prime stagioni erano risultate a tratti ostiche a causa della loro ineluttabile disgrazia incombente, ma i sette episodi danno la possibilità di tirare un po’ il fiato, di riprendersi dai continui lutti (letterali e non) che finora hanno segnato Una serie di sfortunati eventi. Il nuovo corso delle avventure che si scorgono all’orizzonte lascia intuire tanto materiale narrativo da poter scrivere innumerevoli altri volumi della stirpe dei Baudelaire e dei VDF.
Se, in altre parole, in molti hanno iniziato a guardare Una serie di sfortunati eventi proprio per la sua totale mancanza di speranza, gli spettatori non rimarranno comunque delusi da questo tradimento, visto che arriva appunto a dare una ventata di freschezza a un destino già deciso. Così facendo, le disavventure dei fratelli protagonisti rientrano a pieno titolo nelle grandi epopee e saghe familiari.