Uno di noi sta mentendo – stagione 2: recensione della serie tv Netflix
Il Club del Delitto è tornato: nascondere il loro segreto non è semplice per i ragazzi del liceo Bayview e a complicare loro le cose c’è una losca figura che ama giocare a “Simon dice”.
Janae, Bronwyn, Nate, Cooper e Addy, dove li avevamo lasciati? Ricapitoliamo: nelle ultime scene del finale della prima stagione, il così soprannominato Club del Delitto di Bayview si trovava nel bosco, alla festa di Halloween, davanti al cadavere di Jake Riordan.
La prima stagione del teen drama Uno di noi sta mentendo si chiude con una verità: scopriamo, infatti, chi ha ucciso Simon Kelleher.
A uccidere Simon è stato l’amico di infanzia Jake, ex ragazzo della cheerleader Addy (se volete rinfrescarvi ancora meglio le idee, ecco qui la recensione della prima stagione).
Ma Addy, quella notte, spara a Jake: per legittima difesa, certo, solo che il dramma per i ragazzi di Bayview è appena iniziato. Decisi ad aiutare Addy a liberarsi del cadavere, le impediscono di costituirsi pensando di poterla fare franca e di averne passate già troppe per andare in prigione per un “mostro” come Jake.
Ma qualcuno conosce il loro segreto: già dal primo episodio della seconda stagione, i ragazzi iniziano a ricevere misteriosi sms, simultaneamente, da qualcuno che si spaccia per Simon.
Il gioco “Simon dice” ha inizio e ha come scopo quello di torturare il gruppetto: chiunque si celi dietro questi sms, vuole giustizia per Jake e vuole scoprire chi dei ragazzi abbia premuto il grilletto.
Venirne a capo non sarà privo di costi.
Un bel deja vu: Uno di noi sta mentendo 2 ci riporta a Rosewood, sulla scia di Pretty Little Liars
Sms intimidatori che arrivano in simultanea, ricatti, suspense: ci sono non pochi ingredienti che fanno di questo cocktail un mix in stile Rosewood!
Se avete guardato – e anche amato – la serie tv Pretty Little Liars, ricordarvi di questa non sarà difficile già dalla prima visione dell’opening di questa seconda stagione di Uno di noi sta mentendo.
Non si chiama A, ma colui che si cela dietro il nickname “Simon dice” ne ha tutti i connotati, forse anche troppo.
L’intera stagione, infatti, ruota attorno al tormento del gruppo di protagonisti provocato da uno stalker psicopatico che vuole vendetta per l’omicidio di Jake… Ma chi? Chi è “Simon dice” nella seconda stagione di Uno di noi sta mentendo?
Non vi sveleremo il nome, perché guasterebbe il piacere della visione di una stagione che è tutta incentrata su questo, costruita su un climax di tensione che porta al colpo di scena finale – e non stiamo parlando solamente dell’identità di “Simon dice”.
Ma essere così simili a un’altra serie tv, è un vantaggio o uno svantaggio?
Sia chiaro, Uno di noi sta mentendo 2 ha di certo il suo perché, quantomeno nei personaggi: un cast giovane e attraente, dove ciascun interprete è perfetto per il proprio ruolo. Tra questi emerge Addy (Annalisa Cochrane), forse il personaggio che vediamo maturare maggiormente all’interno della storia, ma non solo: tutti i personaggi affrontano i loro demoni, lottano con essi e ne vengono fuori vincitori, chi più e chi meno.
Mentre Addy capisce di valere molto di più di ciò che Jake le avesse fatto credere, Janae prende coscienza della sua identità di genere, Nate e Bronwyn fanno chiarezza sui loro reciproci sentimenti e Cooper vive la sua omosessualità senza più nascondersi.
Eppure, troppi dettagli – se non l’intera trama – ci riportano indietro ai tormenti di Alison e delle piccole bugiarde di Rosewood: a tratti è quasi imbarazzante quanto questa seconda stagione sembri letteralmente copiata da Pretty Little Liars.
