You – Stagione 5: recensione della serie TV Netflix

You, la stagione 5 è la conclusiva, deludente chiosa di una serie che ha mangiato se stessa e annega nei suoi cliché autoreferenziali.

You è arrivata alla sua fine. Dopo cinque stagioni di omicidi, romanticismo distorto e riflessioni in voice-over, la serie Netflix chiude il sipario sulla parabola di Joe Goldberg, uno dei personaggi più ambigui della TV contemporanea. E lo fa tornando a New York, là dove tutto è cominciato. Una scelta simbolica, che dovrebbe chiudere un cerchio narrativo, ma che invece lascia molte domande aperte.

La quinta stagione prova a essere tante cose insieme: un thriller psicologico, un racconto di redenzione, una critica alla mascolinità tossica. Ma nel tentativo di dire tutto, finisce per perdere la chiarezza che aveva reso le prime stagioni così efficaci. Il risultato è un capitolo finale che fatica a trovare una direzione precisa, alternando momenti intensi a scelte narrative confuse e poco credibili.

Un protagonista che si osserva allo specchio (senza capirsi davvero)

YOU stagione 5 cinematographe.it

Penn Badgley torna a vestire i panni di Joe con la consueta intensità. Il suo sguardo perso, il tono pacato e inquietante della voce narrante e la capacità di sembrare inoffensivo anche con un cadavere nella stanza continuano a funzionare. Ma questa volta, il suo personaggio appare stanco, quasi prigioniero di sé stesso. Joe è in crisi, tormentato dai suoi demoni interiori, dalle sue scelte passate e dai fantasmi che continua a evocare, più con la mente che con le mani.

La stagione gioca molto con la psiche del protagonista, portandolo a confrontarsi con la propria coscienza. Vede cose che non ci sono, si sdoppia mentalmente, si interroga su chi sia davvero. Ma invece di farci entrare in profondità nella sua mente, la narrazione diventa caotica, e spesso risulta più confusa che profonda. Il tono altalenante – a tratti serio, a tratti sopra le righe – rende difficile empatizzare o anche solo seguire con coerenza il suo percorso.

La voce fuori campo, uno dei marchi di fabbrica della serie, questa volta suona più stanca, meno incisiva. Non più strumento di seduzione e manipolazione, ma una sorta di diario mentale troppo esplicito. Si spiega troppo, si lascia poco spazio all’immaginazione. E quando il protagonista smette di sorprenderci, l’intera struttura narrativa inizia a scricchiolare.

Nuovi volti, vecchi fantasmi e un ritorno a casa che non convince

Penn Badgley; cinematographe.it

Nel tentativo di rinnovarsi, You introduce nuovi personaggi. Alcuni, come Bronte (interpretata da una convincente Madeline Brewer), riescono a portare una ventata di mistero e tensione. Altri restano poco memorabili, incastrati in dinamiche già viste. La relazione tra Joe e Bronte è tra i pochi elementi realmente intriganti della stagione: ambigua, fatta di sguardi e sospetti più che di parole.

L’ambientazione newyorkese, più cupa e spoglia rispetto alla stagione 1, funziona bene dal punto di vista visivo. Il ritorno alla città rappresenta idealmente un ritorno alle origini, ma questa volta senza la freschezza e il ritmo narrativo che avevano reso l’inizio della serie così appassionante. La regia è solida, la fotografia lavora bene con luci fredde e ambientazioni claustrofobiche, ma non basta a sostenere una sceneggiatura spesso confusa e poco credibile.

Il ritmo narrativo alterna momenti di alta tensione a sequenze lente e dispersive. E anche i colpi di scena, da sempre parte integrante della serie, qui sembrano più meccanici e meno incisivi. Come se la serie volesse stupire a tutti i costi, anche quando non ce n’è bisogno.

You – Stagione 5 – un finale che divide, colpo di teatro o occasione mancata?

Senza entrare troppo nei dettagli (niente spoiler, promesso), il finale della quinta stagione è destinato a dividere. C’è chi lo troverà coerente con il personaggio, e chi lo vedrà come l’ennesima occasione mancata per chiudere con coerenza e coraggio. Invece di una vera redenzione o di una condanna definitiva, la serie sceglie una via di mezzo ambigua e, per certi versi, poco soddisfacente.

Joe rimane, fino alla fine, inafferrabile. E se da un lato è coerente con la natura del personaggio, dall’altro lascia un senso di incompiuto. Dopo cinque stagioni, ci si aspetterebbe una chiusura più netta, una riflessione più potente su tutto ciò che abbiamo visto. Invece, il colpo di scena finale sembra più una trovata sensazionalistica che una conclusione vera.

You – Stagione 5: valutazione e conclusione

You – Stagione 5 è una chiusura imperfetta per una serie che ha avuto il merito di raccontare l’ossessione romantica in modo disturbante e originale. Penn Badgley resta straordinario nel ruolo che ha reso iconico, ma la sceneggiatura non è all’altezza del viaggio. Ci sono momenti riusciti, atmosfere affascinanti e qualche personaggio interessante, ma anche tante scelte narrative forzate, poca chiarezza e un finale che lascia l’amaro in bocca.
Non è la conclusione brillante che ci si aspettava, ma per gli spettatori che hanno seguito Joe fino a questo punto, un ultimo sguardo – tra specchi, fantasmi e illusioni – potrebbe comunque valere la pena.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8

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