Young Royals ‒ Stagione 2: recensione della serie TV Netflix
Prestando fede al suo stile da realismo-pop e riuscendo a coniugare i classici temi adolescenziali con il racconto del rigido ambiente monarchico, la seconda stagione di Young Royals convince e non delude i fan che lo attendevano. Dal 1 novembre su Netflix.
A più di un anno dalla messa in onda della prima stagione, torna con sei episodi tutti disponibili su Netflix a partire dal 1° novembre 2022, il teen-drama svedese Young Royals. Grazie all’enorme popolarità riscossa fra i più giovani, la serie creata da Lisa Ambjörn, Lars Beckung e Camilla Holter potrebbe perfino ottenere il rinnovo per una terza parte, e visti gli esiti di un finale ricco di colpi di scena, i suoi fedelissimi sostenitori potrebbero presto gioire.
Teenagers e futuri re. Dove eravamo rimasti e dove stiamo per andare.
Rimasti all’addio forzato fra Simon (Omar Rudberg) e il principino ereditiere Wilhelm (Edvin Ryding), costretti per l’intera estate al silenzio dopo lo scandalo del videotape che li ritraeva in atteggiamenti inequivocabilmente intimi, le porte del prestigioso liceo Hellerska riaprono i battenti per l’avvio di un nuovo semestre, sancendo il ritorno degli alunni con i suoi soliti party, più o meno leciti, e i ben noti riti d’iniziazione in stile confraternita per ‘testare’ il coraggio dei nuovi arrivati. Fra le matricole anche Sara (Frida Argento), vincitrice di una borsa di studio che, come il fratello Simon, la rende di diritto una new entry della Villa. A lei questa seconda stagione riserverà la consapevolezza di un mondo elitario così diverso dal suo, avvicinandola al “prefetto” della scuola August (Malte Gårdingere), figura forse più villain dell’intera serie, navigando qualche contrasto con l’amica Felice (Nikita Uggla).
Deciso a vendicarsi per la diffusione di quell’infausto video, causa della rottura con Simon e dell’imbarazzo della famiglia reale, Wilhelm invece torna in collegio per esplorare la propria vera identità, venendo a patti con i propri desideri così contrari alle tradizioni regali, ma sperimentando sulla propria pelle il coraggio di far valere la propria unicità. Il conflitto, eppure, è sempre quello: o la libertà (sentimentale) o il dovere (sovrano).
Young Royals – Stagione 2: doveri regali e impulsi carnali
Navigando fra le pene d’amore e nuove consapevolezze, Young Royals stagione 2 continua con la sua formula da dramma adolescenziale narrato dal punto di vista ‘anomalo’ di un membro della Corona, perfezionando il suo stile fortemente aderente alla realtà, dal taglio così pop e contemporaneo, preso in prestito dal cugino norvegese SKAM, e dall’uso frequente della messaggistica istantanea (chat, storie Instagram, video di Tik-Tok) come via di comunicazione preferenziale usata dai personaggi.
Una presenza tecnologica, tuttavia, che non impedisce per nulla di oscurare le emozioni corporee e le fibrillazioni sentimentali che governano e scombussolano gli animi e gli ormoni dei protagonisti, rendendo palpabili e primarie le varie parentesi romantiche che indugiano, soprattutto nella coppia scoppiata (?) Simon/Wilhelm, sull’attesa negata di sfiorarsi o sul desiderio mai sopito nonostante il divieto monarchico di stare insieme – rapporto fra i due a cui la sceneggiatura riserva la sua attenzione e cura più visibile.
Stessa formula, nuove prospettive
Riuscendo a dare il giusto spazio ad ogni storyline che ben s’intrecciano alle altre, data forse la (saggia) scelta mirata di ristringere il campo ad una manciata di personaggi, l’arco della nuova stagione si dispiega tornando sugli stessi codici argomentativi (la rappresentazione sociale della mascolinità, il cameratismo, le gerarchie, l’esplorazione della sessualità, il conformismo e le differenze di classe, la performatività del genere, la salute mentale), sviando però al tranello della ripetizione e dell’immobilità, ‒ visti alcuni precedenti di seconde stagioni in affanno a rinnovarsi ‒ , ma anzi riadattandoli. Rimanipolando cioè gli stessi, canonici temi da coming-of-age del precedente, senza il rischio di dello stallo per prestare fede al proprio all’obiettivo drammaturgico.
Young Royals 2 dunque rimescola le carte giocando con le stesse vincenti regole, accompagnando ancora una volta lo spettatore in un ambiente spietato e sontuoso, implacabile e maestoso, come è quello di una successione che schiaccia nel bon ton e nell’obbligo dell’apparenza canonica la formazione di un giovane ragazzo, non come gli altri, ma che vorrebbe disperatamente esserlo, a cui il pubblico oramai si è dolcemente affezionato. Proprio forse per quel suo possibile incarnare i sogni e le necessità di una generazione intera, sempre contesi fra l’essere sé stessi e aderire ai canoni già esistenti per non deludere le aspettative dei grandi.