Ma in fondo, chi ha amato l’avvincente crime in Pretty Little Liars mentirebbe se non ammettesse di aver pensato “wow, vorrei guardare di nuovo una serie tv che mi tenga così col fiato sospeso e mi faccia sentire un detective a ogni episodio!”.
Uno di noi sta mentendo 2 esaudisce il desiderio: si ispira troppo al personaggio di A (modus operandi, passione per l’informatica, turbe psichiche), ma il risultato che ne viene fuori non dispiace. Un pubblico comunque consapevole di ciò che sta andando in scena sullo schermo, ne viene gradevolmente catturato, anche per la freschezza di alcuni particolari (i personaggi parlano la lingua della Generazione Z e ne riflettono i topoi).
Per dare una risposta al quesito precedente, questa forte somiglianza tra le sue serie tv può essere un buon vantaggio per Uno di noi sta mentendo 2.
I dubbi irrisolti: qual è il segreto di Jake e cosa succede nella scena finale dell’ultimo episodio di stagione?
Se ci sarà una terza stagione di Uno di noi sta mentendo appare chiaro dal finale di stagione – ammesso e concesso che la serie tv non faccia la stessa fine di molte altre cancellate da Netflix.
Le premesse ci sono tutte e il pubblico resta in attesa di almeno un paio di risposte: sappiamo che Jake nascondeva un segreto che il fratello Cole sembra voler proteggere a tutti i costi… Ma qual è il segreto di Jake? Lo stesso che ha spinto Jake a uccidere Simon, il quale ne era al corrente.
Inoltre, chi avvelena “Simon dice” mentre si trova in prigione e, soprattutto, a chi appartiene il sangue sulla scena del crimine all’interno del liceo di Bayview che vediamo nelle ultimissime scene? Abbiamo un piccolo indizio, ma Uno di noi sta mentendo ci insegna che delle apparenze non bisogna mai fidarsi.
Tre cose che ci sono piaciute di Uno di noi sta mentendo 2
Ad una di queste abbiamo già accennato: i personaggi e il cast. Il Club del Delitto è adorabile, è vero, ma lo sono anche altri personaggi di supporto: Maeve e Vanessa, ed esempio, quest’ultima grande rivelazione della stagione. Vanessa ha tutti gli attributi del caso: ricca, sfacciatamente sexy, stronza, ma molto determinata e intelligente. Chi l’avrebbe mai detto.
Il lavoro degli scenografi e del MUA: a proposito di Vanessa, vi siete accorti di quanto azzeccata sia la ricostruzione della sua camera da letto? Cornice del mega specchio in LED e scritta “no prob”. Perfette.
E vogliamo parlare del trucco e parrucco? Si tratta di uno degli aspetti più piacevoli di questa stagione: un po’ come in Pretty Little Liars, anche i protagonisti del nostro Club del Delitto sfilano sul set. Ognuno con il suo stile denota di avere una personalità emergente e contemporanea. Il make-up di Addy e quello di Kris, con pigmenti luminescenti, è quello che tutti vorremmo saper replicare a casa. E che dire del make-up di Addy e Janae al party gay nel quinto episodio? Spettacolare.
La rappresentazione della scena LGBTQIA+: come ogni produzione Netflix che si rispetti, anche in questa stagione di Uno di noi sta mentendo c’è molta inclusività, un aspetto importante per una serie tv che parla alle nuove generazioni.
Qual è l’episodio migliore di Uno di noi sta mentendo 2?
Probabilmente, l’episodio più coinvolgente della stagione è il quinto, quello in cui i ragazzi pensano di essere in procinto di andare in prigione e decidono di trascorrere un’ultima serata insieme, per andare avanti senza rimorsi.
Non ci sono acrobazie tecniche, finezze di camera o di montaggio, ma il team building in questo episodio è notevole e porta lo spettatore ad affezionarsi ancora di più ai personaggi.