Via d’uscita: recensione della serie polacca Netflix
Dalla Polonia una serie thriller poliziesca dura e cruda diretta da Maciej Pieprzyca e interpretata dal divo locale Piotr Witkowski. Dal 30 ottobre 2024 su Netflix.
Da qualche stagione a questa parte l’industria audiovisiva polacca, insieme alla spagnola, è tra quelle del Vecchio Continente una delle maggiori fornitrici di contenuti per Netflix. Lo dicono i numeri. Molti sono infatti le serie e i film prodotti, acquisiti o distribuiti mensilmente dalla grande N provenienti da quell’area geografica, che ne hanno fatto una presenza assidua e costante sulla piattaforma a stelle e strisce. Lo scorso 30 ottobre 2024 è stato il turno di Via d’uscita, lo show in sei episodi da 60 minuti circa cadauno diretto da Maciej Pieprzyca, che il pubblico italiano ricorderà per Io sono Mateusz, una pellicola uscita nelle sale nostrane nel 2015.
Via d’uscita è una serie thriller poliziesca dalle venature crime che in quanto a durezza e realismo della messa in scena non fa sconti a nessuno
Nove anni dopo lo ritroviamo misurarsi con una serie, dopo averne nel frattempo dirette altre di successo tra le mura amiche (Prokurator e Kruk), che porta sullo schermo le vicissitudini di Oskar, uno degli agenti d’élite che fanno parte dell’unità tattica per le operazioni speciali della polizia polacca. Durante una retata fondamentale per mettere in ginocchio una pericolosa gang, però, l’uomo è vittima di un attacco di panico e viene costretto a lasciare la polizia. A peggiorare ulteriormente le cose scopre che il padre si è suicidato lasciandosi dietro ingenti debiti di gioco. Per restare a galla accetta di lavorare come guardia di sicurezza per una grande azienda di commercio di vestiario. Nonostante le difficoltà ad adattarsi al nuovo lavoro, l’ex poliziotto intravede un’opportunità per risolvere i suoi problemi finanziari, ma non sa ancora che i suoi guai sono appena iniziati, perché i cattivi hanno fretta di riavere i soldi che lui è riuscito a sottrarre loro.
La componente tecnica e le interpretazioni sono le colonne portanti di Via d’uscita, a differenza della scrittura che presenta delle fragilità che depotenzializzano lo serie nella sua interezza
Da qui prende il via un thriller poliziesco dalle venature crime che in quanto a durezza e realismo della messa in scena non fa sconti a nessuno, tanto da ricordare l’approccio e il modus operandi di Olivier Marchal. Il regista e sceneggiatore francese è un punto di riferimento quando si parla del suddetto genere, tuttavia il collega di Katowice ha un suo di stile, maturato nel corso delle diverse produzioni televisive e cinematografiche alle quali ha preso parte nell’arco di un trentennio. Uno stile e un’esperienza che in Via d’uscita emergono in maniera evidente, rappresentando una base sulla quale la serie in questione, scritta da Kacper Wysocki, ha potuto contare al momento della messa in quadro. Quest’ultima infatti è la colonna portante di un prodotto che tecnicamente può competere su larga scala per quanto concerne la confezione fotografica e il montaggio, mostrando il suo lato migliore quando la temperatura e il livello dello scontro salgono in maniera febbrile come accade in prossimità del giro di boa del terzo dei sei capitoli a disposizione. Le scene del conflitto a fuoco nell’ospedale e più avanti della sparatoria notturna nella casa vicino al lago sono il picco più alto in tal senso, capaci da sole di iniettare nelle vene dello spettatore di turno una dose di adrenalina tale da stendere un toro. E non a caso sono proprio quelle a restare impresse nella mente del fruitore al termine della visione di un’opera che altrimenti sul piano della scrittura presenta alti e bassi, alternando momenti di tensione e suspense degni di nota a dei blackout in cui il racconto si perde tra futili digressioni e dinamiche abbandonate a se stesse. In quei frangenti così critici ci pensano però gli interpreti a sorreggere il tutto, con il cast nella sua interezza a risultare sempre altezza della situazione e a fungere da scialuppa di salvataggio. Da segnalare in particolare il quartetto formato da Piotr Witkowski, Anastasiya Pustovit, Aleksandra Adamska e Konrad Eleryk.
Via d’uscita: valutazione e conclusione
Maciej Pieprzyca mette a disposizione la sua pluriennale esperienza maturata sul campo e il suo stile senza fronzoli per dare forma e sostanza a una serie thriller poliziesca dura e cruda, con conflitti a fuoco ed esplosioni di violenza che alzano in maniera febbrile la temperatura della messa in scena. Via d’uscita può contare su interpretazioni convincenti (a cominciare da quella di Piotr Witkowski nei panni del protagonista) e una confezione tecnica solida e priva di sbavature, quelle che invece sotto forma di blackout e futili digressioni producono criticità e instabilità narrative e drammaturgiche alla scrittura. Se si fosse curato di più questo aspetto probabilmente la serie in questione avrebbe guadagnato un punteggio maggiore in fase di giudizio.