XO Kitty: recensione della serie teen drama Netflix ambientata in Corea
Dal 18 maggio è disponibile su Netflix la serie spin-off della trilogia di successo Tutte le volte che ho scritto ti amo. Protagonista di questa nuova avventura è Kitty, che vola a Seoul per coronare il suo sogno d’amore.
Dal 18 maggio 2023 è disponibile su Netflix XO, Kitty , serie spin-off in 10 episodi della fortunata trilogia Tutte le volte che ho scritto ti amo, basata sui romanzi best-seller di Jenny Han.
Star del teen drama è l’attrice canadese Anna Cathcart, che torna a vestire i panni di Kitty Song Covey – sorella minore della protagonista dei film, Lara Jean (Lana Condor) – questa volta nel ruolo di protagonista. XO, Kitty, al contrario dell’opera madre, mette da parte il timido romanticismo alla Jane Austen, per lasciare spazio alle esilaranti disavventure di Kitty, trepidamente in attesa del suo primo bacio.
XO, Kitty: di cosa parla lo spin-off di Tutte le volte che ho scritto ti amo
Kitty Song Covey (Anna Cathcart), sedicenne coreano-americana, decide di lasciare la sua casa di Portland per frequentare un anno scolastico alla Korean Independent School of Seoul, o Kiss, istituto frequentato dalla sua defunta madre. La scelta di Kitty è motivata anche dal desiderio di ricongiungimento con il suo ragazzo a distanza, Dae (Minyeong Choi), che ha lasciato all’oscuro del suo trasferimento per fargli una sorpresa.
Il romantico gesto di Kitty si trasforma ben presto in un totale disastro. Al suo arrivo, la protagonista scopre che Dae è fidanzato con Yuri (Gia Kim), giovane ereditiera, e ragazza più popolare della scuola.
Ma la realtà è più complessa e intricata di come appare. La madre di Yuri, nonché rigida direttrice della scuola, ha sospetti che la figlia abbia una relazione con una ragazza. La giovane, per liberarsi delle continue pressioni della mamma, propone a Dae un patto: se lui farà finta di essere il suo fidanzato, lei gli pagherà la retta scolastica. Ovviamente, l’accordo prevede che il ragazzo non sveli a nessuno l’omosessualità di Yuri.
Kitty, all’oscuro di questi retroscena, sceglie di lasciar perdere Dae per conoscere meglio il passato di sua mamma. Le ricerche porteranno la protagonista a scoprire delle scioccanti verità sulla sua famiglia.
Il complesso mondo dei sentimenti in età adolescenziale
Con dinamici episodi da 30 minuti ciascuno, XO, Kitty si dimostra una serie scanzonata e divertente, che mescola gli elementi tipici di Disney Channel, con misteri da risolvere, e classici cliché dei teen drama. Uno fra tutti, la snervante impossibilità di raccontare una, o più, verità a causa di continue interruzioni. Situazioni che difficilmente accadono nella vita reale ma che sugli schermi televisivi vediamo di continuo, dai tempi di Beverly Hills 90210.
Dae, infatti, non riesce a trovare il momento giusto per spiegare a Kitty cosa stia realmente accadendo, lasciando la loro storia d’amore temporaneamente in stallo. D’altra parte, la relazione della protagonista passa in secondo piano rispetto alle vicende di tutti gli studenti della Kiss, un gruppo internazionale di adolescenti belli e ricchi – alla Gossip Girl, per intenderci, ma con un’età più verosimile – i cui ormoni sono in costante fibrillazione. La già citata Yuri, che cerca di nascondere la sua infelicità con atteggiamenti maligni e sgradevoli – soprattutto nei confronti di Kitty -, Min Ho (Sang Heon Lee), arrogante playboy e migliore amico di Dae, e Q (Anthony Keyvan), compagno di appartamento di Dae e Min Ho, con una cotta segreta per il nuovo ragazzo francese. Q sarà il primo amico di Kitty nella scuola, colpito delle straordinarie doti da Cupido della nuova arrivata.
A fronte di una trama fresca e godibile, c’è da sottolineare che XO, Kitty non sempre segue un filo logico lineare. Alcune scelte narrative non vengono approfondite a dovere, e gli eventi si susseguono ad un ritmo così veloce da non lasciare allo spettatore il tempo di respirare e metabolizzare.
Nonostante ciò, lo show rispetta e rispecchia le sue promesse: nel corso degli improbabili colpi di scena, la serie è un’ode alla cultura coreana, veicolata attraverso i sognanti occhi di Kitty (e una bellissima e colorata fotografia). Il riavvicinamento della giovane alla madre avviene anche con l’apprendimento delle tradizioni, come la festività del Chuseok, che riunisce la famiglia e gli amici in un bellissimo momento di condivisione.
La serie sbalordisce, inoltre, lo spettatore cambiando continuamente le carte in tavola; se in un primo momento sembra seguire i più scontati cliché della commedia romantica, successivamente offre uno sguardo più reale della scoperta dei sentimenti in età adolescenziale. Nelle parole di Kitty: “le cotte fanno parte di un percorso di crescita”.
XO, Kitty e il cliché del ragazzo povero
C’è un ultimo elemento che vale la pena sottolineare. XO Ktty non si spinge tanto più lontano dal tropo del ragazzo povero e gentile, come Ryan Atwood di The O.C., che vede improvvisamente migliorare il suo tenore di vita grazie all’intervento di chi è più ricco di lui. Dae non vive all’interno di una famiglia povera ma il padre, autista della famiglia di Yuri, chiaramente non può permettersi per i figli lo stesso stile di vita di alcuni dei loro coetanei. Così viene sottolineato come la sorella minore di Dae venga presa in giro perché non può permettersi lo stesso zaino dei suoi compagni, e che lui stesso accetti, senza troppi scrupoli, un accordo che ferisce inevitabilmente i sentimenti della sua ragazza, perché vuole tremendamente continuare a frequentare un’esclusiva scuola privata.
Narrazioni di questo tipo – specchio del mondo in cu viviamo, e della società americana in particolare – continuano a colpevolizzare e a denigrare chi fatica ogni giorno per una vita felice e dignitosa. Fortunatamente, negli ultimi anni diversi registi hanno usato la commedia e la satira per sottolineare questo meccanismo della società moderna, con opere che rientrano in quella categoria di film ispirati dall’espressione eat the rich (letteralmente “mangia i ricchi”). Si pensi, ad esempio, a Parasite di Bong Joon-ho, riuscitissima narrazione sul divario di ricchezza in Corea, che ci mostra le disparità tra coloro che sono al vertice della società e quelli che cercano disperatamente di costruirsi una vita migliore.
Leggi anche: The Menu: 10 film simili, da vedere se vi è piaciuto l’horror con Ralph Fiennes
XO, Kitty: conclusione e valutazione
Per concludere, XO, Kitty non è una serie televisiva innovativa ma, sicuramente, il suo ritmo dinamico e divertente conquisterà i più giovani, soprattutto grazie ad una narrazione più veritiera e inclusiva dell’intricato e complesso mondo dei sentimenti in età adolescenziale.