Under the Bridge: recensione della mini serie crime Disney+

Under the Bridge è una miniserie crime di spessore e pregio artistico, ma anche una profonda analisi psico-sociologica.

Under the Bridge, la miniserie crime disponibile su Disney+ dal 10 luglio 2024, è l’evocativa esplorazione di un evento realmente accaduto: l’omicidio della quattordicenne Reena Virk, avvenuto nel 1997 in Canada. Adattata dal libro omonimo di Rebecca Godfrey e sviluppata da Quinn Shephard, la serie offre un ritratto penetrante e inquietante delle oscurità nascoste in una piccola comunità.

Under the Bridge, un crime psicologico ricco di buio ma in cerca della luce

Under the Bridge; cinematographe.it

Ambientata nella sonnolenta cittadina di Saanich, Columbia Britannica, la storia prende il via con il ritrovamento del corpo giovanissimo e martoriato di Reena Virk, quattordici anni. Il cadavere è marcato da segni di violenza e annegamento. L’agente di polizia Cam Bentland si ritrova a navigare attraverso un dedalo di indizi che puntano verso Josephine Bell e il suo gruppo di amiche. Parallelamente, Rebecca Godfrey, tornata in città per affrontare un passato doloroso, si immerge nelle indagini, svelando una rete di bullismo, segreti e rabbia repressa.
Narrata con una delicatezza paradossale e al contempo impenetrabile, Under the Bridge impiega una lente quasi fiabesca per esplorare il male. Il ponte, metafora centrale della narrazione e ricorrente simbolo visivo, rappresenta un confine tra luce e tenebra, un luogo dove mostri di abbandono e degrado si annidano. Questa sovrapposizione tra realtà e mito conferisce alla serie un’aura che trascende il mero racconto criminale.

Benché radicata in un orrore tangibile, la serie si distacca dai canoni del poliziesco tradizionale. Anziché concentrarsi sulla risoluzione del crimine, Shephard costruisce un mosaico complesso della comunità, rivelando le sue sfaccettature più oscure, in una ricerca che è artistica e sociologica, poetica e psicologica. L’indagine diventa un pretesto per riflettere su temi universali come la memoria, il perdono e il senso di colpa, richiamando grandi classici noir e introspettivi di Ellroy e Capote.
Under the Bridge non si limita a raccontare una storia di violenza; interroga le condizioni sociologiche che la alimentano. La serie ritrae un ambiente in cui l’apatia adolescenziale, il razzismo e il maschilismo convergono in un vortice di disperazione. Le vite dei giovani personaggi sono esplorate con una profondità rara, offrendo uno sguardo spietato ma empatico sulle dinamiche di vittima e carnefice.

In un racconto che oscilla tra presente e passato, il male emerge come prodotto del vuoto e della noia che affliggono i giovani protagonisti. La figura di Josephine Bell, con il suo culto per i boss mafiosi e la sua leadership violenta, incarna un desiderio di potere e ribellione. La serie dedica una particolare attenzione alla vittima, Reena, delineando i suoi tormenti interiori e le interazioni che l’hanno portata alla tragica fine.
La serie si distingue ed è resa notevole, di grande pregio artistico e narrativo, per la sua capacità di sondare le radici del male, offrendo un intreccio che va oltre il semplice intrigo poliziesco. Il rapporto tra Rebecca e Warren, uno degli aggressori, aggiunge una dimensione di complessità, esplorando la fragilità umana dietro l’atto criminale. La serie invita a riflettere sulle cause profonde della violenza, suggerendo che la comprensione è essenziale per prevenire futuri crimini.

Nonostante alcune digressioni narrative possano apparire ridondanti e alcune sottotrame possano apparire come un diluente non necessario, Under the Bridge mantiene una tensione costante e coinvolgente. Le performance di Lily Gladstone e Riley Keough sono magnetiche, sostenute da una regia che sa bilanciare la crudezza della realtà con tocchi di lirismo quasi religioso. La miniserie offre uno sguardo inquietante e necessario su una società dove il male non è un’entità separata ma una componente intrinseca, sfidando lo spettatore a confrontarsi con le sue molteplici facce.

Under the Bridge: valutazione e conclusione

Vritika Gupta biografia curiosità - cinematographe.it

Under the Bridge è un’esperienza visiva intensa che si immerge nelle profondità del male umano, esaminandone le cause sociologiche e psicologiche. È una serie che lascia il segno, non solo per la sua trama avvincente, ma per la sua capacità di riflettere sulle ombre che abitano il cuore della società.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.6