Whiskey on the Rocks: recensione della serie Disney+

Whiskey on the Rocks è la irriverente e spassosa serie Disney+, tra intrighi e satira politica.

Whiskey on the Rocks, la nuova serie disponibile su Disney+, è un’affascinante dramedy che rivisita uno degli episodi più curiosi della Guerra Fredda, con un approccio ironico e un’ambientazione intrigante. Basata su eventi reali, la serie esplora il conflitto tra l’Unione Sovietica e la Svezia nel 1981, quando un sottomarino sovietico, il U 137, si incagliò nelle acque svedesi, scatenando un incidente diplomatico che rischiò di innescare una crisi internazionale. Henrik Jansson-Schweizer, creatore della serie, decide di prendere questa vicenda e trasformarla in una satira che mescola tensione e commedia, donando un tocco fresco a un periodo storico che solitamente viene trattato con gravità.

Un’incursione tra dramma e commedia

La serie apre con una scena che cattura subito l’attenzione: il sottomarino sovietico U 137, mentre naviga nelle acque internazionali, viene erroneamente deviato verso le coste svedesi. Con il capitano e l’equipaggio completamente ubriacati a causa di una festa improvvisata, l’incidente avviene quasi per caso, spostando il focus dalla serietà della Guerra Fredda alla leggerezza di una situazione assurda. Questo tono ironico permea tutta la serie, rendendo l’argomento storico accessibile e intrigante, ma senza mai perdere di vista le implicazioni politiche di quell’epoca. La scelta di mescolare il dramma con una buona dose di comicità permette di dare una nuova vita a un episodio che altrimenti sarebbe rimasto confinato nella rigidità della narrazione storica.

Personaggi e interpretazioni: un sogno di caricature storiche

Il cast di Whiskey on the Rocks è uno degli elementi più riusciti della serie, con attori che non cercano di imitare i grandi leader storici, ma piuttosto li rappresentano attraverso delle caricature. Oskar Vygonovski interpreta Dimitrij Tarasenko, un ufficiale della KGB che si ritrova coinvolto nel caos del sottomarino. Il personaggio è affascinante per la sua freddezza e il suo pragmatismo, che contrastano nettamente con la follia che circonda l’incidente. Il capitano Vladimir Peskov, interpretato da Andrius Bialobzeskis, aggiunge un altro livello di umorismo grazie alla sua leggerezza e alla sua disconnessione dalla realtà. Ma sono soprattutto i personaggi di livello politico, come Leonid Brezhnev, Ronald Reagan e Thorbjörn Fälldin, a rubare la scena. Kestutis Stasys Jakstas e Mark Noble interpretano i rispettivi leader sovietici e americani, rimanendo lontani dalle imitazioni pesanti per offrire interpretazioni che si concentrano sulle debolezze e le idiosincrasie dei loro personaggi. La satira di Reagan, in particolare, è pungente e sottile, ma purtroppo la performance di Noble non riesce sempre a convincere, soprattutto per l’accento britannico che sfugge dalla sua performance.

Una storia di tensione e ironia: le implicazioni storiche del conflitto

Sebbene Whiskey On The Rocks utilizzi un registro comico, la serie non dimentica l’importanza storica del conflitto. La vicenda del sottomarino sovietico U 137, che si incagliò in un punto così strategico vicino a una base navale svedese, era infatti vista come un atto di provocazione da parte dell’Unione Sovietica. La serie, pur facendo della commedia la sua arma principale, riesce comunque a mantenere intatta la sensazione di ansia che attraversava quel periodo della Guerra Fredda. Le scene di negoziazione tra le potenze mondiali, seppur trattate con un velo di ironia, mettono in luce il delicato equilibrio di potere che dominava le relazioni internazionali dell’epoca. I personaggi di Brezhnev e Reagan, nel loro contesto satirico, riflettono i timori di un mondo che viveva sotto la costante minaccia di una guerra nucleare.

Conclusioni: una rievocazione fresca e coinvolgente

In conclusione, Whiskey on the Rocks è una serie che, pur trattando un argomento storico serio e potenzialmente drammatico, riesce a distillare un tono fresco e coinvolgente grazie a un mix di satira e commedia. La scelta di raccontare un episodio meno conosciuto della Guerra Fredda attraverso il filtro dell’umorismo non solo offre un intrattenimento leggero, ma invita anche alla riflessione su come gli eventi storici siano spesso percepiti in modo diverso a seconda dei punti di vista e dei protagonisti coinvolti. Pur con qualche difetto, come la performance di Mark Noble, la serie è una ventata di aria fresca nel panorama delle produzioni storiche, riuscendo a coinvolgere anche coloro che non sono appassionati di documentari o drammi politici. Per chi cerca un modo diverso di affrontare la storia, Whiskey On The Rocks è assolutamente da guardare.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3