10 regole per fare innamorare: recensione del film con Guglielmo Scilla
Disponibile su Netflix 10 regole per fare innamorare, la commedia romantica che ha portato al cinema lo YouTuber Willwoosh.
Disponibile su Netflix dal 1 maggio, 10 regole per fare innamorare è una commedia romantica del 2012, diretta da Cristiano Bortone e interpretata da Guglielmo Scilla (aka Willwoosh) e Vincenzo Salemme. Il film uscì in contemporanea con l’omonimo libro di Scilla che in quel momento stava vivendo il suo momento d’oro come YouTuber, essendo tra i primi in Italia a fare fortuna con questa nuovissima arte.
10 regole per fare innamorare, tra moda e cliché
Il film è evidentemente studiato attorno alla figura del protagonista, il timido e sensibile Marco, e per celebrare il personaggio che lo YouTuber Willwoosh ha fatto amare a migliaia di ragazzine e ragazzini nei primi anni 2010. Scilla, infatti, ha raccolto la sua fanbase con una serie di video in cui interpretava le nevrosi, le passioni cinematografiche e le simpatiche insicurezze delle adolescenti, indovinando una formula che – dopo di lui – molti avrebbero replicato. Solo alcuni anni dopo l’uscita del film, Scilla avrebbe fatto coming out in un video che ha riscosso – meritatamente – l’applauso dei suoi fan e non solo.
Quello dello “sciupa femmine”, insomma, non era proprio il suo personaggio e questo si nota dalla caratterizzazione di Marco, estremamente rispettosa del suo interprete. A rivestire l’ingrato compito del latin lover, superficiale e spaccone, è invece il padre Renato (Vincenzo Salemme) che pretende di ridurre l’innamoramento in una serie di dieci regole.
La commedia si basa quindi su un meccanismo consolidato: il corteggiamento di un innamorato imbranato nei confronti di una creatura divina, perfetta, irraggiungibile (Enrica Pintore). Attorno all’eroe, aiutanti più o meno capaci, e – ovviamente – l’immancabile avversario (Giulio Berruti). Inoltre il format delle “lezioni d’amore” ha funzionato e continua a funzionare con decine e decine di commedie sentimentali, diventando un vero e proprio sottogenere.
Il contesto è importante
Oggi 10 regole per fare innamorare risulta agli occhi dello spettatore del 2020 un prodotto ingenuo, con alcuni strafalcioni sessisti e – soprattutto – basato sui luoghi comuni. Tuttavia, bisogna considerare il contesto in cui è nato, anche se si tratta di appena otto anni fa. Oggi, si spera, una commedia rivolta a un pubblico così giovane starebbe ben attenta a non diffondere stereotipi di genere, sopratutto nei riguardi dei personaggi femminili. Allo stesso tempo, però, è da apprezzare la promozione di un modello maschile assolutamente lontano dal cliché del macho tutto d’un pezzo, tanto tipico dell’immaginario del “maschio italiano”. Marco, addirittura, sogna di aprire un asilo nido tutto suo e dimostra al padre – ancora legato a dinamiche sentimentali antiquate – che non serve essere il maschio alfa del branco per far innamorare una donna.
Si noterà anche una scrittura a tratti sciatta e una regia piuttosto classica, poco personale. Non si dimentichi che 10 regole per fare innamorare, più che frutto di un’esigenza espressiva, è un prodotto studiato a tavolino per portare al cinema il pubblico di YouTube, traghettandolo sulla fama del protagonista. Dopo 10 regole per fare innamorare, diverse sono state le operazioni simili e – per quanto possa far storcere il naso ai cinefili – questo si può considerare come una sorta di apripista.
Perché vedere 10 regole per fare innamorare
Nonostante i difetti di sceneggiatura e la banalità della storia, 10 regole per fare innamorare resta una visione gradevole per chi vuole tornare per un’oretta indietro nel tempo. Anche Internet inizia ad avere una sua storia, anzi: ha una storia dall’evoluzione estremamente rapida, che cambia tendenze e idoli con una velocità impressionante. Quindi, in un certo qual modo, Willwoosh fa parte della storia di Internet, almeno per quello che riguarda l’Italia.
La simpatia che lo ha reso così popolare sul web non trova il suo habitat migliore sul grande schermo, ma – pur a disagio – Scilla conserva una certa freschezza. Inoltre, a differenza di molti altri YouTuber successivi, Scilla non è targettizzato solo sul pubblico dei piccolissimi e la sua personalità arriva più o meno a tutti. Ad aiutarlo nell’impresa dell’ampliamento del proprio pubblico di riferimento, il comico Salemme che strizza l’occhio a una generazione più attempata.
Non si parla certo di un capolavoro, ma di un film perfettamente nella media di un prodotto italiano per adolescenti. Il problema, forse, è che la media spesso si mantiene su un livello piuttosto basso.