Vida Perfecta: recensione della serie tv di Leticia Dolera su Disney+
Dall'8 dicembre su Disney+ è disponibile la prima stagione di Vida Perfecta, il dramedy spagnolo creato, scritto e in parte diretto dall'attrice Leticia Dolera, che racconta con sensibilità e ironia l'imprevedibilità della vita di tre amiche trentenni a Barcellona.
Tre anni dopo la messa in onda sul network spagnolo Movistar+, e rinnovata per una seconda stagione integralmente disponibile negli USA anche su HBO Max, il primo capitolo di Vida Perfecta arriva in Italia a partire dall’8 dicembre 2021 grazie a Disney+. Interamente creata dall’attrice barcellonese Leticia Dolera, alla quale si deve anche la sceneggiatura complessiva e la direzione di quattro episodi, la serie premiata a Canneseries nel 2019 osserva la vita dal punto di vista di tre amiche ultra trentenni al confronto – spiazzante – di un’esistenza tutt’altro che impeccabile.
Vida Perfecta: Maria, Esther e Cristina sono le protagoniste della serie su Disney+
Un attimo prima della fatidica firma dal notaio per l’acquisto di una casa, Maria (Leticia Dolera) viene lasciata dal fidanzato, il quale la giudica estremamente inflessibile anche, anzi soprattutto, sotto le lenzuola. La dentista si rifugia allora dalla sorella Esther (Aixa Villagrán, vista in Non c’è due senza… e Pazzo per lei) pittrice lesbica con qualche problema di autostima e una gran voglia di non crescere. Le due inoltre condividono l’amicizia con Cristina (Celia Freijeiro), avvocato di successo e due volte madre, costretta ad ‘imbrogliare’ il marito che vuole disperatamente il terzo figlio. Quel giorno stesso l’esistenza di Maria verrà totalmente rivoluzionata, e il suo percorso incrocerà quello di Gari, un giardiniere disabile.
Venute a patti con la fallibilità dei piani prestabiliti e da un’ideale di perfezione rivelatasi fugace, le tre protagoniste di Vida Perfecta mostrano invece il lato più onesto dell’essere donna e madre, in un racconto genuino e divertente capace di coinvolgere. Permeato da uno sguardo veritiero e tolta di dosso la veste glam e patinata di titoli appartenenti allo stesso genere come Sex and The City o il recente Harlem, Vida Perfecta ingloba i grandi temi quotidiani del femminile con un tono sfrontato ma non esagerato, non libero da alcuni stereotipi ma in grado di tratteggiare le sue eroine con caratteristiche speculari alle donne coetanee dall’altra parte dello schermo.
Stravolgere i piani per darsi una seconda possibilità
Dalla sessualità al tradimento, dai rapporti con i genitori fino alla gravidanza, Vida Perfecta ha il merito fra gli altri di aggiungere a questi argomenti quello meno tratto della disabilità, sia fisica che cognitiva, contribuendo con coraggio e sensibilità ad aprire le porte alla differenza e all’inclusione senza pietismi o facili sentimentalismi. Gari, interpretato dall’attore di Sky Rojo Enric Auquer, concretizza la quotidianità di un handicap ‘acquisito’ ma non per questo definibile sui suoi limiti, accostato ad una donna, Maria, le cui intenzioni prima del suo incontro erano tutt’altro che imprevedibili.
È infatti la scrittura di Vida Perfecta a restituire al grande racconto del e sul femminile virato sul dramedy un’inclinazione di similitudine e parallelismo con il reale, attraverso otto episodi da trenta minuti circa governati da una regia spontanea e capace di cogliere le fragilità, le complessità, le disarmonie delle tre donne al centro del racconto. Stravolgere i piani e accogliere i cambiamenti dunque, diventano le direttive e al contempo le sfide della serie, come quella di darsi una seconda possibilità per accettare l’imponderabile. Forse migliore e più appagante del previsto.