Venezia 74 – Wormwood: recensione della serie tv Netflix
La misteriosa morte di Frank Olson è il punto nevralgico di Wormwood, la serie tv Netflix di cui abbiamo avuto l'occasione di vedere i primi episodi.
Wormwood è una docu-serie, divisa in sei puntate, diretta da Errol Morris e presentata durante la 74ª Mostra del Cinema di Venezia. Il cast comprende Peter Sarsgaard, Molly Parker, Tim Blake Nelson, Michael Chernus e Bob Balaban.
Woormwood, d cui potete vedere qui il trailer, sarà disponibile su Netflix dal 15 dicembre 2017.
Abbiamo potuto visionare in anteprima le prime due puntate della serie il cui regista, il documentarista Errol Morris (The Fog of War, Oscar al miglior documentario) è tornato alla direzione di un’opera molto particolare. Wormwood, che possiede le caratteristiche sia della fiction che della non fiction, indaga sulla morte misteriosa di Frank Rudolph Olson, scienziato e batteriologo della CIA, avvenuta nel 1953, e sugli esperimenti condotti dalla stessa agenzia durante gli anni ’50.
Frank Olson negli anni ’50 lavorava a Fort Detrick (o Camp Detrick) nel Maryland, e in quel posto, a sua insaputa, fece uso di LSD per volere di uno dei suoi capi. Dopo nove giorni, si suicidò lanciandosi da una finestra d’albergo a New York. La CIA e il governo americano classificarono la morte di Olson come suicidio, impedendo ai familiari di poter vedere il corpo, senza rivelare null’altro. Ma i figli di Olson, Eric e Nils, non si sono accontentati di questa pseudo verità, decidendo di protestare animatamente e, finalmente nel 2012, far causa al governo americano.
Wormwood è una serie tv che attrae fin da subito
Wormwood ci porta tra i più oscuri segreti che la CIA abbia mai serbato per decenni, mostrando da un lato ciò che è riuscita realmente a dimostrare la famiglia Olson, proponendo interviste, spezzoni televisivi e immagini di archivio, e dall’altro lato ricostruendo per intero la storia di Frank Olson, interpretato da Sarsgaard, che nel 1953, in modo inconsapevole, stava tracciando un legame con la storia, una storia tetra e misteriosa, messa a tacere, che gli costò la vita. Olson faceva ormai parte di tutto un mondo sotterraneo che dirigeva ogni evento allora, dal conflitto in Corea, alla guerra batteriologica, agli esperimenti sul controllo della mente.
Ma non aveva idea di poter essere una cavia, ed è proprio da ciò che Errol Morris comincia, dal racconto del figlio, che fin da subito ci porta nella storia privata di una famiglia, che fu scossa da un lutto inspiegabile, fino a ricongiungersi con l’impatto lavorativo del padre, del suo rapporto con gli esperimenti e le difficoltà enormi che incontrò, fino al collasso psichico.
Errol Morris e la “forma che pensa”: il punto forte della serie Netflix Wormwood
Wormwood è una serie che attrae fin da subito, non smentisce mai l’interpretazione di Peter Sarsgaard, che diventa l’unico specchio umano su cui basare la narrazione reale, le cui vicende vengono spiegate e presentate dalla famiglia di Frank Olson. Le riprese sono molto articolate, soprattutto quelle che attraversano il documentario, si hanno sempre più punti di vista che raggiungono il soggetto, e si nota sempre un cambio di luce, di tensione cromatica tra la finzione e la realtà.
Un modo elegante e sottile di dividere le realtà, di cui Morris è abile e non solo; il regista ha un modo di approcciarsi alla saggistica filmica (o al film-saggio) che è sorprendente, la cosiddetta forma che pensa, in cui l’autore si mette in gioco, cambia il linguaggio, diventa riflessivo, e si pone in diretta comunicazione con lo spettatore. Una forma ibrida, un genere che determina una frammentazione, le cui scene sembrano non avere una cronologia, in cui il pensiero dell’autore è chiaro, deciso e include nella discussione chi guarda, portando alla riflessione e alla continua ricerca della verità.