Yakamoz S-245: recensione della serie sci-fi di Netflix
Yakamoz S-245, la serie turca spin-off di Into the Night, disponibile su Netflix, è un'opera in cui action e science fiction si mescolano.
Se non ci piacessero le tragedie, ci sarebbe forse meno fiction a tematica catastrofica; invece ci piace tanto guardare ciò che più temiamo nella realtà, magari sgranocchiando palline di granturco soffiato, sollevati che non stia capitando proprio a noi. Scienza e fantascienza continuano a riflettere molto sulle sciagure dipingendo scenari di ogni genere: dai più probabili ai più implausibili come quello rappresentato nella serie turca Yakamoz S-245, spin-off di Into the Night, un’opera in cui action e science fiction si mescolano, che con le sue sette puntate fa immergere il pubblico a bordo del sottomarino militare Yakamoz S-245, per sopravvivere e intanto provare a fronteggiare una catastrofe naturale: un cambiamento nella polarità del sole, evento che genera una letale radiazione sulla Terra. La prima stagione di Yakamoz S-245 si può guardare in streaming, su Netflix, dal 20 aprile 2022.
Yakamoz S-245: sopravvivere al sole che uccide quando sorge
Yakamoz S-245 inizia con un clima vacanziero: nella prima sequenza senza aspettare molto si presenta la bellezza sfolgorante del protagonista Arman interpretato dall’attore e modello turco Kıvanç Tatlıtuğ, noto per aver recitato nel ruolo di Cesur Alemdaroğlu in Brave and Beautiful. Arman è un istruttore subacqueo e biologo marino schietto e dallo spirito libero (un personaggio conosciuto in Into The Night 2), il genere d’uomo che tutte vogliono: l’opposto del classico bravo ragazzo. Torna a trovarlo, una mattina, la sua ex fidanzata Defne ( Ozge Ozpirincci) per proporgli di unirsi al suo team di ricerca per realizzare un’eccitante impresa: cinque immersioni a bordo di un sottomarino della durata di quindici ore nella Fossa di Erebus; Arman accetta e il gruppo di studiosi avvia la prima immersione mentre sulla Terra sta accadendo qualcosa di sconvolgente.
Kenan, l’attuale fidanzato di Defne, attraverso un videomessaggio riesce ad aggiornare il gruppo di ricercatori su quello che sta succedendo in Asia: “Il sole uccide tutti nell’esatto momento in cui sorge e quelli sulla Terra stanno andando a Kos, dicono ci sia un rifugio sicuro“. Come accadeva in Into the Night, anche qui il sole inizia a uccidere tutti gli uomini che sono in superficie, dovunque e senza indulgenza, e per poter sopravvivere Arman con il suo team deve trasferirsi a bordo del sicuro sottomarino militare Yakamoz S-245. L’obiettivo è salvarsi mentre prova a capire con la sua squadra cosa stia succedendo alla Terra, ma anche salvare l’intera umanità dalla pericolosissima esposizione alla luce solare; il protagonista inizia a dubitare della vera missione dell’equipaggio e la tensione tra il gruppo militare e il team di scienziati si acuisce. Arman infatti si scontra a più riprese con Umut, secondo in comando del sommergibile.
Yakamoz S-245 intrattiene con ritmo lento
Non si centra la comunicazione di un certo feeling, di una certa atmosfera, e non semplicemente della realtà della situazione, perché il lavoro di regia, il ritmo lento, le scelte di montaggio e del sound designer soprattutto nella prima tranche degli episodi non favoriscono la creazione della suspense, meccanismo alla base del coinvolgimento emotivo del genere. L’aria nel sommergibile non è irrespirabile greve asfissiante, perché il valore tonale scelto non attraversa la gamma di sfumature cupe ma quella delle tonalità luminose e suggestive combinate con riflessi colorati. I punti di forza di Yakamoz S-245, invece, più che riguardare gli aspetti tecnici, riguardano le tematiche affrontate e in primis il potere compassionevole. L’opera mostra come il potere sia qualcosa che funziona solo a catena e nel totale rispetto degli altri, mai appropriato come una ricchezza o un bene: il personaggio maschile di Umut incarna il potere machiavellico, quello femminile di Yonca (Ece Çeşmioğlu) l’autorità compassionevole. Lo show televisivo presenta discretamente anche i valori dell’onestà, del riconoscimento delle qualità degli altri e della solidità di squadra. Nel secondo gruppo di episodi ci sono gli snodi narrativi più coinvolgenti, quando il ritmo della narrazione accelera e si inizia a fiutare la fine del mondo con l’estrema lotta, sia pure con molto di già visto; si sopravvive per chi si ama, cioè si continua a vivere dopo la morte delle persone care, quando vita più “non è ” per dirla con Arman, nelle ristrettezze alimentari e affettive. In conclusione, Yakamoz S-245 intrattiene con il suo ritmo lento e malgrado tutto.