Unstable: la recensione della serie con Rob Lowe. Su Netflix

Ellis Dragon è il dirigente di un azienda di biotecnologie in crisi per la morte della moglie: l'incontro con il figlio cambierà il suo umore

Unstable è la nuova serie comedy di otto episodi distribuita su Netflix dal 30 marzo 2023, con protagonista Rob Lowe e suo figlio John Owen.
Un genio delle biotecnologie cerca di risollevarsi da un dramma doloroso con l’aiuto del figlio, che fa di tutto per uscire dall’ombra del padre e salvare l’attività di famiglia.

Ellis lavora giorno e notte per stravolgere il mondo delle biotecnologie, e tenta di capire come estrarre il carbonio dall’atmosfera per produrre cemento (!): in questo modo, spera di ridurre i gas dell’aria e salvare il mondo attraverso un positivo cambiamento climatico.  

Ellis è però un egomaniaco autoreferenziale, adesso alle prese con il lutto dell’adorata moglie Katie, l’unica che riusciva a tenerlo con i piedi per terra. Il suo braccio destro Anna (Sian Clifford) lo vede allora rientrare da un periodo di riposo in azienda ancora provato e fin troppo assente: disperata, decide di fare rientrare da New York, dove fa dove fa l’insegnante di flauto, il figlio di Ellis, Jackson.

La finzione insegue la vita in Unstable

Il rapporto tra Ellis e Jackson è un match continuo e il ragazzo è profondamente riluttante a lavorare in famiglia. Poco alla volta, però, i due trovano un punto di incontro. Ellis capisce di dover prestare ascolto all’altro e Jackson impara ad accettare il genitore per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti.

Leggi anche La recensione di The Bad Seed con Rob Lowe

La cosa che rende curiosa l’idea di Unstable è che se il protagonista Ellis Dragon è impersonato da Rob Lowe, sex symbol degli anni Ottanta (direttamente dal 1983 de I Ragazzi della 56^ Strada e Masquerade, reinventatosi più recentemente come personaggio di serial di largo consenso come Brothers & Sisters e 911 – Lone Star), a prestare il volto a suo figlio c’è il vero primogenito dell’attore, John Owen. E anche se non è la prima volta di loro due insieme (prima di tutto c’è stato The Grinder nel 2015, poi The Lowe Files del 2017 -anche con l’altro figlio Edward Matthew- e infine due anni dopo in Un Safari per Natale sempre con Netflix)

E c’è qualcosa di morbidamente autobiografico nel racconto, leggero ma mai sciocco, di un giovane uomo che cerca di uscire dall’ombra del genitore e scrollarsi di dosso l’eredità paterna insieme alla sua ingombrante figura, e nel farlo entra nel mondo del padre solo per accorgersi di essere più simile a lui di quanto lui stesso vorrebbe.

Ma oltre al nucleo più evidente, sono diversi i motivi per cui Unstable è godibile.

Prima di tutto, il saper mettere al centro del racconto uomini fragili e distratti, messi di fronte alle loro debolezze e paure più profonde, ma con intelligenza e arguzia: non c’è mai patetismo né didascalismo, perché la rappresentazione surreale del mondo aziendale disegna i contorni del percorso narrativo in modo surreale e divertente, da una parte strizzando di continuo l’occhio allo spettatore, dall’altro puntellando gli episodi di piccole epifanie di emozionante profondità.

Unstable viene dalla NBC, la stessa rete che ha volato altissimo con il geniale The Office e ha creato quel piccolo gioiello mainstream ma purtroppo misconosciuto di Superstore (il primo disponibile su Prime Video, il secondo su Netflix): lo show con Rob Lowe sta esattamente nel mezzo. Intelligente senza guardare dall’alto in basso il suo pubblico, una star riconoscibile e amata con un passato difficile che impasta insieme realtà e finzione, un gusto surreale che nella comedy vince sempre e il mosaico composto da workplace e family da sit-com.

Unstable: valutazione e conclusione

L’unico limite, pur nel suo essere sinceramente medio, è forse nella durata: otto episodi di trenta minuti ciascuno comprimono il racconto fin troppo, e limano eccessivamente il ritmo tagliando fuori la possibilità di crescita e maturazione dei personaggi,

Unstable è un prodotto perfettamente medio, che si regge sulla professionalità di tutti, dagli sceneggiatori ai registi fino agli interpreti: ma pur essendo perfettamente studiata a tavolino come un meccanismo ad orologeria, non trova il tempo di crescere e far crescere i suoi personaggi e le loro storie, scritte con intelligenza e consapevolezza.

Regia - 2
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 3

2.3

Tags: Netflix