Vigil – Indagine a bordo: recensione della serie TV in onda su Sky e NOW
Esce in Italia dal 7 febbraio su Sky e NOW Vigil - Indagine a bordo, la serie britannica in sei episodi ideata da Tom Edge; una feroce critica del programma nucleare britannico attraverso un racconto crime.
Vigil – Indagine a bordo ha avuto un successo clamoroso in patria e ha registrato un record di 10 milioni di spettatori sulla BBC quando è uscita ad agosto. Non c’è da stupirsene perché è un prodotto eccellente, non solo per l’originalità delle tematiche affrontate e l’interesse che ne scaturisce ma soprattutto per la qualità di scrittura, dell’interpretazione del cast e la regia. Il tema di fondo è infatti la critica alle politiche militari e nucleari inglesi affrontata attraverso lo scontro fra la polizia civile da una parte e la marina militare e i servizi segreti dall’altra.
L’eroina protagonista della storia è una donna (e non a caso): l’ispettrice capo della polizia scozzese Amy Silva (la bravissima Suranne Jones), viene inviata in un sottomarino nucleare, dove poi sarà costretta a vivere per parecchi giorni, per poter indagare sulla morte di uno dei tanti marinai a bordo. Il sottomarino non si trova in acque internazionali e il comandante militare è costretto suo malgrado a interpellare la polizia scozzese. A prima vista la morte del giovane militare in questione sembrerebbe causata da un’overdose di eroina, forse un suicidio, ma l’ispettrice Amy intuisce subito che c’è qualcosa che non torna, anche per l’atmosfera di ostracismo che sente da parte dei militari a bordo della nave. La sua intuizione si dimostra subito giusta e successivamente con l’aiuto prezioso dei suoi colleghi che indagano sulla terra ferma e le inviano messaggi e soprattutto attraverso le indagini della collega e compagna di vita sergente Kirsten Longacre (Rose Leslie), testarda e risoluta quanto lei, finisce per scoperchiare un verminaio: portando la polizia in conflitto con la Marina Militare Inglese e i suoi i servizi segreti. A rendere la storia ancor più complessa c’è anche la misteriosa scomparsa di un peschereccio che ovviamente è collegata alla vicenda di base che si intreccia a misteriose questioni militari internazionali. Contemporaneamente sulla terra ferma ci sono le proteste dei pacifisti scozzesi contro i sottomarini militari che trasportano materiale nucleare e anch’esse si intessono nella storia narrata.
I due livelli di scrittura di Vigil – Indagine a bordo: la suspense del crime e l’emozione del melodramma
La serie dunque è molto avvincente perché costruita benissimo a livello di scrittura nel genere crime e thriller secondo la migliore tradizione inglese: ad ogni indizio segue un colpo di scena che si inanella magicamente a un altro, tenendo vivo l’interesse e la curiosità dello spettatore felicemente colto di sorpresa senza un minuto di tregua e soprattutto senza l’uso di mezzucci stereotipati. C’è inoltre un altro livello di scrittura non meno appassionante che è quello della storia privata dell’eroina protagonista: il melodramma. Amy soffre di ansia e depressione perché ha subito un trauma terribile proprio dopo essere caduta in mare a causa di tragico incidente automobilistico; ha rischiato la morte per annegamento e compromesso irrimediabilmente i suoi rapporti familiari. Ora, per una tragica ironia della sorte, è costretta a vivere sott’acqua dentro un sommergibile, come forzosamente indotta ad affrontare e superare questo trauma: i flashback su questo suo dramma personale si amalgamano perfettamente con il racconto dell’indagine e creano un altro terreno di suspense non meno godibile.
Lo scontro fra due mondi in Vigil: la cultura femminile, pacifista e costruttiva e quella patriarcale, militare, gerarchica e distruttiva
Ma la caratteristica vincente di questa serie è soprattutto la potenza di un messaggio molto profondo ed espresso in parte anche in chiave simbolica: da una parte abbiamo il mondo della marina militare e annessi servizi segreti, che rappresenta un mondo patriarcale, gerarchico, del potere autoritario che viola anche il codice morale, che mette a rischio la terra con il nucleare e non rispetta le leggi della natura ed è votato alla guerra e alla distruzione, dall’altra parte abbiamo il mondo della polizia civile dell’ispettrice-eroina Amy che rappresenta una nuova cultura femminile democratica e pacifista, non distruttrice e rispettosa dell’ambiente e madre natura. Due mondi insomma si scontrano in questa serie: il nuovo e il vecchio, il femminile e il maschile, il messaggio di pace e quello di guerra, la democrazia e l’autoritarismo della gerarchia militare, il rispetto per l’ambiente e lo sfruttamento distruttivo della natura. In chiave simbolica è anche la collocazione spazio temporale degli antagonisti: la terra ferma è il regno del femminile e pacifista e l’abisso del mare è il regno delle energie militari e distruttive.
Di notevole interesse è anche la descrizione del mondo claustrofobico del sottomarino: l’ambiente militare che dovrebbe essere il regno della disciplina, della forza e della regola nasconde invece molte debolezze come la droga, il bullismo, l’autoritarismo gerarchico, il complotto e la totale assenza di legalità.